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Cospito rischia la vita, ma Nordio fa il pesce in barile

Il guardasigilli Carlo Nordio afferma che “non è arrivata nessuna richiesta di revoca del 41bis per Alfredo Cospito”

di Frank Cimini

Alfredo Cospito va dritto dritto sulla strada che ha scelto proseguendo lo sciopero della fame a rischio della sua incolumità e della vita. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio nel comunicato emesso l’altra sera quando afferma che il suo dicastero “segue con la massima attenzione la vicenda attraverso un controllo medico giornaliero è un rafforzamento della polizia penitenziaria” dimostra di avere tutto per una eventuale decisione.

Anche se poi alla fine della nota si contraddice affermando che al ministeronon è arrivata alcuna richiesta di revoca del regime speciale 41bis né da parte del detenuto né da parte dell’autorità giudiziaria che a fronte dell’aggravamento delle condizioni di salute può disporre una sospensione della pena o chiedere al Ministro una revoca del regime speciale”.

Il difensore Flavio Rossi Albertini replica che il passaggio nel comunicato sul 41bis “è eloquente”. Cioè non vi sarebbe bisogno di alcuna richiesta formale anche se nella giornata di oggi sarà valutata l’eventualità di integrare gli atti già a disposizione. “È il ministero che ha disposto accertamenti che segue e monitora”, aggiunge il legale il quale ieri ha parlato al telefono con Alfredo Cospito che gli ha confermato la volontà di proseguire nel digiuno. Nordio dal canto suo un po’ prende tempo un po’ fa finta di non capire. La situazione è chiara ma pure un po’ ingarbugliata anche se superabile.

Va ricordato che nel 2009 Alfano decise di togliere al ministro della Giustizia il potere di revoca del 41bis, ma trattandosi di un provvedimento amministrativo il Guardasigilli se vuole può procedere alla revoca del trattamento. Certo c’è bisogno della volontà politica in un caso che comunque resta politico al di là degli infingimenti. Poi Nordio non appare risoluto (eufemismo) al punto da prendersi una responsabilità mentre sul caso del carcere duro per Cospito è ancora in corso una procedura giudiziaria dal momento che la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma è stata impugnata dalla difesa con un ricorso per Cassazione dove le carte sono approdate dopo bel tre solleciti.

Ma la data dell’udienza non sembra destinata ad essere fissata a breve. E comunque i tempi della decisione della Suprema Corte sono incompatibili con le condizioni di chi digiuna da 84 giorni, prendendo solo un poco di sale e di zucchero. Nella giornata di oggi Cospito riceverà la visita del medico di fiducia Angela Melia che con ogni probabilità avrà a disposizione anche i risultati delle ultime analisi eseguite. Sempre oggi una delegazione di parlamentari del Partito Democratico sarà in visita nel carcere di Sassari Bancali in seguito all’appello pubblicato da un gruppo di giuristi e intellettuali sul caso Cospito.

Della delegazione faranno parte la capogruppo della Camera dei Deputati Debora Serracchiani, i deputati Andrea Orlando e Silvio Lai, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando e il senatore Walter Verini. All’appello dei giuristi per la vita di Alfredo Cospito hanno aderito anche quattro ex magistrati torinesi tra i quali Livio Pepino, ex sostituto procuratore generale.

da il Riformista

 

 

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