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Genova G8: Candanna per 24 manifestanti a 102 anni di carcere

Il tribunale di Genova ha emesso questo pomeriggio la sentenza di primo grado nel processo contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti del G8 di Genova nel luglio del 2001. 102 anni complessivi di carcere per 24 manifestanti invece dei 225 richiesti dai pubblici ministeri Anna Canepa e Andrea Canciani. «Una sentenza pesante e sproporzionata ai fatti», secondo Lorenzo Guadagnucci, del Comitato verità e giustizia. «È sbagliato applicare il reato di devastazione e saccheggio – prosegue Guadagnucci – Il fatto che per alcuni imputati, questo reato sia stato derubricato mostra che il lavoro fatto dagli avvocati, dai comitati, dalla manifestazione del 17 novembre, è stato utile. Senza, le sentenze sarebbero state ancora più pesanti. Il tribunale non ha avuto però il coraggio di andare fino in fondo e derubricare quest’ipotesi di reato per tutti i manifestanti».
Il colleggio giudicante, presieduto da Marco Devoto, ha assolto solo una imputata, Nadia Sanna, mentre ha condannato a 11 anni la lecchese Marina Cugnaschi, 41 anni, a 10 anni e sei mesi Francesco Puglisi e Vincenzo Vecchi, a nove anni Alberto Funaro, a 7 anni e dieci mesi Carlo Cuccomarino, a 7 anni e otto mesi Antonino Valguarnera, a 7 anni e sei mesi Carlo Arculeo, a 6 anni e sei mesi Dario Ursino e a 6 anni Ines Morasca. Per quattro di loro sono stati chiesti anche tre anni di libertà vigilata, dopo aver scontato la pena e l’interdizione permanente dai pubblici uffici. Per gli altri, il reato di devastazione e saccheggio è stato derubricato a danneggiamento per gli scontri avvenuti a via Tolemaide. «La resistenza alla carica dei carabinieri – spiega in un comunicato ‘a caldo’ Supporto legale–è stata scriminata come reazione ad atto arbitrario e di conseguenza non costituisce reato [in pratica la reazione alla carica dei carabinieri è stata considerata legittima, ma non i danneggiamenti successivi]». Massimiliano Monai, il giovane fotografato insieme a Carlo Giuliani mentre corre con una trave di legno sulla spalla all’assalto della camionetta dei carabinieri da cui partì il colpo che uccise Carlo, è stato condannato a 5 anni per lesioni all’autista del defender Filippo Cavataio. Paolo Putzolu è stato condannato a due anni e sei mesi, a un anno e 8 mesi Paolo Dammicco, a un anno e sei mesi Fabrizio De Andrade, a un anno e 5 mesi Federico Da Re, Angelo Di Pietro e Filippo D’Avanzo, a un anno e 4 mesi Duccio Bonetti e Stefano Caffagnini, a un anno e due mesi Antonio Fiandra e Francesco Toto, a 11 mesi Tabar Firouzi, a dieci mesi Luca Finotti, a sei mesi Mauro Degl’Innocenti e a 5 mesi Domenico Ceci.
Per il capitano Antonio Bruno, il tenente Paolo Faedda, il Primo dirigente Angelo Gaggiano, il Primo dirigente Mario Mondelli è stata chiesta la trasmissione degli atti per falsa testimonianza. I danni patrimoniali e non, invece, saranno valutati in un giudizio civile. I ventiquattro condannati dovranno pagare «danni di immagine» alla presidenza del consiglio. «La tesi per cui a offendere l’immagine dell’Italia sono stati i manifestanti è stata accolta», ha commentato supporto legale. Restano ancora aperti gli altri due processi avviati dopo i fatti del 2001. I processi sull’irruzione alla scuola Diaz e le violenze nella caserma di Bolzaneto, si dovrebbero concludere entro la prossima estate. Per Lorenzo Guadagnucci però, «sulle responsabilità della polizia serviva soprattutto una risposta politica più che giudiziaria e gli avvenimenti degli ultimi mesi dicono chiaramente che, sul piano politico, la partita è chiusa e l’impunità è garantita».
Condanne “indegne” le giudica il deputato no global di Rifondazione Francesco Caruso: “E’ un indegno e inquietante attacco repressivo nei confronti della moltitudine che sei anni fa riempì le strade di Genova”.

