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Guerra in Ucraina; Combattimenti e annunci di corridoi umanitari

Nono giorno di guerra in Ucraina che si caratterizza nella notte con accesi scontri  attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, dove le esplosioni e un incendio sviluppatosi all’interno dell’area hanno fatto temere per diverse ore un possibile disastro nucleare.

La sicurezza della centrale è stata poi ripristinata e le autorità ucraine hanno assicurano che non c’è stato innalzamento di radiazioni. Anche l’Aiea ha confermato che nessuno dei reattori è stato colpito o danneggiato. Kiev ha denunciato come “terrore nucleare” l’operazione russa chiedendo ulteriori sanzioni contro Mosca che, al contrario, sostiene di aver risposto ad una provocazione senza avere dato finora maggiori dettagli. Secondo le agenzie di stampa la centrale, che si trova sulla linea del fronte a nord-ovest della Crimea, sarebbe ora quasi interamente sotto il controllo delle truppe russe e gli scontri attorno e dentro ad essa sarebbero cesssati.

E’ calma apparente anche a Kiev. Nella Capitale la popolazione e l’esercito sostengono di averne approfittato per rafforzare le difese: dai sobborghi al centro sono state erette centinaia di barricate con trappole esplosive, filo spinato e blocchi di cemento e sabbia in attesa dell’attacco dei tank russi che per il momento sono fermi a circa 60km di distanza, nel distretto di Makarov, in attesa di ricevere rinforzi. Il racconto del corrispondente dall’Ucraina de “Il Manifesto” Sabato Angieri. Ascolta o scarica

Che i russi abbiano mobilitato le proprie riserve operative per dare l’assalto alla Capitale lo confermerebbe anche il bollettino diffuso dallo Stato maggiore dell’esercito. Le forze di Kiev sostengono che i russi hanno perso finora oltre 9.100 uomini e che molti reparti di prima linea, formati da combattenti inesperti, si stiano arrendendo e stiano abbandonando le armi. La situazione si potrebbe invertire però con l’arrivo delle divisioni formate da veterani e corpi speciali.

Si continua a sparare duecento km più a sud, a Mariupol, sul mar Nero. La città per ora rimane in mano agli ucraini, compresi gli ultranzionalisti del battaglione Azov. Con loro sono intrappolati anche 500mila civili, senza acqua né elettricità: di fatto la città è assediata da russi e truppe delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. È giallo sulla città di Kherson conquistata dai russi giorni fa ma dove ancora si combatte. Data per spacciata “soltanto ora i russi avrebbero preso il controllo del municipio” riportano le agenzie. Denuncia invece un ecatombe nella città di Kharkiv, la seconda del Paese, Serhiy Chernov, presidente del consiglio regionale. “Ieri abbiamo contato più di 2.000 morti, oltre 100 bambini. Possiamo calcolare morti e feriti a centinaia ogni ora” ha dichiarato nel corso di una audizione online.

Sul fronte diplomatico oggi riunioni d’emergenza dei ministri degli Esteri di Nato, G7 e Ue. “Stiamo lavorando per portare Putin al tavolo” afferma Di Mao. Al odierno vertice straordinario del Consiglio Affari Esteri Ue ci sarà anche il segretario di stato USA Blinken. Fissato infine alla prossima settimana il terzo round di negoziati tra Mosca e Kiev che per il momento hanno raggiunto un intesa solo sull’evacuazione dei civili dalle città con un cessate il fuoco temporaneo. Non si ferma infatti la fuga dalle zone di combattimento. A Leopoli, a meno di 50 km dal confine polacco il flusso gli sfollati e’ in costante aumento. Ci racconta la situazione Alberto Capannini, responsabile di Operazione Colomba, Corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII di Bergamo che si trova a Leopoli per fornire aiuti alla popolazioneAscolta o scarica

In Italia già da alcuni giorni stanno arrivando i primi profughi. Ieri a Fiamignano, piccolo comune della provincia di Rieti, sono stati accolti 10 profughi di nazionalità ucraina. Nella notte altri due pullman con circa 50 persone sono arrivati ad Udine. Godranno tutti dell’intesa raggiunta ieri a Bruxelles sulla protezione per chi fugge dalla guerra in Ucraina. Il Consiglio Ue Affari Interni, investito del tema, ha deciso che chi rienterà tra gli idonei otterrà, per un anno, rinnovabile, di una protezione umanitaria simile a quella dei rifugiati in qualsiasi Stato Ue. Superate anche le resistenze dei Paesi di Visegrad, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, che avevano avanzato riserve sulla concessione della protezione temporanea a profughi non cittadini ucraini.

Domani, sabato, infine manifestazione nazionale nowar a Roma, dalle ore 13.30 in piazza Repubblica, che per inciso Radio Onda d’Urto seguirà in diretta dalle 14.30. A lanciare la mobilitazione la Rete italiana pace e disarmo, con decine di adesioni: dai sindacati confederali a Emergency, dall’Anpi all’Arci, che nell’appello chiedono di “fermare la guerra in Ucraina” e condannano “l’aggressione della Russia in Ucraina” e chiedono “il cessate il fuoco e l’immediato ritiro delle truppe”.

Una manifestazione che però ha portato con sè diverse critiche nei confronti dell’appello di indizione, che per includere la Cisl (che comunque poi non ha aderito) non aveva espresso una chiara presa di posizione contro l’invio di armi da parte dell’Italia nel conflitto in corso. Per questo diverse realtà hanno annunciato la loro presenza in piazza, ma attraverso un proprio appello alla partecipazione. Parliamo anche di questo nell’intervista a Padre Alex Zanotelli.Ascolta o scarica

Di seguito, la lettura delle riflessioni, esposte in due articoli, di due studiosi e compagni ucraini:

L’anti imperialismo degli idioti” di Taras Bilous, storico ucraino e attivista di Smo (Social movement organization). Pubblicato il 25 febbraio 2022 su Commons: journal of social critique. Traduzione a cura della redazione di Left. Ascolta o scarica.

 Us-plaining is not enough. To the western-left, on your and our mistakes“, di Volodymyr Artiukh, ricercatore in antropologia sociale su working-class e migranti in Est Europa, compagno attivo nei movimenti sociali ucraini. Pubblicato su Commons: journal of social critique. Traduzione a cura della redazione di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica.

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