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“Deriva manicomiale” dei Cpr. Violenze contro una persona vulnerabile a Gradisca

Un nuovo video dall’interno del Cpr di Gradisca, in provincia di Gorizia in cui si vede un uomo che subisce le violenze dei finanzieri, e si sentono urla terrificanti di sottofondo.

«La mia terapia dello psichiatra. Guardate vogliono picchiarmi. Non ce l’avete la mia terapia in questo centro. Non mi fai paura. Prova di toccarmi senza lo psichiatra». Segue il suono delle botte, dei manganelli che si abbattono uno dopo l’altro. Un nuovo video dall’interno del Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca, in provincia di Gorizia, è stato pubblicato oggi (martedì 24 giugno) dalla rete No ai Cpr. Dalle immagini prima si intuisce lo stato di agitazione dell’uomo, poi si vedono le violenze dei finanzieri, infine si sentono urla terrificanti di sottofondo.

Appena una settimana fa altri due brevi video fuoriusciti dallo stesso centro – qui e nella struttura di Milano i migranti possono tenere i cellulari – avevano fatto scoppiare la polemica. Con tanto di richieste di chiarimenti sulle botte contro un trattenuto avanzate dal centrosinistra e di smentite, con minacce di querele, da parte della questura di Gorizia che contesta la ricostruzione dei fatti.

Nel caso più recente ci sarebbe anche l’aggravante della vulnerabilità della persona coinvolta. «Abbiamo notizia di almeno altri due trattenuti con problemi psichiatrici a Gradisca, uno dei quali parla da solo camminando su e giù e passa gran parte del proprio tempo a letto. Un altro è appena andato in ospedale dopo essersi procurato almeno un centinaio di ferite sulle gambe», scrive la rete No Cpr, sottolineando che soggetti con questo tipo di problemi non dovrebbero essere rinchiusi nelle strutture di detenzione amministrativa e, comunque, necessitano di cure adeguate.

In questi luoghi, invece, spesso le patologie nascono o si sviluppano. Inchieste giornalistiche e giudiziarie hanno svelato l’abuso di psicofarmaci e sedativi somministrati principalmente per contenere i trattenuti. Facendo così sviluppare pericolose dipendenze. Anche per questo la rete No Cpr parla di “deriva manicomiale” dei Cpr, dove la funzione del trattenimento diventa soltanto quella di parcheggiare un’umanità considerata di scarto.

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