Genova: condannati 43 antifascisti per la manifestazione contro CasaPound: pene fino a 4 anni
- febbraio 10, 2022
- in antifascismo
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La Procura aveva chiesto pene per 47 imputati. I poliziotti responsabili del pestaggio al giornalista Origone erano stati condannati a 40 giorni
Condanne comprese tra 6 mesi e 1 anno e 9 mesi, ma con un media superiore all’anno di reclusione. E’ quanto ha chiesto in aula questa mattina il sostituto procuratore Paola Crispo per i 47 manifestanti finiti sotto processo (un piccolo gruppo aveva chiesto la messa alla prova) a cui la procura contestava reati che vanno dalla resistenza al travisamento al lancio di oggetti pericolosi per gli scontri con la polizia del 23 maggio 2019, nell’ambito della manifestazione organizzata per contestare il comizio di Casapound.
La manifestazione, a cui avevano partecipato anche Cgil e Anpi che erano rimasti in presidio sotto la Prefettura, aveva visto un folto gruppo di manifestanti avvicinarsi in corteo al ‘fortino’, fatto di grate, mezzi e uomini, realizzato dalle forze dell’ordine per tutelare una trentina di neofascisti riuniti in comizio in piazza Marsala. Lì, dopo la falsa pseudo-mediazione da parte della Digos, la polizia ha caricato con fitti lanci di lacrimogeni e manganellamenti brutali (ci sono tante foto) e fra questi anche il cronista di Repubblica che finisce in ospedale con gravi ferite. I dirigenti di polizie dissero che non avevano riconosciuto il giornalista confermando che il trattamento che gli fu riservato è normale che lo adottassero contro tutti i manifestanti.
Nessuno degli imputati è accusato di lesioni, al contrario dei 4 poliziotti del reparto mobile che nel corso degli scontri hanno preso a manganellate il giornalista di Repubblica Stefano Origone (e sono stati condannati in primo grado a 40 giorni di reclusione).
Le pene previste per il reato di resistenza, ma anche per i “lanci” di oggetti contro la grata che chiudeva lo spiazzo di Casa Pound, sono invece molto elevate. Il pm non ha fatto sconti, ma ha spiegato che a tutti gli imputati sono state concesse le attenuanti generiche bilanciando le aggravanti per poter contenere il reato che va da 6 mesi a 5 anni. Poi la Procura ha modulato le richieste di condanne in base alle singole condotte: da 6 mesi per chi ha solo rilanciato un lacrimogeno a condanne più elevate per chi ha lanciato più oggetti o è risultato recidivo specifico per reati di piazza.
La voce degli antifascisti:
“Non eravamo in piazza per caso, come dei teppisti che vanno a distruggere cose” hanno detto diversi imputati “eravamo in quella piazza perché il comizio fascista non si svolgesse. Uno dei manifestanti ha ricordato di aver avuto lo zio partigiano “ucciso alla Benedicta”, un altro ha ricordato “il nonno partigiano e una famiglia in cui ho imparato che bisogna alzare la voce di fronte a ogni forma di neofascismo”.
“Abbiamo provato a impedire il comizio prima rivolgendoci al sindaco poi, visto che il comizio è stato concesso, scendendo in piazza come abbiamo fatto ogni altra volta che sono stati concessi spazi ai fascisti”.
Alcuni dei manifestanti hanno brevemente ricostruito anche le prime fasi di quel pomeriggio “con il tentativo inutile della digos di strappare lo striscione di mano alla testa del corteo”, e poi “la piazza è stata più veloce di noi quel pomeriggio con tante persone che solitamente non partecipano alle manifestazione e che si sono spinte verso gli alari” (le grate di chiusura della pza dei fascista) e “subito dopo tutti i meccanismi sono saltati, noi abbiamo tirato qualche oggetto e subito dopo sono partiti i lacrimogeni”.
In molti, accusati di aver soltanto ricalciato indietro alcuni lacrimogeni hanno ricordano gli effetti e anche la pericolosità dei gas CS che sono stati sparati senza risparmio quel pomeriggio con diversi manifestanti che hanno accusato lievi malori dopo averli respirati.
Sui social Genova Antifascista parla di “punizione esemplare£ e di ” Pene spropositate e con il chiaro intento repressivo e intimidatorio visti i capi d’accusa e se si pensa alla condanna a 40 giorni per gli agenti colpevoli di lesioni nei confronti di un giornalista. Continuiamo a rivendicarci quella giornata di lotta, convinti di essere dalla parte giusta della barricata”.
Al processo per gli scontri di Corvetto del 2019 contro il comizio dei neofascisti di Casapound il tribunale ha emesso 43 condanne e 4 assoluzioni, pene dagli otto mesi ai quattro anni (2 imputati), la stragrande maggioranza intorno a un anno. Accolta la linea della procura e delle indagini della Digos.
I due manifestanti che quel giorno vennero arrestati sono stati condannati a 4 anni e 3 anni e 2 mesi.
I manifestanti erano accusati a vario titolo di resistenza, travisamento e lancio di oggetti pericolosi.
Gli agenti della Digos avevano identificato le persone in piazza grazie ai video e alle immagini girate quel giorno, sia delle forze dell’ordine che dai numerosi media presenti a documentare la manifestazione.
Il commento alla sentenza a Radio Onda d’Urto dell’avvocata Laura Tartarini, una delle legali di compagne e compagni. Ascolta o scarica
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