Duri scontri ieri sera (domenica 21 marzo) a Bristol, Inghilterra sud-occidentale, durante una manifestazione contro il Police bill, nuova legge proposta dalla ministra degli Interni britannica Priti Patel per aumentare i poteri della polizia e limitare fortemente il diritto di manifestare.
La ministra aveva proposto il nuovo regolamento di polizia dopo le manifestazioni femministe – attaccate con violenza dagli agenti – che avevano fatto seguito al femminicidio, da parte di un poliziotto, di Sara Everard. A Bristol centinaia di manifestanti si sono diretti verso il commissariato di Bridewell. Qui si sono scontrati con le forze di polizia: due agenti sono rimasti feriti e un’auto della polizia è stata incendiata.
La manifestazione di Bristol è stata, finora, la più conflittuale, ma non è stata l’unica. Da oltre una settimana (dalla violenta repressione dei presidi femministi per Sara Everard) sono numerose le iniziative di mobilitazione contro la repressione e contro il Police bill, promosse principalmente da collettivi femministi, ma anche dai movimenti antirazzisti, da ecologisti e ambientalisti, organizzazioni della sinistra radicale, gruppi anarchici. Ora, anche grazie alle proteste, l’iter del disegno di legge è stato sospeso, le prossime letture in Parlamento e la votazione sono state rimandate a dopo Pasqua (ovvero dopo la prima settimana di aprile 2021).
La corrispondenza di Claudio, compagno italiano che vive e lavora in Inghilterra, a Londra, al quale abbiamo chiesto di spiegarci cos’è accaduto a Bristol e soprattutto in cosa consiste il Police bill contestato dai manifestanti. Ascolta o scarica
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