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Carlo Giuliani… ragazzo. Lettera aperta di Haidi Giuliani

haidi in val susaA  quasi  14 anni di distanza dalle drammatiche giornate del luglio 2001, c’è ancora chi se la prende e infama il nome e la memoria di Carlo Giuliani. Pubblichiamo una lettera aperta della mamma di Carlo, Haidi che è anche tra le fondatrici dell’Osservatorio sulla Repressione

 

 

 

Ora che l’Italia è stata condannata dall’Europa e nessuno può negare le violenze delle forze dell’ordine durante il G8 di Genova, c’è chi se la prende ancora con Carlo. A parte la signora Santanché, una vera ossessione la sua, che non perde occasione di indignarsi per un’ aula di Montecitorio che non esiste, altri continuano a dare notizie false o falsamente riportate.

Ieri, durante la bella festa per la Liberazione, un giovane amico mi ha chiesto se ero a conoscenza di una lettera piena di insulti indirizzata al padre di Carlo e diffusa tramite facebook e come intendevo reagire. Non l’avevo letta, naturalmente, non sono iscritta a fb: penso che sia uno splendido strumento di lavoro e di comunicazione per lo più usato male, in troppi casi utile solo come cassa di risonanza per chi è convinto di dovere pontificare su tutto. Spesso senza conoscere nulla. Comunque non è mia abitudine dare importanza alle affermazioni ignoranti dell’ennesimo sputasentenze. Così gli ho detto.

Tornando a casa però ho pensato che avevo torto: non mi interessa rispondere a una simile lettera, è vero, ma quel ragazzo e tante altre persone in buona fede che l’hanno letta hanno diritto a un chiarimento. Per questo motivo lo faccio qui, per chi fosse interessato:

– i genitori di Carlo sono separati di fatto da più di venti anni. Hanno discusso molto e animatamente in passato sull’educazione dei propri figli, come succede a molti genitori, e continuano a farlo anche su altri argomenti senza che questo impedisca loro rapporti civili e di collaborazione quando è necessario.

– la famiglia di Carlo ha sempre partecipato con passione alla vita sociale e politica del Paese senza usare mai il termine “nemico”, concetto che appartiene evidentemente ad altri;

– la famiglia di Carlo, qualche anno dopo la sua uccisione, ha querelato alcune persone che continuavano ad offenderlo gravemente ma non ha mai tenuto per sé i soldi delle cause vinte;

– i genitori di Carlo non hanno mai desiderato essere dei “protagonisti”

[ricordo per i più distratti che non sarebbero stati costretti a esporsi pubblicamente se:

1) l’ordine pubblico durante il G8 di Genova non fosse stato gestito nel modo pessimo che oggi nessuno può negare;
2) i manifestanti non fossero stati aggrediti, picchiati, insultati nei loro diritti;
3) un militare dall’interno di una camionetta non avesse armato e puntato una pistola;
4) Carlo non fosse stato colpito, prima da un proiettile poi da una sassata sulla fronte, e travolto due volte mentre era ancora vivo;
5) il suo caso non fosse stato archiviato dal GIP senza possibilità di dibattito in aula (cosa che ha influito gravemente sulle sentenze successive)]

– Carlo è stato fermato mentre andava alla festa di laurea di un suo amico e accusato di possedere una quantità di marjuhana “eccedente la dose personale” (un po’ diverso dal “traffico di stupefacenti”…);

– il coltello sequestrato era un temperino svizzero, regalo della madre;

– i rapporti tra i componenti della famiglia di Carlo appartengono alla sfera privata, sono noti a parenti e amici, che potrebbero tranquillamente smentire certe affermazioni di perfetti estranei, ma non hanno niente a che vedere con la sua uccisione;

– la famiglia non ha mai fatto mistero sul periodo difficile attraversato in precedenza da Carlo (e superato grazie alla sua volontà), ne abbiamo scritto in un paio di libri, lo canta Alloisio in una sua bella canzone, ma questo non ha niente a che vedere con la sua uccisione;

– la trascrizione delle intercettazioni è frutto di un lavoro taglia e cuci dei CC, teso a dimostrare che Carlo era un poco di buono e come tale era giusto ammazzarlo, ma non ha niente a che vedere con la sua uccisione.

Per finire, la famiglia di Carlo respinge al mittente certe pretestuose lezioni di dignità.

La madre di Carlo

Comments ( 18 )

  • Fiamma Schiavi

    Heidi ti ammiro per la tua grande dignità.Ti voglio bene.Ci vediamo a Luglio. Fiamma

  • maria grazia

    Grazie Haidi..

