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I fatti di Tor Sapienza tra fascisterie e strane storie del Viminale

Bisogna mandare indietro il tempo con calma (quasi un reloading di film), fermare i fotogrammi e cogliere alcuni punti salienti per capire le vicende di Tor Sapienza e prevederne gli sviluppi futuri. Altrimenti c’è un eccesso di fatti e di commenti che fanno solo da cortina fumogena.

  • 1) Per ammissione dello stesso organizzatore leader della cosiddetta marcia delle periferie di Roma sabato 15 novembre Franco Perina, presidente del Coordinamento azione operativa Ponte di Nona, uomo, diciamo, dalle note simpatie di estrema destra, “Sono quattro mesi che stiamo organizzando questo corteo”.
  • 2) Si aggirano a Tor Sapienza da un paio di settimane noti personaggi di estrema destra, estranei al quartiere, a parlottare nei bar e nei crocchi; qualcuno giura di aver intravisto Lucarelli, il capo segreteria di Alemanno, già di Forza Nuova.
  • 3) Qualche giorno prima della marcia romana (i fascisti amano sempre giocare a Roma con le marce tra ricordi, evocazione e minacce), avviene l’assalto a Tor Sapienza del centro per l’accoglimento di rifugiati con un forte sapore di connotazione xenofobica di Pogrom, con tanto di grida di “Evviva il duce”; l’assalto con fatica viene represso dalla Polizia, colta alla sprovvista.
  • 4) Nel corso dell’infame gazzarra/pogrom ci sono varie decine di incappucciati che attaccano la Polizia, massacrando il braccio di un agente di PS (non abbiamo sentito stavolta le solite grida e i comunicati di quei sindacati di Polizia che anche per una slogatura di un dito a un agente in scontri coi Centri Sociali chiedono repressione e pene severissime: ma và?) e danneggiando gravemente alcune auto; tra gli incappucciati sono presenti spacciatori, ultrà e, naturalmente, fascisti.
  • 5) La motivazione farlocca del Pogrom è stata raccontata come motivata dai problemi che creano i minori rifugiati nel Centro di accoglienza di Tor Sapienza. Chiunque conosce un minimo quel quartiere sa che i problemi, tra i tanti, sono la mancanza del lavoro, la mancanza di socialità e i fiumi di droga pesante che circolano. La droga, controllata dai cartelli narcos di Roma Sud e Roma Est, è spacciata da pusher italiani e non, che vanno ben d’amore e d’accordo: sicuramente non dai ragazzi rifugiati. Eppure nei manifestanti di Tor Sapienza, neanche nelle cosiddette mamme che lanciavano striduli slogan xenofobi a ripetizione, quasi che fossero stati imparati a memoria, nessuno si avvede che i pusher di quartiere non vengono dal Centro di accoglienza…anzi manifestano insieme con loro. Ma che anomalia!
  • 6) La reazione della DIGOS e della Mobile il giorno successivo al tentativo di Pogrom appare rigorosa a proteggere i ragazzi extracomunitari rifugiati a Tor Sapienza. Eppure il giorno dopo Alfano avoca a sé la vicenda, coi poteri di superpoliziotto che gli discendono dal recente Decreto Legge sugli stadi (ancora non bene studiato purtroppo da molti giuristi): si decide così di deportare i ragazzi via da Tor Sapienza. Anche in questo caso il silenzio dei sindacati di Polizia è assordante! Non dimentichiamo comunque che molti estremisti di destra romani di AN/PDL sono confluiti verso il partitino di Alfano, anche se la maggior parte di costoro sta oggi veleggiando verso la Lega Nazionale, auspici a Roma Casapound e Borghezio.
  • 7) Venerdì’ 14 Borghezio e Casapound tentano una manifestazione a Tor Sapienza coi loro tricolori ostentati al vento. Non ci sono molti manifestanti, ma un funzionario di PS con la fascia tricolore della Repubblica impone lo stesso lo scioglimento dell’ assembramento, comunque non autorizzato.
  • 8) In molti si aspettavano in tempi rapidi degli arresti conseguenti al Pogrom con l’identificazione degli autori e dei loro contatti, evidentemente, risalenti a settimane prima. Ma l’indagine della Procura sembra essere molto, molto lenta.
  • 9) Sabato 15 c’è stata la sfilata, alias la marcia delle periferie, con un numero di partecipanti basso, circa 1500 persone, con qualche saluto romano, non frenato. Ma erano presenti varie anime della destra e della destra estrema: Casapound, qualche leghista, Alemanno, Tredicine, Santori, Sabbatani Schiuma,Giorgia Meloni, vari altri del “PDL”e Gramazio.
  • 10) Proprio quel Gramazio che da giorni monta come la mayonnaise il cosiddetto Pandagate delle presunte multe non pagate da Marino.
  • 11) Marino, non appare decisamente un buon sindaco, tutto preso come è da questioni di rilevanza secondaria, evanescente, quasi racchiuso in un bozzolo allergico al mondo che si è tessuto con le sue stesse mani. Subisce in questi giorni colpi di maglio non solo dalle destre ma anche dal suo stesso partito, l’enigmatico PD. Sembra che gli scenari che si aprono a Marino siano solo due. A) Allargare al Campidoglio la maggioranza a destra e proprio al partitino di Alfano, per quel che ne rimane a Roma. B) Dimettersi, e poi la corsa al nuovo sindaco, che dovrebbe essere o Alfio Marchini o Giorgia Meloni. Roba da gelare il sangue.
  • 12) E se lo sceneggiata romana fosse duplicata in altre città col Viminale che si piega alla piazza dei Pogrom? E se la sceneggiata diventasse una scalata nazionale? C’è uno scenario estremo, difficile ma non impossibile: conosciamo bene come andò a finire con la Repubblica di Weimar ad opera delle camice brune.

 

Claire Lacombe

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