Incendi e lacrimogeni per disperdere i migranti sfollati della bidonville. La distruzione violenta della “jungle” continua, centinaia di migranti vengono allontanati e costretti a cercare rifugio in strada o, in alternativa, nelle tende inospitali fornite dall’assistenza di stato, solo una quarantina si è diretta verso uno dei Centri temporanei di smistamento proposti dalla prefettura
“Human Rights, France de merde” riassume lo stato d’animo dei migranti che stanno assistendo all’opera di demolizione della bidonville di Calais.
L’ingiunzione di svuotare capanne e ripari in un’ ora, tempo concesso prima di dare il via alla distruzione della zona sud eseguita dagli operai di un’impresa edile incaricata dalla prefettura, è stata la prima provocazione alle 8 del mattino di lunedì 29 febbraio mentre decine di mezzi della polizia, oltre ai bulldozer, perimetravano l’area vietando aggressivamente l’accesso a cittadini solidali accorsi in urgenza e ai giornalisti, pronti all’evacuazione forzata di donne, bambini, adolescenti e uomini che abitano la jungle. Poi, sono arrivati i rappresentanti istituzionali e amministrativi, pretesto per entrare nella bidonville con centinaia di CRS allo scopo di “proteggere” il personale incaricato di svuotare le abitazioni, capanne, tende e ripari di fortuna costruiti con materiale di recupero da migranti e militanti attivi nella bidonville.
Tutto il materiale distrutto è finito nei due enormi cassoni dei rifiuti portati in occasione dello smantellamento.
Molti migranti hanno reagito tirando oggetti raccattati a terra quando la polizia ha cominciato a minacciare brutalmente a manganellate e spintoni con gli scudi.
Intanto gli operai iniziavano a demolire i luoghi ancora abitati. Un primo tiro di lacrimogeno indirizzato ai migranti che non se ne andavano via veloci come ordinato è partito in direzione di una tenda che ha preso fuoco. La situazione è degenerata perché i CRS tiravano ad altezza d’uomo dove c’erano gruppi di migranti in prossimità delle tende e dove ci sono anche le bombole di gas, un reale pericolo durante l’evacuazione forzata: molte infatti sono esplose mettendo a rischio l’intera zona.
Lanciando pietre alcuni migranti si sono difesi dalla polizia che stava intossicando l’intera bidonville di lacrimogeni, mentre altri hanno utilizzato i detriti della demolizione come barriere per poi incendiarle e far fronte alle ripetute cariche della polizia con i flashball e idranti. Questo ha permesso di allontanare le famiglie che per proteggersi gridavano “peace, peace, we are a family” senza aver più alcun riparo. I CRS hanno tirato lacrimogeni sulla scuola e impedito di mettere al sicuro i bambini che vagavano tra la confusione degli scontri.
Adesso migliaia di migranti non hanno alcuna soluzione di alloggio, non sanno dove dormire la notte, come ripararsi e trovare cibo, cure e aiuto per i più vulnerabili, fragili per condizione, età o stato di salute. Tutto fa pensare alla provocazione premeditata per svuotare la “jungle”, ridurla al massimo a 2000 presenze temporanee, prima che il ricorso presentato al Consiglio di Stato dalle associazioni crei problemi e dissonanze all’interno dell’apparato governativo nonostante la compattezza dimostrata da amministratori locali, prefettura e ministero degli interni. Valls è coerente con Sarkozy e Guéant che occupavano il terreno politico precedente a Hollande; un governo, quest’ultimo, che assicura una totale continuità nell’assenza totale di rispetto dei diritti dei migranti in Francia.
Manifestazioni e presidi di solidarietà si stanno organizzando sia a Londra che in Francia nei prossimi giorni
https://calaismigrantsolidarity.wordpress.com/
Marina Nebbiolo da GlobalProject
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