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La Fortezza Europa rafforza i muri contro i migranti

L’Unione Europea rinforza i muri, mentre a migliaia sono ancora, sotto pioggia, freddo e fango, lungo la cosiddetta rotta dei Balcani. Al minivertice tra Comissione Ue e Croazia, Slovenia, Ungheria e Bulgaria, siglato l’ennesimo accordo in 17 punti operativo da subito. Principi chiave: l’obbligo di identificazione e registrazione dei migranti che altrimenti non avranno alcun diritto e la creazione di 100mila posti di accoglienza, di cui 50mila in Grecia e altri 50mila nei Paesi lungo i Balcani.

Sul fronte dell’assistenza tutto demandato, di fatto, all’Unhcr poi la gestione dei flussi: per prima cosa, da domani i Paesi dovranno scambiarsi quotidianamente le informazioni su chi entra ed esce. Nessun Paese potrà quindi più mettere a disposizione treni e bus per accompagnare i migranti alle frontiere dei vicini senza prima il loro accordo, mentre questi dovranno essere registrati e identificati obbligatoriamente nel primo paese d’accesso. “Senza registrazione, nessun diritto”, ha messo in chiaro Juncker. Poi il rimpatrio immediato di chi non ha diritto alla protezione internazionale, in base, sempre, al liberticida e contestatissimo regolamento di Dublino. E infine un maggior controllo, ancora, delle frontiere: Frontex verrà rafforzato nella missione Poseidon nell’Egeo, al confine tra Turchia e Bulgaria, a quello tra Grecia, Albania e Macedonia e così anche tra Croazia e Serbia, mentre la Slovenia entro una settimana dispiegherà altri 400 agenti di polizia.

I numeri della cosiddetta accoglienza – 100mila posti nei centri – sono una foglia di fico rispetto alle necessità. Solo in Croazia e Slovenia, per fare un esempio, sono arrivati nel primo caso 11.500 in 24 ore e oltre 66mila in una settimana nel secondo. Critiche al vertice per questo sono arrivata dalla Grecia, che ha accusato la Commissione Ue di non avere invitato al vertice la Turchia, recentemente trasformata in un “Paese sicuro” proprio dalla Ue,

In mare intanto si continua a morire. Una donna e due bambini di 2 e 7 anni sono annegati nelle acque davanti all’isola di Lesbo dopo il naufragio del barcone che li trasportava: altri 7 migranti risultano dispersi. Mentre ieri sera i cadaveri di 40
migranti sono stati ritrovati sulle coste libiche. Anche qui, almeno altri 30 profughi che si trovavano sul barcone affondato risultano dispersi. L’analisi di Beppe Caccia di Euronomade per Radio Onda d’Urto

L’asgi intanto  ha chiesto al Ministero dell’Interno un chiarimento in merito alla natura giuridica degli hotspots e garantisca sempre i diritti fondamentali degli stranieri. L’Associazione ribadisce la necessità che venga data immediata e completa informazione circa il diritto di chiedere la protezione internazionale ai cittadini stranieri, senza che tra essi avvenga alcuna forma di artificiosa selezione tra richiedenti asilo e migranti economici. Qui il documento dell’associazione studi giuridici sull’immigrazione.

Il commento a Radio Onda d’urto di Alessandra Ballerini, avvocato dell’Asgi.

Infine andiamo in Francia dove anche oggi ci sono state iniziative di solidarietà con i migranti di Parigi sgomberati lo scorso venerdì con la forza dal liceo occupato e dove vi vivevano 700 persone. (  qui la cronaca)

Non solo Parigi, al centro dell’attenzione in queste ore anche il campo di Calais, dove sono ammassate circa 6000 persone. Oggi  associazioni come medici del mondo e altre organizzazioni hanno denunciato il governo e lo stato contro la mancata assistenza dei migranti e per la violazione dei diritti umani.

Ascolta corrispondente di Radio Onda d’Urto Enrico.

 

da Radio Onda d’Urto

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