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Cittadella (PD): «Via i poveri da Città». Diktat del sindaco leghista

L’ordinanza prevede l’obbligo di dimostrare un reddito annuo di 5 mila euro per avere la residenza. Il ministro Ferrero accusa: «Questa è una misura razzista»
Al peggio non c’è mai fine. Dopo le sparate del sindaco di Treviso, il leghista Gentilini, ecco l’ordinanza di un altro esponente del carroccio. Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella (in provincia di Padova) ha infatti stabilito che d’ora in poi i cittadini stranieri per ottenere la residenza dovranno dimostrare di avere un reddito annuo di almeno cinquemila euro. «Molte altre amministrazioni in Veneto e Lombardia – ha detto ieri il sindaco – mi hanno contattato in questi giorni per avere copia dell’ordinanza. In particolare – ha aggiunto – gli uffici legali di Verona e Treviso stanno studiando la possibilità di adottare un’ordinanza simile alla nostra». Verona e Treviso, cioè le due città venete che sono riuscite ad adottare alcuni tra i provvedimenti più antidemocratici degli ultimi tempi. L’ordinanza prevede che i nuclei familiari intermedi, con due o tre congiunti oltre al richiedente, dovranno dimostrare un reddito annuo di poco più di 10mila euro. La dimostrazione di avere un reddito riguarda anche il cittadino dell’Unione europea «che decida di soggiornare in Italia senza svolgere un’attività lavorativa o di studio o di formazione professionale». Per gli altri cittadini della Ue, per l’iscrizione anagrafica, è richiesta la «documentazione attestante l’attività lavorativa – continua l’ordinanza – subordinata o autonomamente esercitata». Per i lavoratori subordinati viene chiesta copia dell’ultima busta paga o copia del contratto di lavoro con i dati Inps ed Inail. «I cittadini della Romania e della Bulgaria – prosegue il documento – dovranno inoltre esibire il nulla osta rilasciato dallo sportello unico per l’immigrazione nei settori diversi da quello agricolo, turistico alberghiero, lavoro domestico e di assistenza alla persona, edilizio, metalmeccanico, dirigenziale e altamente qualificato, lavoro stagionale». L’ordinanza nelle premesse fa riferimento in particolare a motivi di sicurezza igienico-sanitari legati all’incremento «a livelli esponenziali dei flussi migratori». Un fenomeno che «potrebbe assurgere a connotati di vera e propria emergenza – è scritto – sotto il profilo della salvaguardia a dell’igiene e della sanità pubblica nonchè dell’incolumità dell’ordine e della sicurezza». Le scelte dell’amministrazione di Cittadella sono state criticate duramente dal ministro alla solidarietà sociale Paolo Ferrero: «Misure decisamente razziste e discriminatorie – ha detto Ferrero – E’ evidente che per farsi campagna elettorale o per garantirsi una maggioranza un amministratore locale può arrivare perfino a violare diritti civili e costituzionali». Ferrero sottolinea che «questo tipo di iniziative dimostrano anche la bontà della scelta che abbiamo fatto sul pacchetto sicurezza, non concedendo ai sindaci le prerogative dei prefetti». Una battuta il ministro la riserva anche al presidente della regione Veneto Giancarlo Galan. «Che qualcuno consideri queste scelte come dettate dal buon senso la dice lunga sull’idea di democrazia e libertà che ha la destra in questo paese». Galan aveva infatti sottolineato come l’idea del sindaco di Cittadella fosse «accettabile e di buon senso».

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