Fermi e deportazioni di attivisti e attiviste della Global March to Gaza giunti in Egitto
Dura repressione delle autorità egiziane contro centinaia di attivisti e attiviste arrivati da tutto il mondo presso l’aeroporto internazionale del Cairo per partecipare alla Global March to Gaza. Freedom Flotilla: un mese di detenzione e 100 anni senza palestina per l’equipaggio della “Madleen”
Convogli di civili e migliaia di persone da tutto il mondo (7mila secondo le ultime stime dell’organizzazione) stanno raggiungendo l’Egitto per marciare insieme verso il valico di Rafah, confine con la Striscia di Gaza, per rompere via terra l’assedio imposto da Israele e portare aiuti umanitari alla popolazione civile ridotta alla fame dalle forze di occupazione israeliane.
Presso l’aeroporto internazionale del Cairo, a partire dalla serata di ieri, chiunque arrivasse da scali internazionali – in particolare da Italia ed Europa – è stato fermato, interrogato e in diversi casi rimpatriato.
Sono ancora in corso interrogatori e fermi: nonostante gli organizzatori fossero in contatto con la diplomazia egiziana, il Cairo ha mobilitato esercito e polizia per bloccare attivisti e attiviste. A molti di loro sono stati sequestrati passaporti e telefoni e si trovano da ore bloccati all’aeroporto. Diverse persone sono già state rimpatriate in Italia. Altre sono state deportate in Turchia e poi rimpatriate.
Ore 9.30 – Il collegamento di Radio Onda d’Urto con Antonietta Chiodo, portavoce italiana della Global March to Gaza. Ascolta o scarica
Ore 11.30 – L’aggiornamento con Antonietta Chiodo, portavoce italiana della Global March to Gaza, e Michele Borgia, del gruppo comunicazione della Freedom Flotilla. Ascolta o scarica.
Il tribunale israeliano di Ramla ha emesso una sentenza che ha disposto la custodia cautelare di otto attiviste-i internazionali, che si trovavano a bordo della nave “Madleen” della Gaza Freedom Flotilla. Per loro al momento un mese di detenzione e il divieto di mettere piede in Palestina per i prossimi 100 anni!
Nonostante le argomentazioni legali presentate da Adalah, associazione legale locale, la corte ha respinto tutti i ricorsi e ha stabilito che il blocco navale su Gaza è “legittimo” ai sensi della giurisdizione israeliana e che gli attivisti hanno agito in violazione di tale legge. Da capire ora cosa accadrà. Due le strade: espellere comunque gli 8 internazionalisti o attendere l’udienza di revisione della detenzione, fissata per l’8 luglio.
Intanto Thiago Avila, attivista brasiliano, è in sciopero della fame e dell’acqua dopo aver subito percosse e privato dell’accesso a un legale per oltre 24 ore. In sciopero della fame anche l’europarlamentare di La France Insoumise – The Left, Rima Hassan.
Entrambi sono stati messi in isolamento totale, per 7 giorni.
La loro colpa? Avere scritto “Free Palestine” sul muro della cella.
L’aggiornamento di Radio Onda d’Urto con Michele Borgia del team di comunicazione della FFC Ascolta o scarica
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