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Genova G8: Nei guai anche cinque agenti dell’ufficio matricola della caserma di Bolzaneto. Oggi le richieste dell’accusa.

Battute finali della requisitoria dei pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati nel processo per le violenze che si consumarono nella caserma di Bolzaneto durante il G8 genovese. Dopo il colpo di scena dell’ultima udienza con la richiesta di trasmissione degli atti per falsa testimonianza nei confronti di una decina di carabinieri, ieri i pm hanno illustrato le posizioni degli addetti all’ufficio matricole e dei cinque medici che a Bolzaneto ebbero a che fare con i manifestanti arrestati. I primi sono accusati di falso ideologico, mentre per i medici il capo d’imputazione parla di abuso d’ufficio e omissione di refertazione. Per oggi sono attese, invece, le richieste di pena per i 45 imputati. A loro, i due pm contestano ben 120 capi d’accusa. La maggior parte dei reati però cadrà in prescrizione già nel gennaio del 2009, il che significa che la sentenza, qualsiasi essa sia, non potrà mai superare i tre gradi di giudizio. Dopo aver analizzato nelle passate udienze le presunte responsabilità di funzionari della polizia di Stato e di quella Penitenziaria, i pm sono passati dunque ieri ad illustrare le accuse nei confronti degli addetti all’ufficio matricola, sei in tutto e tutti accusati di falso ideologico per aver “accomodato” le dichiarazioni di primo ingresso degli arrestati alla Diaz.In sostanza, in particolare gli stranieri, sarebbero stati costretti a firmare dei modelli precompilati nei quali dichiaravano di non voler avvisare del fermo né i famigliari, né il consolato competente. Imputati sono i tre esecutori materiali (Giovanni Amoroso, Michele Sabia Colucci, Marcello Mulas) che stilarono i fogli d’ingresso dei detenuti, usando – secondo l’accusa – delle fotocopie per sveltire il lavoro; il sovrintendente Egidio Nurchis che li siglò tutti e quindi non poteva non essere a conoscenza di quanto vi era scritto, e due ispettori, il capo matricola Paolo Tolomeo e Giuseppe Fornasiri, per il quale però Petruzziello e Miniati hanno chiesto il proscioglimento «in quanto non è stato possibile dimostrare che fosse a conoscenza dei fatti».Paradossalmente il falso ideologico è uno dei reati più gravi contestati nel processo per i fatti di Bolzaneto e con i tempi di prescrizione più lunghi.I pm sono passati quindi ad analizzare le posizioni dei cinque medici che nella caserma si occuparono dei detenuti: Giacomo Toccafondi, Adriana Mazzoleni, Sonia Sciandra, Aldo Amento e Marilena Zaccardi. Nei loro confronti l’accusa è abuso d’ufficio e omissione di referto. Alla dottoresa Sciandra viene contestato anche il falso ideologico per non aver riportato nel diario clinico, le dichiarazioni di una paziente su un suo problema fisico. Dopo le richieste di pena la parola passerà ai difensori delle parti civili. Il primo a parlare sarà l’avvocato Stefano Bigliazzi
fonte: secolo xix

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