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Coronavirus: Stop al lavoro senza sicurezza, fermato il coordinatore Si Cobas

Operai fuori dalle fabbriche in diverse aziende della provincia. All’Emiliana Serbatoi di Campogalliano agenti anti-sommossa hanno bloccato Enrico Semprini

Si allarga il fronte degli scioperi a Modena per la salute dei lavoratori: in tutte le aziende in sciopero interviene la Digos per identificare gli scioperanti. Se stiamo ammassati in fabbrica non c’è problema, ma se usciamo sul piazzale sono botte e denunce.

All’Emiliana Serbatoi di Campogalliano, dove era in corso uno sciopero, la polizia è intervenuta in assetto antisommossa e ha portato via il coordinatore provinciale, Enrico Semprini, ed il delegato dell’azienda. Sono attualmente in stato di fermo in Questura.

A denunciare la situazione che questa mattina si è creata dentro e fuori le fabbriche è il coordinamento provinciale Si Cobas che come l’Usb ha deciso di passare dagli annunci ai fatti, ovvero ad una stop dell’attività dei lavoratori. Perpetrato fino a quando gli stessi non saranno muniti dei dispositivi di sicurezza e prevenzione del contagio

Gli operai – spiegano i referenti Si Cobas – sono costretti a lavorare come se nulla fosse, accalcati a centinaia nei magazzini e nelle fabbriche di tutta Italia, spesso senza alcun dispositivo di protezione. In ogni luogo dove non siano rispettate le norme sanitarie il sindacato invita a fermarsi. È evidente che i veri untori sono i padroni e che la responsabilità dell’estendersi del contagio in questi giorni è imputabile principalmente alla fame di profitto di Confindustria.
Stamattina, dopo aver richiesto per giorni adeguate protezioni al magazzino Transmec di Campogalliano senza che venisse data alcuna seria risposta, è scattato lo sciopero. Non si lavora finché non ci sono guanti, mascherine, carta igienica e sanificazione dei locali

da la pressa

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