Menu

Detenuti torturati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Arrestati un ispettore e 7 agenti penitenziari

Il carcere di Santa Maria Capua Vetere come la caserma Bolzaneto dei fatti del G8 di Genova.

Un ispettore, coordinatore del reparto Nilo, e 7 agenti della polizia penitenziaria, tutti in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica sulle torture ai danni dei detenuti avvenute il 6 aprile 2020.

Altri 18, invece, sono stati posti ai domiciliari. Tre, invece, sono le misure cautelari coercitive dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza nei riguardi di tre ispettori della polizia penitenziaria, tutti in servizio presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Altre 23 misure cautelari interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente rivestito, per un periodo diversificato, dai 5 ai 9 mesi, sono state notificate al comandante del Nucleo Investigativo Centrale della polizia penitenziaria, Nucleo Regionale di Napoli, al Provveditore Regionale per la Campania, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nonché a 21 agenti della polizia penitenziaria, quasi tutti in servizio nel carcere sammaritano.

I provvedimenti sono stati notificati dai militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta e della Compagnia dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, unitamente al personale di Polizia Giudiziaria del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria. I Pubblici Ufficiali sono gravemente indiziati, a seconda delle loro diverse rispettive posizioni e partecipazioni soggettive, a seguire meglio specificate, dei delitti di concorso in molteplici torture pluriaggravate ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico (anche per induzione) aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio.

Gli agenti penitenziari avevano formato “un corridoio umano” al cui interno erano costretti a transitare i detenuti, ai quali venivano inflitti un numero impressionante di calci, pugni, schiaffi alla nuca e violenti colpi di manganello.
In alcuni casi, poi, le plurime percosse inflitte ai detenuti si sono trasformate in prolungati pestaggi, durante i quali i detenuti sono stati accerchiati e colpiti da un numero esorbitante di agenti, anche quando si trovavano inermi al suolo.
Gli stessi agenti avrebbero tentato di depistare facendo foto ad oggetti contundenti, sbarre di ferro fatte dai detenuti. Ma nulla di ciò era vero. Sì, esattamente come i fatti della  caserma Bolzaneto durante il G8 di Genova nel luglio 2001.

Il commento a Radio Onda d’Urto di Luigi Romano di Antigone Campania Ascolta o scarica

Leave a Comment

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>