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Il "Caso Aldro" di Trieste Colpo di scena: chieste nuove indagini sulla morte di Rasman

Davvero un colpo di scena quello di ieri al tribunale di Trieste: ci saranno nuove indagini sulla morte di Riccardo Rasman( nella foto). E’ stato deciso, all’indomani di un’interrogazione parlamentare firmata da Haidi Giuliani del Prc e anticipata ieri da Liberazione, nell’udienza preliminare che doveva decidere sulla richiesta di archiviazione dell’accusa di omicidio preterintenzionale a carico dei quattro agenti di polizia che ammanettarono, dopo una colluttazione, il trentatreenne triestino disabile psichico, che fu trovato morto con i polsi e le caviglie legate, nel suo letto dal personale del 118. I fatti risalgono al 27 ottobre 2005, quando il giovane, che soffriva di disturbi psichici da quando aveva atti di nonnismo durante la naja. La sera dei fatti era solo in casa, in stato di agitazione, nudo alla finestra con la musica alta. Lanciò due petardi, uno dei quali cadde vicino alla figlia del portiere del caseggiato popolare. Intervenne il 113 che fece sfondare la porta dai vigili del fuoco nonostante, secondo le testimonianze, si fosse già rivestito ed era tranquillo e seduto sul letto. L’irruzione degli agenti con le torce nel monolocale scatena una colluttazione. Rasman, ferito alla testa e al viso, viene immobilizzato e gli agenti lo costringono a faccia in giù sul letto. Morirà per asfissia posturale, come Federico Aldrovandi, un mese prima a Ferrara. Ma il pm ha ritirato ha chiesto la revoca della richiesta di archiviazione alla luce delle nuove memorie difensive presentate dalla parte civile. A rappresentare la famiglia s’è aggiunto all’avvocato triestino Di Lullo anche il ferrarese Fabio Anselmo, uno dei legali della famiglia Aldrovandi, colpito dalle similitudini con i fatti dell’ippodromo di Ferrara. Anche a Trieste, ad esempio, sarà la polizia a indagare su se stessa dopo essere intervenuta su un soggetto in stato di agitazione. L’udienza, a un certo punto, è stata sospesa perché la mamma di Rasman ha avuto una crisi di disperazione e ha lasciato l’aula con i familiari. Il Gip comunicherà la decisione entro cinque giorni.

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