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Egitto: Per Zaky né visite, né prodotti per difendersi dal coronavirus

Dalla campagna per la liberazione del ricercatore arrestato in Egitto: “Siamo molto preoccupati perché non abbiamo idea di come stia Patrick in questi giorni difficili, soprattutto perché è più soggetto all’infezione perché è asmatico”.

“L’ultima volta che abbiamo avuto notizie di Patrick è stata il 9 marzo, durante la visita della sua famiglia al complesso carcerario di Tora. Da allora, le visite sono state sospese come misura precauzionale per evitare la Covid-19, Patrick non è stato trasferito alla sua udienza per la detenzione preventiva, il Cairo ha dovuto affrontare una tempesta con forti piogge, che ha allagato le case, e nel frattempo la famiglia di Patrick non è stata nemmeno autorizzata a mandargli materiale per la pulizia e la disinfezione che lo avrebbe aiutato ad evitare l’infezione in prigione. Siamo estremamente preoccupati per il suo stato, senza informazioni, e siamo in attesa, non siamo nemmeno sicuri di cosa, perché non sappiamo quando e come potremo rivederlo”. E’ il messaggio pubblicato nei giorni scorsi sulla pagina Facebook della campagna Patrick Libero, attiva ormai da un mese e mezzo per chiedere la liberazione di Patrick Zaky, ricercatore dell’Università di Bologna arrestato in Egitto.

Giovedì un aggiornamento che conferma la situazione: il ministero dell’Interno ha annunciato “sul suo sito web che il divieto di visite alle carceri è prorogato fino alla fine di marzo. E ha motivato questa decisione facendo riferimento alla precedente decisione del Consiglio dei ministri di ‘sospendere tutte le attività che includono qualsiasi grande raduno di cittadini nel contesto delle misure precauzionali adottate dal governo per affrontare il virus della Corona che sta emergendo’. E poiché le carceri sono – per definizione – grandi assembramenti di cittadini, con o senza visite, sarebbe stato più essenziale per il ministero dell’Interno annunciare il suo piano di precauzione contro Covid-19, oltre a vietare le visite. Quali sono le misure specifiche adottate per ridurre – drammaticamente – il sovraffollamento delle carceri? Quali sono le misure da adottare nel caso in cui un detenuto avesse sintomi di infezione? E quali sono le misure adottate per proteggere coloro che sono più a rischio (come gli anziani, le persone con diabete o malattie cardiache, o malattie respiratorie o immunitarie, come lo stesso Patrick che è asmatico)? E sarebbe stato fondamentale se avessero permesso l’ingresso dei prodotti per la pulizia e la disinfezione, per dare ai detenuti la possibilità di evitare l’infezione. E quali sono le modalità alternative di comunicazione consentite tra i detenuti e le loro famiglie (come la concessione del diritto di telefonare)? Siamo molto preoccupati perché non abbiamo idea di come stia Patrick in questi giorni difficili, soprattutto perché è più soggetto all’infezione perché è asmatico. E rinnoviamo la nostra richiesta per il suo rilascio immediato, anche in attesa delle indagini, e garantiamo che sarà presente a qualsiasi seduta della Procura”.

da zic.it

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