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Genova: lo stato assolve i torturatori della Diaz e di Bolzaneto e mette sotto inchiesta il pm Zucca

“Tutti i torturatori della Diaz e di Bolzaneto sono ancora in servizio, nessuno di loro è stato destituito, contrariamente a quanto richiesto dalle convenzioni internazionali e dal diritto interno e invece apprendiamo con stupore che viene aperto un procedimento disciplinare nei confronti del procuratore Enrico Zucca.” Questa è la reazione degli avvocati del Genoa Legal Forum in seguito alla notizia della possibile apertura di un inchiesta disciplinare da parte del capo della polizia Pansa e del ministro degli interni Alfano, nei confronti del pm che dall’inizio si è battuto per non lasciar cadere nell’oblio le vicende della Diaz e di Bolzaneto. Le dichiarazioni dei giorni scorsi di Zucca, che ha criticato aspramente la polizia sostenendo che nulla sia cambiato nelle dinamiche interne dal 2001 ad oggi, sono confermate dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, che più volte ha ripreso l’Italia per la cattiva gestione di queste vicende. “Se il dr. Pansa ed il ministro degli interni tengono al buon nome della polizia possono iniziare a destituire i responsabili di quei fatti” concludono i legali.

Il commento di Lorenzo Guadagnucci del comitato Verità e giustizia per Genova

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Solidarietà a Enrico Zucca, pm nel processo Diaz
Siamo profondamente turbati per la notizia del possibile avvio di un’azione disciplinare nei confronti di Enrico Zucca, pm nel processo Diaz, e vogliamo dire ai ministri Alfano e Orlando e allo stesso capo della polizia che dovrebbero essere grati al dottor Zucca per l’enorme contributo che egli ha saputo dare in questi anni alla credibilità delle nostre istituzioni.
Il dottor Zucca, con i colleghi che lo hanno affiancato nelle inchieste e nei processi, è stato un esempio di lealtà e valore professionale, come le sentenze sul caso Diaz e il pronunciamento della Corte europea per i diritti umani dimostrano al di là di ogni dubbio. Quelle sentenze hanno salvato l’onore delle nostre istituzioni, che si erano rivelate incapaci di riconoscere le proprie responsabilità e di schierarsi dalla parte dei  cittadini sottoposti a tortura.
Mentre alcuni tentavano di fermare le inchieste e di ostacolare i processi o voltavano la testa dall’altra parte, pur sapendo quanto la vicenda Diaz sia stata lesiva per l’immagine della polizia italiana agli occhi del mondo, il dottor Zucca e i suoi colleghi hanno lavorato per accertare le responsabilità di ciascuno e garantire l’esercizio dell’azione giudiziaria, rendendo così un servizio fondamentale al nostro paese e ai suoi cittadini.
L’onore della polizia, perduto nella notte della Diaz e per le falsificazioni sistematiche che sono seguite, si tutela solo attraverso la trasparenza, l’assunzione di responsabilità, il rispetto delle sentenze e degli impegni internazionali.  Non ci sono altre strade. Il silenzio, il rifiuto delle critiche, le promozioni degli indagati,  la protezione indiscriminata garantita agli imputati, gli ostacoli frapposti all’esercizio dell’azione giudiziaria hanno arrecato un grave danno all’immagine della polizia italiana.
Le sentenze  hanno offerto l’occasione per invertire la rotta e rivolgersi ai cittadini a testa alta, prendendo i provvedimenti che il dottor Zucca ha  sollecitato – e noi con lui – nei suoi recenti interventi, a partire dalle chiare e perentorie indicazioni della Corte di Strasburgo, messe nero su bianco non più tardi di due mesi
fa, con giudizio unanime dei sette giudici europei.
Se la risposta a queste sacrosante valutazioni e richieste fosse l’avvio di un procedimento disciplinare per il magistrato che ha osato ricordarle, ci troveremmo di fronte a un ulteriore, gravissimo arretramento; sarebbe un attacco ingiusto e immotivato a un fedele funzionario dello stato, a un magistrato che ha saputo svolgere il suo compito con onore e lealtà, in condizioni di straordinaria difficoltà.
Siamo allarmati per l’iniziativa del ministro Alfano e del capo della polizia Pansa, un atto privo di presupposti che conferma indirettamente quanto siano fondati i limiti evidenziati dalla stessa sentenza di Strasburgo, perciò esprimiamo la nostra più profonda solidarietà e gratitudine al dottor Zucca.
Lorenzo Guadagnucci, Enrica Bartesaghi, Vittorio Agnoletto
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AREA SULLA RICHIESTA DI PROCEDIMENTO DISCIPLINARE NEI CONFRONTI DI ENRICO ZUCCA

