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Grecia: Si aggravano le condizioni del prigioniero politico Dimitri Koufodinas

Le condizioni di Dimitri Koufodinas si stanno aggravando di ora in ora. Siamo oggi giunti al 29esimo giorno di sciopero della fame. Koufodinas si trova piantonato all’ospedale di Lamia, i medici danno per molto probabile nelle prossime ore un tracollo fisico che potrebbe portare nel “migliore” dei casi al coma e nel peggiore alla morte.

Ricordiamo che Koufodinas è  in sciopero della fame dall’8 gennaio. Ha deciso di intraprendere questa  forma di protesta dopo il suo trasferimento, avvenuto a inizio gennaio,  dal carcere rurale di Kassevetia a quello di  Domokos.

Una legge  approvata a inizio mese, tra le altre norme che peggiorano la vita  dentro ai penitenziari, ha stabilito che chi è condannato per terrorismo  non possa avere accesso alle carceri rurali, istituti penitenziari più  “aperti” a cui hanno la possibilità di accedere i prigionieri di lungo  corso. L’approvazione di questa legge, essendo anche retroattiva, ha  subito attivato l’iter burocratico per il trasferimento di Dimitri. Lo  stesso testo governativo stabilisce che i reclusi che non hanno più  diritto a stare nelle carceri rurali vengano ri-trasferiti nell’ultimo  carcere in cui sono stati, e nel caso di Koufodinas sarebbe dovuto  essere quello ateniese di Koridallos. L’amministrazione penitenziaria ha  però deciso di mandarlo nel carcere di Domokos. La differenziazione dei  circuiti per prigionieri teoricamente non esiste in Grecia, grazie  anche alle proteste notevoli messe in atto dai reclusi – e anche fuori –  qualche anno fa quando c’era stato un tentativo di introdurre il  principio di differenziazione dei regimi anche qui. Ma negli ultimi anni il tentativo dell’amministrazione penitenziaria è quello di rendere, di  fatto, il carcere di Domokos un istituto con norme più rigide per  prigionieri “speciali”: qui sono reclusi tra i protetti alcuni dei  condannati per associazione criminale nel processo che ha visto alla  sbarra Alba Dorata e ci sono anche i compagni Nikos Maziotis e Yannis  Dimitrakis (anch’essi in sciopero della fame dal 16 gennaio in  solidarietà a Koufodinas).

Per dare una parvenza di legittimità al  trasferimento l’amministrazione penitenziaria ha anche falsificato i  documenti della traduzione del compagno scrivendo che questo sarebbe  stato portato da Kassevitia a Koridallos e poi da lì a Domokos, cosa mai  avvenuta.

Davanti a questi fatti, Koufodinas ha deciso di reagire  nell’unico modo che pensava essere opportuno, iniziando lo sciopero  della fame a oltranza chiedendo di essere trasferito nella prigione di  Koridallos, come stabilirebbe lo stesso testo di legge.

Mai come in questo momento mettere in campo iniziative di solidarietà e di pressione verso il governo greco potrebbe essere importante e fondamentale

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URGENTE – Giovedì 4 febbraio presidio ambasciata greca a Roma

NON C’È PIÙ TEMPO

Lo stato greco sta giocando col fuoco senza considerare quanto si scotterà nel caso in cui tutta questa storia dovesse avere uno spiacevole epilogo.

Dimitris Koufondinas, detenuto nelle carceri greche dal 2002, membro dell’organizzazione rivoluzionaria “17 Novembre”, è oggi al 29° giorno di sciopero della fame per pretendere almeno la regolarità nell’applicazione delle nuove misure del governo greco in materia di detenzione. Chiede che il trattamento – progettato scientificamente – e a lui destinato per legge, venga quantomeno rispettato.

Oggi, 3 febbraio, si trova in ospedale piantonato in condizioni di salute molto gravi. È di fatto in reale pericolo di vita.

Dimitris è un compagno che non si è mai tirato indietro.

Ha condotto nel corso della sua vita una incessante lotta contro la barbarie capitalista.

Il suo gesto, questo sciopero della fame, è un esplicito NO di fronte ai soprusi di oggi, e quelli di domani. Nei confronti di se stesso, come di tutto il corpo detenuto.

Ecco che l’atteggiamento inamovibile dello stato greco di fronte a questa legittima richiesta ha il sapore della vendetta. E la caratteristica dell’arroganza, del pensare di poter agire la ferocia in maniera indisturbata. Non è così. E non lo sarà in futuro.

Tutto torna.

In quanto a noi, non possiamo rimanere a guardare silenti mentre questa tragedia si consuma.

SOLIDARIETÀ CON DIMITRIS KOUFONDINAS e con gli altri prigionieri in sciopero della fame al suo fianco.

GIOVEDÌ 4 FEBBRAIO 2021 – ORE 15:00 PUNTUALI

TUTTE E TUTTI DAVANTI ALL’AMBASCIATA GRECA

 via Giacomo Rossini, 4

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