Comments ( 1 )

  • Anonymous

    Articolo tratto dal portale Indymedia al link:

    http://piemonte.indymedia.org/article/8908

    Scoop: Ecco come il Sismi spiava Roppo & Canepa (nonché CARIGE e CIR)

    SISMI: “Operazione Cavallo di Troia” ecco come il servizio segreto militare attenzionava centri sociali, alta finanza, avvocati, banche ed iraniani.

    Palazzo di Giustizia di Genova, P.zza di Portoria 1. Lo stramaledetto “Armadio della vergogna”. continua a vomitare faldoni che dovrebbero rimanere sopiti per molto tempo ancora. Ecco come il Sismi attenzionava Roppo & Canepa nonché C&C (Carige & Cir e Coe & Clerici). A smascherare lo 007 del Sismi non i CC (Carabinieri) ma il duo inquirente Canepa & Canciani.
    Accidenti se li ha fregati. Li ha fregati tutti, quell’Altana…. L’agente del Sismi Altana Pietro sembra l’unico a custodire certezze in questa intricata spy story dove la realtà è tutto meno ciò che sembra, sfuggente come la sabbia di queste spiagge liguri. Li ha fregati tutti. Le banche, l’alta finanza, i centri sociali, gli iraniani. Forse anche i giudici. E ora tremano anche alcuni magistrati. L’armadio della vergogna è quel famoso archivio dove pare siano stati riposti per anni tutti quei fascicoli scomodi da tenere al riparo da occhi indiscreti. Almeno un ripiano dell’archivio segreto di P.zza Portoria, è proprio riservato a lui: Altana Pietro. La spia del servizio segreto militare che è andato a battere nei centri sociali in cerca di informazioni per il Sismi.

    Qui una sintesi:

    – “Altana Pietro: lo 007 del SISMI che spiava i centri sociali (e non solo)”
    http://piemonte.indymedia.org/article/5620

    Lo 007, all’anagrafe Altana Pietro, è conosciuto anche con alcuni strani pseudonimi come “Guglielmo Dabove” e/o “Franco Ugo Davolio” (“Diavolio” sarebbe più corretto). Ha 49 anni, look alla kojak (capoccia lucida e rasata) elegante e con la faccia da bravo ragazzo. Per alcuni non è che un Robin Hood in giacca e cravatta. Ma chi sia davvero, nessuno – neppure i giudici di palazzo di giustizia di Genova – possono dirlo con esattezza. La sua storia è la trama di un intrigo internazionale, un racconto che si snoda ricco di insidie tra spie e servizi segreti, depistaggi, presunti rapimenti, export di armi per l’Iran etc etc. Di sicuro si sa che Altana Pietro, esperto informatico nato a Torino da una famiglia di origini genovesi, doppio passaporto – italiano e americano – ha sottratto documenti riservati alle più importanti società italiane ed estere, nonché informazioni super-segrete a prestigiosi avvocati d’affari.

    Di alcuni dossier scottanti abbiamo già dato conto in precedenti articoli proprio quì sul portale Indymedia. L’attività di intelligente dello 007 del Sismi però non s’è esaurita infiltrandosi nei centri sociali. Il primo tassello di questo intricato puzzle si rintraccia seguendo il filo di importanti società dell’alta finanza e aziende in odor di mafia e traffico d’armi.che l’agente Altana risulta aver spiato per lungo tempo.

    Qui una sintesi:

    – “Scoop: Ecco come il Sismi doveva rapire Carlos Remigio Cardoen”.
    http://piemonte.indymedia.org/article/6564

    continua su indymedia..

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