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Cofferati ferma anche la moschea

Il «maiale day» di Calderoli ottiene già un risultato: il comune di Bologna ritira la delibera sul contestato luogo di preghiera islamico. La Lega Nord esulta e promette di proseguire la battaglia anti-islamica Il sindaco si appella alla partecipazione: decideremo con i cittadini, anche con un referendum. L’intenzione sarebbe di edificarla in un altro luogo più piccolo

La moschea si farà ma il percorso riparte da zero. A Bologna la giunta ieri ha annullato la delibera che assegnava al centro di cultura islamica un terreno in periferia dove costruire un nuovo luogo di culto più adatto alle esigenze della comunità musulmana . Cinquantadue mila metri quadri, sei mila edificabili, un terreno troppo ampio per la Curia che aveva paventato il rischio dell’invasione «verranno da tutto il Nord», erano state le parole del vescovo ausiliario Ernesto Vecchi.Ha vinto il leghista Roberto Calderoni che pochi giorni fa aveva lanciato l’ignobile provocazione del maiale day? Ha vinto la Lega Nord che a questo progetto ha fatto una sguaiata opposizione organizzando una raccolta firme per un referendum ma soprattutto facendo il partito ombra della Lega Antidiffamazione Cristiana, gruppo di cittadini che si è presentato all’assemblea di quartiere con striscioni come «Italia terra cristiana, mai musulmana»? Ha vinto Alleanza Nazionale che scenderà comunque in piazza il 29 settembre contro la moschea ( lo stesso giorno in cui è prevista anche la street parade organizzata dal Livello 57 e altri centri sociali)? Di fronte all’evidenza che non si torna indietro dall’idea di dare la possibilità alla comunità islamica di avere un nuovo luogo di culto, il sindaco Sergio Cofferati afferma sicuro che non c’è nessuna retromarcia. E invocando la partecipazione dice che non è un arretramento ma solo la necessità di consultare i cittadini. Partirà un’istruttoria nel quartiere dove verrà costruita la moschea, che rimane sempre quello, ed entro la fine di ottobre ( quindi in tempi abbastanza rapidi) la giunta conta di poter licenziare il nuovo provvedimento. Quello che cambierà saranno sicuramente le dimensioni su cui si erano centrati alcuni rilievi della Curia ma su cui anche la Margherita aveva segnalato i suoi dubbi. Il progetto dovrà essere reso noto in anticipo «in linea di massima anche per quanto riguarda le attività previste», dicono dal Comune. L’assessore all’urbanistica, il diessino Virginio Merola, ha escluso che la decisione sia un cedimento alle pressioni della Curia. «Non abbiamo colto una sollecitazione della Curia, non ho paura di revocare decisioni quando questo è necessario, perché non lavoro per la mia vanità». Non la pensa così Rifondazione Comunista con il capogruppo in consiglio comunale Roberto Sconciaforni che invece lancia un sospetto e dice «sarebbe grave se la giunta cedesse all’offensiva fondamentalista della destra e dei vertici della Curia». I diretti interessati, ovvero il centro di cultura islamica che è legato all’Ucoii continuano sul terreno della calma e della cautela che li ha contraddistinti fino ad ora. «Non vedo perché dovremmo puntare i piedi adesso», dice il vicepresidente Daniele Parracino. «Questo servirà a calmare gli animi e ad arrivare all’obiettivo in modo trasparente perché non abbiamo nulla da nascondere». Dall’inizio il centro islamico sul progetto della nuova moschea ( che va a sostituire quella che già c’è) ha condiviso l’iter della nascita parallela di una fondazione che avesse il ruolo di organismo di controllo. La proposta di An era stata raccolta e deliberato un protocollo d’intesa che avrebbe portato anche al controllo sulle attività che venivano messe in campo per finanziare il luogo di culto oltre che alla condivisione della carta dei valori del ministro dell’interno Giuliano Amato. Inutile dire che la destra ieri ha cantato vittoria. Dalla Lega Nord che urlava minacciosa che nessuna moschea si dovrà costruire, a quelli della Lega Antidiffamazione Cristiana che annunciavano un pellegrinaggio al santuario della Madonna di San Luca, ad Alleanza Nazionale, partito del deputato Enzo Raisi che ha addirittura fatto un paragone con le Br avvertendo il Comune della sottovalutazione del rischio terroristico. Insomma un mosaico di posizioni, commenti, rigurgiti del più conservatore sentimento religioso fomentato da una destra che ha utilizzato un linguaggio razzista e agitato il sentimento della paura come una clava. Questa stessa destra ora non frena e si opporrà sicuramente anche al prossimo progetto, «non è stato fermato lo scempio», dice la vicepresidente dei parlamentari di Forza Italia, Isabella Bertolini.

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