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La Russia intensifica la raccolta di dati biometrici dei cittadini

La denuncia di Hrw. Da marzo 2023 banche e agenzie statali russe saranno obbligate a riversare queste informazioni in un database gestito dal governo senza chiedere autorizzazioni ai clienti. L’obiettivo è potenziare il sistema di riconoscimento facciale che il Paese ha adottato nel 2017 sorvegliare e perseguire manifestanti e dissidenti

di Andrea Siccardo

A metà luglio il governo russo ha adottato una legge che obbliga le banche e le agenzie statali a inserire i dati biometrici dei loro clienti -comprese le immagini del volto e i campioni di tracce vocali- in un database biometrico centrale (Uniform biometric database, Ubs). La misura entrerà in vigore nel marzo 2023 e non prevede che le gli istituti di credito chiedano il consenso dei clienti prima di consegnare impronte digitali, tracce vocali o immagini del volto che possono essere utilizzati per accedere in maniera semplificata ai servizi bancari online o su app.

“L’espansione della raccolta di dati biometrici da parte del governo, attraverso banche e agenzie statali, aumenta drasticamente la minaccia di sorveglianza per le persone che vivono in Russia –denuncia Humans right watch (Hrw), Ong internazionale impegnata per la difesa dei diritti umani-. Da tempo le autorità russe utilizzano i dati biometrici per il riconoscimento facciale alimentato dall’intelligenza artificiale per sorvegliare e perseguire manifestanti pacifici. Con l’invasione su larga scala dell’Ucraina nel febbraio di quest’anno, la tecnologia di riconoscimento facciale è diventata uno degli strumenti del governo per soffocare le proteste contro la guerra”.

A partire dal 2017, infatti, il governo russo ha iniziato a installare in luoghi pubblici telecamere di sorveglianza collegate a un programma di identificazione facciale finalizzato a schedare i manifestanti e, durante la pandemia da Covid-19, sanzionare i cittadini che violavano le misure restrittive. Un sistema che, come ha comunicato il 18 marzo 2020 il capo della polizia di Mosca, ha permesso alle autorità di identificare 200 persone che avevano violato l’isolamento obbligatorio. Ma affinché questo sistema risulti efficace è necessario disporre di un ampio archivio di immagini che permetta di confrontare le informazioni raccolte dalle telecamere con i dati dei cittadini.

Nel 2018 le autorità russe hanno creato un database per raccogliere i dati biometrici della popolazione: è posto sotto il controllo del ministero per lo Sviluppo digitale in collaborazione con la Banca centrale ed è gestito da Rostelcom, il più grande fornitore di servizi digitali del Paese. Gli istituti di credito autorizzati hanno la possibilità di accedervi per verificare le informazioni fornite dai propri clienti e autenticarne l’identità velocizzando così le procedure bancarie. Secondo il governo, l’esistenza di un database unico avrebbe il vantaggio di ridurre i costi per gli istituti di credito che, in questo modo, non avrebbero più la necessità di costruirne e gestirne uno proprio.

“Nel frattempo, l’opaca legislazione russa sulla sorveglianza e la sicurezza pubblica ha consentito alle autorità, come il ministero degli Interni e il Servizio di sicurezza federale, di accedere all’archivio dei dati biometrici dei cittadini”, denuncia Hrw. Con un emendamento alla legge russa sulle informazioni, il 30 dicembre 2021 l’Ubs è stato dichiarato un “sistema statale” dando al governo un accesso totale alle informazioni contenute al suo interno.

Tuttavia l’Ubs sta incontrando difficoltà nel raggiungere il numero di dati prefissato. Il governo di Mosca aveva fissato l’obiettivo di raccogliere al suo interno i dati biometrici di circa 70mila persone (pari a metà della popolazione russa) entro il 2024. Ma alla fine del 2021 all’interno del database erano stati registrati solamente 216mila profili. Così, per velocizzare la raccolta di informazioni a maggio 2022 la Russia ha richiesto alle quattro principali banche statali di consegnare le informazioni biometriche dei loro clienti: l’esecutivo si è però scontrato con le leggi sulla privacy, che prevedono il consenso del cliente a tale operazione. “Sebbene nel corso degli anni le banche russe abbiano raccolto i dati biometrici di milioni di persone, la grande maggioranza di loro si è dimostrata riluttante a concedere il permesso di condividere i propri dati biometrici con il governo”, precisa Hrw.

Un ostacolo che verrà aggirato a partire dal marzo 2023 con l’entrata in vigore delle nuova legge che andrà a bypassare l’approvazione da parte dei clienti delle banche. In quello che sembra essere uno sforzo coordinato in previsione della nuova normativa, la Banca centrale russa sta già pianificando di proibire ai clienti di aprire nuovi conti correnti o richiedere prestiti tramite app senza l’autenticazione dei dati biometrici. “La strategia è probabilmente pensata per incrementare la raccolta di dati biometrici che, in ultima analisi, verrebbero condivisi con il governo –afferma Hrw-. Le autorità russe stanno facendo pressioni sui propri cittadini affinché consegnino i loro dati. In pieno spirito orwelliano, le autorità russe stanno costruendo uno Stato da ‘Grande Fratello’, sacrificando metodicamente i diritti delle persone alla ricerca distorta di un controllo totale”.

da altreconomia

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