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Il pallottoliere truccato di Alfano sui reati dei militanti di Casapound

La risposta data da Alfano alla Camera ieri all’interrogazione SEL 5-07639 di Quaranta e Farina si commenta da sola nel suo goffo tentativo di salvare la posizione del Prefetto Papa accondiscendente verso Casapound: una risposta omissiva e accondiscendente a sua volta. E dire che Papa viene dall’antiterrorismo del Viminale; se l’antiterrorismo funziona così, possiamo giusto essere tranquilli. Ma al di là della gravità della posizione del Viminale sulla vicenda Casapound, CPI, i numeri forniti da Alfano, si ritiene indicati dai dirigenti di Polizia del Viminale, proprio non vanno; non si capisce che numeri dà Alfano…

Alfano ieri ha affermato testualmente “che nel quinquennio 2011-2015 sono stati tratti in arresto 19 militanti o simpatizzanti di CasaPound”. E qui il pallottoliere attenuatore di Alfano entra in azione.

Solo citando fatti apparsi sulla stampa, e ne avremo dimenticati sicuramente alcuni, gli arresti nel quinquennio sono stati almeno 40 e li citiamo testualmente.

Dicembre 2011 viene arrestato Palladino, nome di battaglia Zippo, come massacratore del militante PD Marchionne, oggi presidente del III Municipio a Roma.

Marzo 2012 a Lecce vengono arrestati in 4 per un pestaggio.

Napoli, Gennaio 2013, 10 arresti di militanti o simpatizzanti di Casapound, anche con l’accusa di associazione sovversiva.

16 Dicembre 2013 viene arrestato uno dei capi di CPI, Di Stefano, a Roma davanti alle sede a Roma dell’UE.

Giugno 2014 arrestato a san Benedetto del Tronto Roberto Ruffini, leader locale di CPI, per svariati pestaggi.

Novembre 2014 arrestati almeno 3 militanti di Casapound Viterbo per il pestaggio di tifosi inermi di una squadra di calcio, l’Ardita; uno di loro, Maulo, era già stato arrestato per pestaggi nel gennaio 2011.

Febbraio 2015 ci sono almeno 4 arresti di militanti di CPI per incidenti a Lecce.

Aprile 2015 a Cremona sono arrestati 9 esponenti di CPI per gli incidenti al centro sociale Dordoni.

30 Ottobre 2015 sono arrestati a Roma in 6 esponenti di CPI con 3 obblighi di dimora per scontri e ferimenti di poliziotti per gli incidenti anti migranti a casale san Nicola, nei pressi di Roma Nord. Senza contare il grave arresto nel Marzo 2015 per omicidio contro Ceniti per l’omicidio di Fanella a Roma, vicenda connessa con quella di Mokbel; Ceniti fino a due anni prima era stato il capo di CPI a Verbania.

E’ interessante infine leggere, qui sotto,  sempre su CPI un’interrogazione pubblicata oggi al Senato scritta da alcuni senatori del 5stelle che è molto analitica e dettagliata in taluni passaggi.

 Gioele Dax

Atto n. 3-02555

Pubblicato il 4 febbraio 2016, nella seduta n. 572

BERTOROTTA , SERRA , GIROTTO , DONNO , CAPPELLETTI , PAGLINI , GAETTI- Al Ministro dell’interno. –

Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

il Ministero dell’interno avrebbe inviato una nota informativa al Tribunale di Roma (n. 244, DIV2, Sez 2/4333) presso il quale è in corso una causa civile tra la figlia di Ezra Pound e il movimento di estrema destra “CasaPound”;

l’informativa si sostanzia in un documento della direzione centrale della Polizia di prevenzione recante la data dell’11 aprile 2015 e siglato dal direttore centrale, prefetto Mario Papa, che analizza la formazione politica CasaPound Italia;

a giudizio degli interroganti tale relazione è platealmente e inopinatamente di parte, come sottolineato da diversi articoli di stampa, fra cui uno de “il Fatto Quotidiano” del 1° febbraio 2016, tale da lasciare intuire al lettore un sostanziale silenzio sulla teoria di atti organizzati di violenza compiuti da membri di questo gruppo nei confronti di immigrati, avversari politici, cittadini comuni, forze dell’ordine ed addirittura non stigmatizzando le azioni del gruppo, tra cui l’occupazione illegale di spazi per fini abitativi;

stando all’informativa, nel gruppo ci sarebbero “elementi inclini all’uso della violenza”, ma “intesa come strumento ordinario di confronto e di affermazione politica oltre che metodo per risolvere controversie di qualsiasi natura”, come si legge su un articolo de “la Repubblica” del 1° febbraio;

l’informativa ha suscitato scandalo in molti media, a causa di una lettura complessiva del tutto difforme dalla realtà, eccessivamente bonaria e indulgente nei confronti di un gruppo che utilizza la violenza come strumento ordinario della politica;

tale documento costituisce elemento di valutazione in sede legale per la causa civile n. 27497/2011 R.G., potendo costituire un precedente pericoloso per altre cause in corso in Italia, in quanto potrebbe influenzare il giudizio dei magistrati, con notizie parziali e valutazioni politiche ai limiti dell’esaltazione;

considerato che:

