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La ministra Lamorgese ribadisce il No ai codici identificativi per agenti di polizia e giustifica le manganellate sugli studenti

La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha respinto la richiesta affinchè gli agenti in servizio di ordine pubblico siano dotati di codici identificativi, per essere identificati in caso di abusi e violenze. E giustifica le cariche della polizia sugli studenti.

La ministra Luciana Lamorgese, oggi a Milano per il comitato per l’ordine e la sicurezza, rispondendo a un giornalista, a riguardo le cariche della polizia agli studenti di Torino e Milano durante i cortei, ha respinto l’idea che gli agenti siano dotati di codici identificativi, per essere facilmente identificati.

Sono già in essere le telecamere sui caschi delle forze di polizia che servono a documentare le azioni proprio per la massima trasparenza e questo serve a tutti, a chi manifesta, ma anche alle forze di polizia. Siamo in questa fase ora, non mi sposterei“.

La ministra dovrebbe sapere, che in queste circostanze, l’avvio della registrazione potra’ essere disposto solo dall’ufficiale di pubblica sicurezza responsabile del servizi, e anche eventualmente individuano  irregolarità e il comportamento violento, praticamente mai consentono l’individuazione dell’autore.

E a giustificare le cariche della polizia sugli studenti la ministra afferma che “C‘è stato un cortocircuito il 28 gennaio, in cui ci sono state cariche della Polizia”, e manda un invito alle forze dell’ordine stesse ad “avere la massima attenzione”. E aggiunge: “Non possiamo ignorare che c’è una direttiva che impediva manifestazioni – se non statiche – per ragioni di salute pubblica“, ha detto, confermando che “i fatti accaduti sono gravi: però rilevo che c’è stata anche una presnza di provocatori da un lato, e questo risulta dagli arresti fatti in alcune città“.

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