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Francia: Il governo vuole reprimere e punire duramente i movimenti

La capa del governo servo di Macron, Madame Borne, incitata a perseguitare e punire duramente i manifestanti che secondo lei hanno oltrepassato il limite nelle violenze contro gli sbirri.

di Salvatore Palidda

Ovviamente non dice nulla sulle violenze poliziesche rispetto alle quali hanno reagito ad alcuni manifestanti di cui 540 arrestati e tanti feriti.

Come scrive Le Monde Borne ha dichiarato: “Un nuovo livello è stato superato nella violenza durante alcune manifestazioni del 1 maggio … tutti i funzionari pubblici devono “condannare ciò con la massima fermezza“.

540 manifestanti sono stati arrestati, 305 solo a Parigi, e – secondo il ministro dell’Interno (che gonfia i numeri) 406 poliziotti e gendarmi sarebbero rimasti feriti, (ieri aveva detto che erano 108).

M.me Borbe ha aggiunto: “La stragrande maggioranza delle manifestazioni si è svolta senza problemi e voglio salutare lo spirito di responsabilità dei sindacati e l’impegno dei prefetti e della polizia per garantire la libertà fondamentale di manifestare e preservare la sicurezza dei cortei”.

E ancora: “In diverse grandi città, tra cui Parigi, Lille, Lione o Nantes, come già avvenuto in precedenti manifestazioni, gruppi violenti si sono mescolati a cortei pacifici“. “Questi gruppi hanno un solo obiettivo, attaccare le forze dell’ordine, creare disordine e caos” e “questa violenza è intollerabile“, ha affermato la capa del governo.

Le immagini che abbiamo visto, in particolare quelle di un poliziotto bruciato da una molotov [a Parigi] sono insopportabili e dimostrano che è stato raggiunto un nuovo livello nella violenza“, ha aggiunto la Borne, per la quale “dobbiamo tutti, i pubblici funzionari, condannarlo nei termini più forti possibili“.

In un tweet trasmesso martedì, Jean-Luc Mélenchon invece non ha condannato le violenze contro la polizia, ma ha accusato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, di “essere responsabile al 100%”. “Ecco perché vuole scaricare la sua responsabilità su altri”.

Questa “non condanna”  è valsa al leader de La France insoumise (LFI) l’accusa di “complicità” da parte del governo, della destra e dell’estrema destra. “È tra ambiguità e complicità!“, ha detto Darmanin. “Dov’è la condanna contro le persone che attaccano le forze dell’ordine?” E ha accusato il capo di LFI di “eccitare tutti”.

Non ho sentito il signor Mélenchon condannare questa violenza“, si è lamentato su LCI il leader dei senatori Les Républicains, Bruno Retailleau, il giorno dopo una mobilitazione ancora forte contro la riforma delle pensioni, segnata da scontri, in particolare a Parigi, Nantes e Lione. “Al contrario, sentiamo una forma di complicità e questo è gravissimo”, ha aggiunto il senatore, affermando che LFI “non vuole far cadere la riforma delle pensioni, ma la Quinta Repubblica” E qui emerge chiaramente che le destre sono unanimi nella difesa del regima autoritario ereditato da De Gaulle.

All’interno del partito fascista-razzista della sig.ra Le Pen, anche il vicepresidente del partito, Sébastien Chenu, ha attaccato su France Inter il leader di LFI: “Non ho sentito l’estrema sinistra, Mélenchon o i suoi amici, condannare questa violenza. Questo è grave per il nostro Paese».

Qualche deputato di LFI, invece, ha condannato le violenze contro la polizia e contro i manifestanti. “È moralmente detestabile per le persone che vanno alle manifestazioni con una molotov“, ha detto il deputato (assai moderato) Alexis Corbière a RMC. Io sono per le manifestazioni popolari dove ci andiamo tutti insieme con i vecchi, con i bambini».

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