è ben noto, invece, da diversi anni il coinvolgimento di dirigenti, di militanti e di simpatizzanti di CasaPound in numerosi episodi di violenza organizzata in tutta Italia; tra i tanti episodi si ricorda quello del 2 gennaio 2012, quando 4 esponenti aggrediscono a Lecce uno studente universitario di diverso schieramento politico, lasciandolo a terra esanime, fino alla recente aggressione di una diciassettenne a Bolzano per futili motivi (quotidiano on line “Alto Adige”, 26 gennaio 2016), per la quale è giunto un avviso di garanzia ad un consigliere comunale altoatesino di CasaPound;

sono altresì rilevanti alcuni fatti illegali commessi da persone del movimento, senza nessuna attinenza con avversari dei centri sociali;

il leader nazionale di CasaPound Italia Iannone avrebbe picchiato un carabiniere a calci e a pugni a Predappio (Forlì-Cesena) nel 2004 in occasione dell’anniversario della morte di Mussolini, cosa per la quale fu sottoposto a processo, come da un articolo su “romagnaoggi” del 24 aprile 2009;

si legge su un articolo de “la Repubblica” del 9 luglio 2009: «La notte del 3 novembre 2011 i militanti del Pd stavano affiggendo dei manifesti in via dei Prati Fiscali, nella zona nord di Roma, quando furono attaccati con mazze e bastoni da alcuni individui. Tutti vennero medicati in ospedale per le lesioni subite. Tra gli aggrediti c’era il capogruppo del Pd al IV Municipio, Paolo Marchionne, che raccontò di aver riconosciuto tra gli aggressori Palladino, un volto noto nella zona come militante di CasaPound. L’associazione negò qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, minacciando querele. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il gruppo di aggressori era composto da 15 persone, armate di bastoni e mazze ferrate e con il casco in testa. L’aggressione era stata interrotta dall’intervento casuale di una pattuglia dei militari che passava in via dei Prati Fiscali»;

il 9 luglio 2012 si apprende da “il Fatto Quotidiano” di accuse per il numero due del movimento di destra Andrea Antonini per favoreggiamento personale e falso materiale: pare che assieme a un complice abbia testimoniato per far rilasciare una carta d’identità, intestata a un’altra persona, a un latitante narcotrafficante;

nel giugno 2014 sarebbe stato arrestato Ruffini, leader di CasaPound a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), pugile professionista che aveva in vari episodi riempito di pugni vari passanti per la strada a San Benedetto, come risulta da un articolo estratto dal quotidiano “Il Resto del Carlino” del 6 giugno 2014;

come si legge da una notizia di stampa apparsa su “la Repubblica” del 3 luglio 2014, viene arrestato dalla mobile di Roma Giovanni Ceniti, prima leader a Verbania del movimento, in quanto implicato nell’omicidio Fanella a Roma, una storia connessa al tesoretto nascosto del maxitruffatore nero Gennaro Mokbel;

nel novembre 2014, risulta agli interroganti un’aggressione di incappucciati nei confronti di una tifoseria composta anche di donne e bambini a Magliano romano, con conseguenze che hanno visto feriti avere decine di giorni di prognosi. Risulta che le indagini abbiano svelato alcuni autori dell’aggressione tra cui il capo di CasaPound a Viterbo, Diego Gaglini, candidato sindaco e Erwin Maulo, noto violento, a cui hanno pure inflitto un provvedimento Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive), candidato consigliere comunale a Viterbo;

il 19 dicembre 2014 Lirio Abbate su “l’Espresso” scrive «Ci potrebbe essere un collegamento fra il capo di “Mafia Capitale”, Massimo Carminati e il leader di Casa Pound, Gianluca Iannone. A far da ponte fra i due sarebbe un uomo, di cui non si conosce ancora l’identità, che emerge nelle intercettazioni e su cui i carabinieri del Ros hanno avviato accertamenti per individuarlo. L’ipotesi emerge dai pedinamenti effettuati durante l’indagine su Mafia Capitale»;

su “wordpress” del 29 ottobre 2015 viene pubblicato un articolo dove si sostiene che, nel luglio 2015, in occasione di scontri con la Polizia durante una kermesse anti immigrati di CasaPound Italia a Roma, vengono feriti alcuni poliziotti, a seguito della quale sarebbero stati emessi 13 avvisi di garanzia contro esponenti romani e nazionali di CasaPound Italia;

il gruppo musicale “Zeta0alfa”, ZOA che in greco significa Animali come un famigerato battaglione delle SS, citato dall’informativa del prefetto Papa come positivo momento ludico e culturale di rifermento per CasaPound, il cui leader musicale è sempre Iannone, si caratterizza per canzoni di omaggio a Hitler e Mussolini;