  • francesca

    Grazie, per la lucidità e la trasparenza delle tue affermazioni.

  • Giancarla Bellei

    Cara signora, la sua dignità’ mi commuove cosi’ come ogni volta mi sento male al solo pensare a quei giorni e agli avvenimenti! Un abbraccio sincero Giancarla

  • Stella Sassone

    Hai fatto bene Heidi a chiarire ciò che è già ben noto, ma che certi fanno finta di ignorare per vigliaccheria intellettuale. Ti abbraccio e forza, Stella Sassone

  • Michela Rossini

    Al di là del torto o ragione (e io sto dalla parte di Carlo ) non avrei mai scritto quella lettera a un genitore che ha perso un figlio. Ci penserà la vita a farla riflettere.

  • Carla

    Cara Haidi. ..credo tu abbia fatto bene a rispondere all’ignoranza e allo sciacallaggio, ai beceri.
    Io risposi il 22 luglio 2001, di ritorno da Genova con l’anima da sopravvissuta.
    risposi ad una donna come me, per di più madre.
    Non avevo la più pallida idea di chi fosse Carlo, ma la notizia del suo omicidio (!) mi ha riportato in piazza. .dai tempi di Giorgiana Masi (non ero coraggiosa).
    Non avevo idea di chi fosse tuo figlio, ma m’infuriai e risposi a chi tentava di spiegarmi quello che non conosceva: la sua vita.
    Io provai a spiegarle la sua morte… e che chiunque fosse, non meritava di morire a 20anni. Ricordai che “ufficialmente” non esiste la pena di morte in Italia!
    Da quel giorno ho imparato che la gente può essere cattiva…e non ho ancora finito di imparare.
    Un rispettoso abbraccio a te, Giuliano ed Elena.
    Carla

  • Carla

    Qualsiasi tipo di famiglia voi siate..

  • Maria Antonietta Garofalo

    Il dolore è un animale solitario. Nessuno ha il diritto di entrarvi ed inquisire. Affetto alla famiglia Giuliani.

  • federico

    Io la ammiro, un abbraccio…

  • Roberto

    In tutta questa vicenda ci siamo dimenticati dell’estintore che aveva in mano Carlo. ma forse questo, per alcuni, è un dettaglio di poco conto.

  • Marco

    E si le violenze sono state fatte e nessuno le può negare, ma far passare per santo un manifestante che con un estintore cerca di spaccare la testa ad un carabiniere mi sembra il colmo ( prima dell’estintore con una trave ha infierito sui carabinieri ) non posso che come padre capire il loro dolore ma non approvo questa distinzione tra le violenze se fatte da parte delle forze dell’ordine devono essere punite e( come giusto che sia ) ma se le violenze sono fatte da giovani invasati che rovinano qualiasi manifestazione pacifica ALLORA sono solo gesti di santio ragazzi che hanno bisogno di essere capiti.
    NO non condivido ma associo al dolore della famiglia

      • Mario

        io ho visto il video nel link
        Concordo con Marco
        Va detto che l’errore e proprio quello di fare di Carlo un EROE che crea polemiche.
        Carlo è una VITTIMA,ma non un EROE e questo che va sottolineato.
        Carlo è un ventenne che ha fatto errori, anche gravi, che non andavano puniti con la morte.
        CARLO era un ragazzo come tanti,che nella vita ha sbagliato e pagato più del dovuto.

        il caso di Carlo va usato come esempio di come la violenza non sia mai giusta ne da un lato ne dal’altro.

        • Nessuno, a partire da Haidi, ha fatto di Carlo un Eroe. Carlo Giuliano era un ragazzo, come tanti. Come tanti ventenni era in piazza a Genova per un mondo migliore. I ragazzi che 15 anni fa contestavano il pensiero unico degli otto potenti della terra erano considerati pazzi “utopisti”, o come si direbbe oggi delle “cassandre”. Gli anni trascorsi hanno fatto giustizia di tante illusiuoni, a partire dall’Europa che ha smarrito la sua ragione d’essere, il mondo è ricaduto in una lunga serie di guerre. La globalizzazione non ha prodotto benessere ma ha creato ulteriore povertà e precarietà e favorito l’avanzamento di fanatismi di ogni tipo. Lo sfruttamento selvaggio delle risorse da parte di una economia senza vinsoli sta ormai distruggendo ilpianeta, Nel 2001 si irrideva ancora all’allarmismo dei “noglobal” a riguardo il riscaldamento globale. Carlo non è un eroe, era un ragazzo di vent’anni vittima della ferocia violenza di un sistema che fa della violenza e dell’oppressione il suo essere

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