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Intervista alla dottoressa Angelica Milia che segue le condizioni di salute di Alfredo Cospito

Numerose iniziative da oggi e per tutto il fine settimana in solidarieta’ allo sciopero della fame iniziato il 20 ottobre dall’anarchico Alfredo Cospito, contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. Questo tardo pomeriggio manifestazioni a Bologna e Napoli, venerdi a Roma, Trento e Genova, sabato a Massa e domenica il presidio al carcere di Bancali a Sassari dove Alfredo è detenuto.

Intanto oggi 19 gennaio 2021 Alfredo è stato visitato in carcere dalla dottoressa di fiducia Angelica Milia: “Dopo 90 giorni di sciopero della fame Alfredo ha perso 40 kg, le condizioni sono stabili rispetto alla settimana scorsa, ma le riserve di grasso e zuccheri sono ormai esaurite e quindi è possibile che le condizioni di salute generale possano peggiorare da un momento all’altro”.

Sentiamo la stessa Angelica Milia ai microfoni di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica

Alfredo Cospito, ha descritto così al suo avvocato Flavio Albertini Rossi la sua vita al 41 bis. “C’è una finestra nella cella di due metri e mezzo per tre metri e mezzo – racconta il suo legale all’Adnkronos – una finestra schermata dal plexiglass che non si apre quasi mai e che si affaccia, al di là delle sbarre, su un cubicolo interno circondato da muri di cemento alti metri e metri, schiacciati da una rete metallica a chiudere il quadrato di cielo. Cospito vive in quella cella da solo, come impone il regime carcerario al quale è sottoposto, ci passa 21 ore della sua vita. Le restanti tre le divide tra socialità, un colloquio di un’ora con gli altri 3 detenuti del suo gruppo di socialità, e due ore d’aria in quella sorta di cubicolo di cemento dal quale non può vedere un albero, una siepe, un fiore o un filo d’erba, un colore, solo sbarre e cemento“.

Qual è la finalità di questo trattamento, il 41 bis non dovrebbe servire unicamente a recidere le comunicazioni con gli associati all’esterno del penitenziario? Rappresenta una punizione aggiuntiva oppure il tentativo di indurre il detenuto a fare ciò che volontariamente non farebbe mai? – chiede allora l’avvocato dell’anarchico – Perché rinchiudere queste persone esclusivamente in istituti penitenziari che si trovano su isole, costringendo i parenti a raggiungerli con viaggi-odissee per parlarci una sola ora al mese attraverso un vetro con il citofono? Perché consentirgli una sola telefonata al mese, chiaramente registrata, in alternativa al colloquio visivo, e per soli 10 minuti? Perché – incalza – non consentirgli di sentire e vedere i familiari con maggiore frequenza, quale scopo persegue questa disciplina?”. “Cos’è il 41 bis? Una micro sezione dove si è costretti a vegetare in cella 21 ore al giorno, altro che rieducazione ed articolo 27 della Costituzione. No, Cospito non ha una vocazione suicida, non vuole morire, ha tanta voglia di vivere – dice ancora l’avvocato Albertini Rossi all’Adnkronos – ma vorrebbe farlo degnamente. Solo 204 detenuti su 750 sono condannati all’ergastolo, ciò vuol dire che moltissimi di loro transitano dal 41 bis alla libertà. Ha senso tutto questo? Per i detenuti nemmeno il conforto dei libri, la merce più rara per quanti si trovano al 41 bis: o non li autorizzano, come avvenuto con quelli scritti dalla Cartabia o da Manconi solo per citarne alcuni, o, quando permessi, sono consegnati al con estremo ritardo. La biblioteca di reparto, poi, è composta di soli 170 testi, per lo più puerili e infantili“.

“Il 41 bis è l’inferno dal quale mai mi faranno tornare a riveder le stelle”

Alfredo Cospito comunica anche al proprio avvocato Flavio Rossi Albertini che si  opporrà con tutte le forze all’alimentazione forzata. Lo afferma dopo che è stata adombrata la possibilitá di un T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio). Alla loro spietatezza ed accanimento, Cospito ribadisce, che opporrà la sua forza, tenacia e la volontá di un anarchico e rivoluzionario cosciente. Andra avanti fino alla fine. Contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. La vita, ribadisce  non ha senso in questa tomba per vivi.

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