considerato inoltre che, per quanto risulta agli interroganti:

allo stadio verrebbe diffuso tale inno: “Primo mi sfilo la cinghia, due inizia la danza, tre prendo bene la mira, quattro cinghiamattanza”, inno che solitamente verrebbe urlato da Iannone dal palco, mentre la platea metterebbe in pratica la strofa iniziando a colpirsi, ripetutamente e con tanto di ferite che, finito il ballo, rappresentano medagliette di cui esser orgogliosi;

la “cinghiamattanza” rappresenterebbe per gli affiliati di CasaPound un rito di iniziazione;

considerato altresì che:

la violenza politica rappresenta una grave minaccia all’ordine democratico, basato sulla tolleranza delle idee altrui, sul rispetto delle leggi, sulla concordia tra strati sociali, ordini religiosi e tendenze sessuali;

la ricostituzione del disciolto Partito fascista, sotto diverse formazioni, con diverso nome, ma identico scopo è espressamente vietata dalla Costituzione e dalla legge 20 giugno 1952, n. 645;

a quanto risulta agli interroganti la relazione del prefetto Papa costituisce elemento di valutazione in processi civili o penali a carico di esponenti dell’organizzazione, rendendo di fatto un’immagine alterata, pacificata ed eludendo tutti gli elementi che costituiscano dimostrazione di violenza organizzata;

le istituzioni devono garantire il diritto di espressione a qualsiasi cittadino, assicurando al contempo la sicurezza pubblica, mentre CasaPound Italia di fatto applica forme di squadrismo nelle nostre città, incrinando il rapporto di fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel rispetto della legge;

la storia recente ha dimostrato ampiamente il potere e il pericolo che rappresentano queste organizzazioni nel contesto europeo, come in Ucraina, dove gruppi apertamente fascisti hanno causato la caduta del Governo, conquistato il potere e instaurato un regime di polizia e di continue rappresaglie o come in Grecia, dove il gruppo Alba Dorata si è reso responsabile di violenze di massa e di omicidi di avversari politici;

CasaPound Italia intrattiene rapporti continuativi con svariati gruppi nazifascisti europei e non, procedendo in alcuni casi a formare campi di addestramento paramilitare per i propri iscritti anche in Paesi lontani come la Birmania, dove il gruppo dell’estrema destra è impegnato a fianco dei miliziani dell’esercito Karen, come riportato da un articolo pubblicato su “l’Espresso”, in data 5 novembre 2012, a firma Paolo Fantauzzi;

tra i 155 gruppi ultras di calcio che manifestano un orientamento politico, 93 sono di destra; tra questi, CasaPound è attiva in quello romano e in altri gruppi del nord Italia;

il tifo organizzato rappresenta un bacino di forze disponibili a qualsiasi crociata violenta guidata dai gruppi politici di estrema destra e i gruppi ultras sono molto pericolosi in quanto sperimentano pratiche di guerriglia contro le forze dell’ordine ogni domenica; unitamente ad una guida politica entrambi possono rappresentare un grave pericolo alla nostra vita democratica, come già dimostrato in altri casi, come quelli ucraino e greco;

considerato infine che, a parere degli interroganti:

è necessario dare un segnale all’interno delle forze dell’ordine nella direzione del rispetto della legalità e del carattere antifascista della nostra Repubblica;

è urgente allontanare ogni sospetto di partigianeria o giustificazionismo all’interno dell’istituzione verso gruppi responsabili di violenze organizzate e propaganda razziale e fascista;

è necessario tutelare la nostra vita democratica attraverso una maggiore attenzione alle attività di CasaPound Italia, valutando altresì l’ipotesi di una rettifica della nota informativa della Polizia di prevenzione sul movimento di CasaPound,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti ed in particolare se ritenga che le commistioni tra ambienti criminali ed esponenti politici della destra radicale siano un campanello d’allarme per l’ordine democratico del nostro Paese;

se intenda avviare un’indagine interna sulla vicenda, al fine di individuare eventuali responsabili, anche in considerazione di un’urgente rettifica della nota informativa della Polizia di prevenzione su CasaPound Italia;

quali opportune iniziative intenda adottare per verificare se esistano all’interno delle forze dell’ordine soggetti che si uniformano ai principi di CasaPound e per contrastare, eventualmente, il fenomeno di infiltrazione e di accondiscendenza verso il neofascismo;

se intenda procedere allo sgombero di spazi occupati illegalmente e finalizzati alla diffusione dell’odio razziale e della violenza organizzata;

se, alla luce delle recenti notizie sulle violenze organizzate a carico di cittadini bengalesi a Roma, ritenga di dover aumentare le misure di controllo sui gruppi neofascisti in prospettiva di una rigorosa prevenzione e salvaguardia della sicurezza pubblica nella capitale.

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