Fdi mette nel mirino tutte le occupazioni

Dopo lo sgombero del Leoncavallo a Milano la tentazione della destra è di spostare a Roma il fronte.

di Valerio Renzi da il manifesto

Dopo lo sgombero del Leoncavallo la tentazione della destra è di spostare a Roma il fronte. E non tanto per il dossier che riguarda l’occupazione neofascista di CasaPound, per la quale la destra di governo ha invocato negli scorsi giorni una soluzione negoziale, quanto per la tentazione di far saltare un modello di risoluzione di ogni singolo caso basato sulla trattativa e sulla tutela di chi si trova in una situazione di emergenza abitativa. Un modello che ha visto negli scorsi anni la liberazione pacifica di diversi immobili grazie al passaggio da casa a casa. Una prassi che, paradosso vuole, porta il sigillo proprio dell’attuale ministro dell’Interno Piantedosi quando era prefetto di Roma. Ora il rischio è che salti tutto se a decidere sarà dall’alto il governo, intervenendo con il manganello.

La stampa della destra ed espressione di poteri immobiliari soffia sul fuoco, mettendo nero su bianco chi sarà la prossima vittima della guerra del governo agli occupanti romani: per qualcuno l’occupazione di via Volontè, c’è chi invece indica il Metropoliz su via Prenestina, o Spin Time Lab di via Santa Croce in Gerusalemme.

Al contrario di quanto raccontato da diverse testate, però, oggi non si terrà nessun tavolo provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza con all’ordine del giorno gli sgomberi da mettere a segno con urgenza. A confermarlo al manifesto sia il Campidoglio che la Prefettura di Roma. In questi anni l’amministrazione Gualtieri ha tracciato una rotta molto chiara per il futuro di numerosi spazi che si trovano nella famosa “lista” di occupazioni da sgomberare. È il caso proprio di Spin Time e di Metropoliz, di cui il Campidoglio prevede l’acquisto nell’ambito di interventi di rigenerazione urbana con la realizzazione di alloggi popolari per chi vi abita e la salvaguardia delle esperienze sociali e culturali che vi hanno trovato casa.

Per la storica occupazione di via Bibulo a Cinecittà si è già arrivati a dama, con l’acquisto da parte del comune, grazie ai fondi previsti per abitazioni da destinare a edilizia residenziale pubblica. Stessa risoluzione per l’occupazione di via Volontè. Per quanto riguarda l’occupazione di via del Porto Fluviale, è iniziata la riqualificazione grazie ai fondi Pnrr: qui verranno spazi culturali e per il territorio, ma anche le case per chi ha occupato lo stabile e ne ha diritto. Solo lo scorso mese a visitare i cantieri è arrivato con una delegazione europea il ministro di Fdi Foti, per nulla turbato: «Sono cantieri che procedono a pieno ritmo e contribuiranno alla trasformazione della città».

In tutta Italia la destra galvanizzata chiede lo scalpo del centro sociale città per città. Il senatore veneziano di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon ha esultato per il blitz milanese, chiedendo che il prossimo fosse il Rivolta di Porto Marghera (che ha una regolare convenzione con il comune), ma anche il Sale Docks e il Morion di Venezia.

Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari della Lega, a sua volta ha messo nel mirino i centri sociali veneti, come il Pedro di Padova e il Bocciodromo di Vicenza, che a loro volta sono stati regolarizzati. Anche a Napoli la destra torna sulle barricate contro i centri sociali.

Il coordinamento cittadino di FdI ha tuonato proprio ieri prendendosela con il sindaco Mandredi: «Villa Medusa, l’ex Opg e il Lido Pola restano ancora oggi occupati illegalmente. Il silenzio dell’amministrazione comunale è inaccettabile». Realtà che però rientrano nella delibera sui Beni comuni.

Giovedì al centro sociale Brancaleone di Roma si terrà un’assemblea pubblica. «Insieme proveremo a capire non solo come portare solidarietà al Leoncavallo e mobilitarci, ma cosa succede ora che il governo ha presentato in modo così eclatante la sua crociata contro le nostre esperienze», spiegano dalla storica occupazione di via Levanna. Ci saranno anche i movimenti per il diritto all’abitare. «Il 6 settembre a San Basilio saremo in corteo per ricordare Fabrizio Ceruso, ma anche per dire che se la destra vuole aprire una nuova stagione di sfratti e sgomberi, siamo pronti a resistere tutti insieme, per questo vogliamo costruire un punto con la piazza di Milano», spiega Margherita Grazioli.

 

 

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