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India: conflitto sempre aperto tra maoisti e forze governative

Mobilitati oltre diecimila paramilitari contro gli insorti naxaliti

di Gianni Sartori

Risaliva alla fine del marzo 2025 la notizia che una cinquantina di naxaliti avevano consegnato le armi e si erano arresi alle forze di sicurezza indiane. Evento a cui aveva sicuramente contribuito l’uccisione di oltre un centinaio militanti maoisti nei primi tre mesi dell’anno.

Tuttavia da allora il conflitto pluridecennale tra gli insorti (schierati a difesa di adivasi, dalit e altre minoranze) e forze governative non non è andato attenuandosi.

In questi giorni con una offensiva contro la guerriglia (organica alla “operazione Kagar”) sono scesi in campo oltre 10mila paramilitari. Tra cui i “Greyhounds di Telangana” (fondati nel 1989 da Kota Srinivas Vyase proprio per combattere i maoisti),i “Combattenti Bastar di Chhattisgarh” e la forza C-60 del Maharashtra.

Le milizie filogovernative si muovono in caccia dai loro accampamenti di supporto logistico installatiin prossimità delle colline di Karregutta (dove, nella foresta, centinaia di guerriglieri avevano trovato rifugio) utilizzando droni, elicotteri e mute di cani.

Altre operazioni anti-insurrezionali sono in corso da ieri (28 aprile) nel distretto di Bijapur (vicino alla frontiera tra Chhattisgarh e Telangana) e almeno sei maoisti (tra cui tre donne) sono stati abbattuti nel corso di vari scontri a fuoco.

I rastrellamenti in atto hanno principalmente lo scopo di catturare o eliminare alti dirigenti maoisti. Come Madvi Hidma, Chandranaje, Sujata, Damodar, Bandi Prakash, Paparao, Azad, Vijjo, Kattaram Chandra Reddy, Vikalp, Urmila, Ganga, Mangdoo e Abhay. Tutti membri dei comitati centrali e su pendono taglie cospicue.

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