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Genova: Rinviato il processo per le torture a Bolzaneto, "impunità" sempre più vicina

La temporanea indisponibilità di Elena Minici, giudice a latere con Luisa Carta nella sezione del tribunale presieduto da Renato De Lucchi, porterà inevitabilmente ad un rinvio del processo per le violenze e i soprusi nella caserma di Bolzaneto durante il G8. Le udienze rischiano di slittare di almeno un mese, sempre che il presunto attacco al sistema informatico di ieri pomeriggio – e di cui raccontiamo nell´articolo in basso – non provochi ulteriori ritardi. Per la sentenza, attesa in un primo tempo intorno a luglio, si passa con ogni probabilità al prossimo autunno. E l´ombra nera della prescrizione, che scatterà esattamente tra di un anno, si allunga a questo punto in maniera pesante.Terminata il 30 ottobre scorso l´istruttoria dibattimentale, la prossima udienza dovrebbe essere quella di lunedì 14 gennaio: in programma c´è la requisitoria dei due pubblici ministeri, Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati. Scontato il rinvio a data ancora da definirsi. Si attende il rientro di Elena Minici. I più ottimisti parlano di febbraio, e a questo punto spulciano preoccupati il calendario. L´ultima delle udienze, già programmate da De Lucchi, era prevista per martedì 8 aprile. Si va dunque a maggio nella migliore delle ipotesi, ma nel conto andranno inserite alcune settimane di fisiologici, ulteriori ritardi. Il rischio è che la sentenza non arrivi prima della pausa estiva: rimandare all´autunno significherebbe sfiorare pericolosamente il gennaio 2009, data in cui cadrà comunque la prescrizione. La speranza è che almeno si possa arrivare ad un primo grado di giudizio.Quarantacinque imputati tra generali, funzionari di polizia, ufficiali dei carabinieri, agenti, militari e medici: accusati a diverso titolo di abuso d´ufficio, violenza privata, abuso di autorità contro detenuti o arrestati, falso, violazione dell´ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell´uomo e delle libertà fondamentali. Le persone offese sono 209. Il processo aveva preso il via il 12 ottobre di due anni fa: le udienze sono state 157, in aula sono state ascoltate 392 persone (compresi 12 imputati). Gli accusati si sono sostanzialmente difesi, sostenendo di non aver compiuto – e tantomeno visto compiere – nulla di illegale. I pm ritengono invece che la tesi accusatoria sia uscita pienamente rafforzata dal dibattimento. Ci sono buone ragioni per credere che la loro requisitoria ricalcherà in larga parte quanto già denunciato in una esemplare memoria agli atti. Dove Petruzziello, Ranieri Miniati (e Francesco Pinto, che firma con loro il documento) ricordano le «pagine brutte che sono state scritte in quei giorni a Bolzaneto nella caserma Nino Bixio: pagine brutte di comportamenti gravi che, se anche dovessero incontrare la prescrizione, tuttavia difficilmente potranno essere dimenticati». I magistrati rifiutano di credere «ad esplosioni improvvise di violenze. I capi ed i vertici di quella caserma hanno permesso e consentito che in quei tristi giorni del luglio 2001 a Genova si verificasse una grave compromissione dei diritti delle persone, perché è questo ciò che le indagini hanno provato essere accaduto. Ancora più grave perché erano delle persone detenute, già private della loro libertà personale; persone che in quella caserma, a prescindere dal comportamento precedente che ve le aveva portate, erano inermi e impotenti, spesso ferite, quasi sempre spaventate e terrorizzate».In questi anni è stato prosciolto in udienza preliminare Vittorio Bertone, mentre Antonio Biribao – unico ad aver scelto il rito abbreviato – non era stato riconosciuto dalle vittime e quindi assolto. Tra gli indagati era comparso anche il giudice Antonio Sabella, che durante il G8 era il più alto in grado tra i responsabili della gestione dei fermati a Bolzaneto: la sua posizione era stata successivamente archiviata.

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