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La camera approva il decreto rimpatri: Cie fino a 18 mesi e rimpatrio immediato degli irregolari "pericolosi"

La camera ha approvato il decreto legge sui rimpatri dei cittadini irregolari. Passato con 273 favorevoli e 257 contrari, il decreto prevede l’espulsione immediata degli immigrati irregolari considerati pericolosi e l’allungamento della permanenza nei Cie da 6 a 18 mesi.
Licenziato alla Camera, il testo va adesso al Senato.
Il decreto è l’ennesima provvedimento razzista e xenofobodel Governo, che invece di affrontare il fenomeno migratorio nella sua complessità si limita a provvedimenti punitivi e criminalizzanti. Provvedimenti che, peraltro, non hanno mai inciso sul numero di cittadini stranieri che annualmente entrano in Italia.
Vale la pena di rammentare che dal 1998, quando il periodo massimo di trattenimento previsto era di 40 giorni, ora si arriverebbe a ben un anno e mezzo con triplicazione degli attuali sei mesi.
Tuttavia, in questi tredici anni l’andamento statistico degli arrivi in Italia è rimasto tutto sommato costante e del tutto indifferente rispetto all’aggravarsi in senso securitario delle politiche italiane.
Va ribadito con forza che i CIE, oltre a essere dei veri e propri buchi neri nell’ordinamento nazionale nonché dei luoghi dove le violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri sono al’ordine del giorno, risultano un mezzo assolutamente fallimentare anche nel contenimento dell’immigrazione irregolare (ammesso e non concesso che il concetto di irregolarità abbia un qualche senso). Appare quindi paradossale che piuttosto di ragionare di strumenti aderenti alla realtà e che permettano – come prima imprescindibile necessità – la regolarizzazione dei cittadini stranieri presenti sul territorio, si preferisca scientemente insistere con uno strumento inadeguato, inefficace e illegittimo ma con il pregio di essere evidentemente propagandistico.
Inoltre, il decreto risulta in patente contrasto con la stessa normativa europea.

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