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La polizia a scuola di G8

Dopo il G8 di Genova, in vista del vertice della Maddalena il Viminale organizza «corsi di ordine pubblico». I responsabili sono ancora tutti in carica, ma per non ripetere gli errori del 2001 la Ps punta sulla formazione di 200 funzionari. Peccato che tra gli insegnanti ci siano anche dirigenti finiti nei guai per gli scontri di Genova e del Global meeting di Napoli. Anche allora era stato tentato un addestramento speciale e persino distribuito un opuscolo agli agenti dove si spiegava che «i manifestanti non sono tuoi nemici». Com’è andata a finire si sa
Di punire o cacciare i responsabili delle violenze all’ultimo g8 italiano non se ne parla. Ma visto che un nuovo meeting dei potenti si avvicina – questa volta ospitato dall’isola della Maddalena – la polizia italiana ha deciso di correre ai ripari. Da domani, e per dieci settimane, saranno convocati al Viminale venti funzionari di polizia alla volta per seguire un vero e proprio corso di «ordine pubblico», in cui analizzare gli errori del passato e provare a far meglio. Peccato, però, che alcune delle lezioni saranno tenute da dirigenti di polizia finiti nei guai per gli scontri del g8 di Genova e del Global meeting di Napoli. E che all’epoca di quei fatti alcuni di loro abbiano fatto davvero una pessima figura.L’idea è stata di Oscar Fioriolli, Direttore centrale per gli istituti di istruzione presso il Dipartimento di Ps ed ex questore di Genova subito dopo il g8 del 2001. Che ha puntato tutto sulla formazione dei funzionari di polizia, convocando lezioni settimanali per analizzare i video degli scontri fatti in passato e provando a spiegare che sta ai poliziotti più qualificati e non ai singoli agenti del reparto mobile far sì che si svolga tutto con calma e senza incidenti. Al momento di organizzare le lezioni, però, qualcosa non ha funzionato. E infatti ai corsi ci saranno almeno due dirigenti di polizia che di problemi in fatto di ordine pubblico ne hanno avuti più d’uno: alle lezioni dello psichiatra Vittorino Andreoli sui meccanismi della paura e dell’attuale responsabile dell’antiterrorismo dell’Ucigos, Ignazio Coccia, seguiranno quelle organizzate da Raffaele Aiello e Mario Mondelli. Entrambi, in fatto di piazza, no global e scontri hanno un passato a dir poco burrascoso. Aiello, che oggi è il Direttore dell’ufficio ordine pubblico del dipartimento di pubblica sicurezza è stato a capo del Quarto reparto mobile di Napoli dal 1998 al 2002. Il 17 marzo 2001, il giorno del Global forum napoletano, era in piazza Municipio, nel mezzo degli scontri che molti considerarono l’ouverture delle violenze genovesi. Aiello era tra i dirigenti che pianificarono gli schieramenti delle forze in piazza sia a Napoli sia quando, alcuni mesi dopo, fu spedito a Genova col suo reparto. La jeep magnum che passò davanti alla scuola Diaz poco prima della violenta perquisizione nel dormitorio – e che secondo la polizia fu danneggiata dai manifestanti che stazionavano lì di fronte – era della sua squadra e fu lui a vistare la relazione che parlava dei danni. Dopo il g8 e dopo il ritorno a Napoli, Aiello è andato al Viminale e oggi, oltre a dirigere l’ufficio ordine pubblico, è tra i membri dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Curriculum discutibile anche quello di Mario Mondelli, capo del Reparto mobile di Roma, il dirigente di polizia che dovrebbe occuparsi di chiarire tutti i problemi nel rapporto tra ordine pubblico e polizia. All’epoca del g8 genovese era vicequestore di Cuneo e fu «aggregato» sotto la lanterna, con lo specifico compito di gestire la piazza in cui sfilavano le ex tute bianche. Era il dirigente più alto in grado quando partirono le cariche di via Tolemaide, quelle del caos, di manifestanti e giornalisti pestati e della morte di Carlo Giuliani, nella poco distante piazza Alimonda. Al processo contro i no global condannati per devastazione e saccheggio, parlò di «oggetti lanciati dal corteo» e della furia della manifestazione, senza convincere i giudici della corte, che il 14 dicembre 2007, nel firmare la sentenza contro alcuni partecipanti al corteo, ha mandato la sua deposizione alla procura di Genova per falsa testimonianza. Prima del g8 genovese, delle sue cariche e degli abusi in piazza e non, la Polizia pensò (male) di addestrare militarmente il VII Nucleo sperimentale antisommossa e distribuire a tutti gli altri un opuscolo di una decina di frasi come: «Coloro che manifestano non sono tuoi nemici, stanno esprimendo le loro idee». Oppure: «Agisci con tolleranza anche di fronte allo scherno e agli insulti». E: «Il tuo lavoro deve consentire le manifestazioni pacifiche di chi non condivide gli obiettivi del Summit», tutti materiali che l’allora capo della polizia Gianni De Gennaro presentò in sua difesa davanti all’inchiesta parlamentare dell’estate 2001. Stavolta le intenzioni sembrano diverse. Ma luglio è sempre più vicino.

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