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Il confine nord-orientale della Serbia nel mirino delle violenze poliziesche

Nelle ultime settimane al centro delle violenze poliziesche vi è una nuova regione della rotta balcanica. Lo dichiara No Name Kitchen, un’organizzazione in supporto delle persone migranti in vari punti della rotta.

Grazie al suo lavoro sul campo con distribuzioni organizzate e sistematiche di cibo e indumenti, l’organizzazione, attiva in vari punti dei Balcani (a Bihac e Velika Kladusa in Bosnia-Erzegovina, a Patrasso in Grecia, a Podgorica in Montenegro e a Sid in Serbia) ha modo di rilevare la porosità dei confini e le dinamiche dei flussi migratori. In questo contesto, NNK evidenzia che i confini serbo-ungherese e serbo-rumeno stanno diventando particolarmente pericolosi per le persone in movimento che tentano il game, ossia di superarli.

Respinti i solidali che aiutano i migranti in Serbia

Non si ferma il confinamento di migliaia di persone -specie afghani, siriani e pakistani- e l’allontanamento da e verso il Paese balcanico. Un gruppo di volontari italiani si è recato sulla frontiera con l’Ungheria per descrivere il supporto di singoli e Ong: “I governi parlano di profughi ucraini ma qui ci si vergogna di essere europei”

Da quasi due anni dedichiamo giornate di lavoro volontario per preparare, inscatolare e caricare su tir vestiti e cibo da inviare ad associazioni che supportano le persone in transito lungo la rotta balcanica. Lo facciamo con il comitato Iscos Veneto presso il magazzino di Zanè (Vicenza). Ogni 40 giorni circa partono uno o due camion diretti a Bihać, in Bosnia ed Erzegovina. A fine maggio di quest’anno ci siamo recati direttamente nei Balcani per un “viaggio solidale”.

I rifugiati in Serbia aumentano del 55% rispetto al 2021

Le autorità serbe hanno riferito a fine giugno che i rifugiati nel Paese erano poco più di 7.000, con un aumento del 55% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, soprattutto a causa della guerra in Ucraina.

Alla fine di giugno erano presenti in Serbia poco più di 7.000 rifugiati e richiedenti asilo, il 55% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha dichiarato lunedì 20 giugno il Commissariato locale per i rifugiati e la migrazione.

Ha aggiunto che questo aumento è dovuto in gran parte alla guerra in Ucraina e che i centri di accoglienza nel Paese ospitavano attualmente 5.082 persone. La maggior parte erano cittadini di Afghanistan, Siria, Pakistan, Bangladesh e Burundi.

Si ritiene che altre 2.000 persone si trovino nel Paese ma non nei centri di accoglienza.

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