Il capo della Polizia e il ministro dell’Interno hanno chiesto al ministro della Giustizia Andrea Orlando “di valutare eventuali profili disciplinari” nei confronti del sostituto procuratore generale di Genova Enrico Zucca, perché le sue parole di commento ai fatti accaduti durante il G8 di Genova nel 2001 metterebbero in discussione la tutela dell’onorabilità della Polizia.

L’intervento di Enrico Zucca, uno dei magistrati che sostenne l’accusa nei processi per i fatti della Diaz, è pubblico e può essere valutato da tutti.

Noi riteniamo che “inutili, dannose e offensive dell’immagine della Polizia di Stato”, per usare le parole dei richiedenti, e anzi dannose e offensive per l’immagine dell’Italia tutta siano state altre vicende.

La negazione istituzionale, per 14 anni, di fatti che Amnesty International ha definito come “una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia più recente” e “la più vasta e cruenta repressione di massa della storia europea recente”;

la mancata reazione disciplinare interna;

le reazioni politiche nei confronti dei magistrati che hanno indagato e giudicato;

la condanna dello Stato Italiano da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per quei fatti;

il persistente inadempimento da parte del Parlamento Italiano degli obblighi convenzionalmente assunti e la mancata introduzione del reato di tortura nei termini puntualmente indicati nell’art. 3 della CEDU.

Area ritiene abnorme la richiesta dell’apertura di un procedimento disciplinare e si riconosce in Enrico Zucca e in tutti i magistrati che svolgono il loro compito senza timore e nel rispetto delle regole e della Costituzione.

Il Coordinamento di Area

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Solidarietà al dott. Enrico Zucca
Uno dei pochi magistrati coraggiosi che non si nascosero e non si piegarono alle minacce e alle pressioni che non volevano indagini sulle violenze e le torture alla Diaz e a Bolzaneto durante il G8 di Genova
Il capo della polizia, il ministro dell’Interno e i sindacati di polizia vogliono negare persino il diritto di critica di un’omertà flagrante che di fatto pretende eternizzare l’impunità (ma questa non è una sorta di diritto a commettere reati?)
(ascoltate qua ciò che ha detto il dott. Zucca di “tanto incriminabile” secondo i signori principi dell’omertà:

Zucca parla della Polizia dopo il G8, Pansa chiede al Ministro Orlando interventi disciplinari:

 

Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, d’intesa con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha chiesto al ministro della Giustizia Andrea Orlando “di valutare eventuali profili disciplinari” nei confronti del sostituto procuratore generale di Genova Enrico Zucca, uno dei magistrati che sostenne l’accusa nei processi per i fatti della Diaz. Ieri il magistrato in un intervento alla ‘Repubblica delle idee’ ha dichiarato che dopo il G8 di Genova la polizia non é guarita e che teme “ancora una nuova Diaz”.

RepIdee, Zucca: “Fatti della Diaz sono stati oggetto di totale rimozione”

“Non rilascio nessun commento, nessuna dichiarazione. Sono a disposizione a braccia e a petto aperto”, la replica di Zucca.

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