Carceri e ddl Sicurezza, gli avvocati penalisti contro il piano governativo
Il governo Meloni tira dritto. Un’ora di incontro a Palazzo Chigi tra il governo e gli avvocati penalisti non ha prodotto alcun passo avanti nelle politiche di contrasto al problema dei suicidi in cella e del sovraffollamento carcerario. Se dovesse passare il ddl Sicurezza con i suoi nuovi 15 reati le carceri piomberanno nel caos
di Eleonora Martini da il manifesto
«Nessuna convergenza» su questi temi, riferisce il presidente dell’Unione delle camere penali italiane (Ucpi) Francesco Petrelli a fine incontro, perché si tratta di questioni che «non possono trovare rimedio nell’ampliamento degli spazi disponibili, che non garantisce alcuna possibilità di recupero ed incentiva la recidiva, ma deve, al contrario, procedere da un progressivo abbandono di una visione carcerocentrica inevitabilmente priva di prospettive risocializzanti».
L’avvocato si riferisce all’avvio del recupero edilizio di alcuni edifici allo scopo di ampliare la capienza delle carceri, unica azione governativa intrapresa per un problema che, assicura la premier Meloni, «rimane uno degli obiettivi dell’azione dell’esecutivo».
Il governo tira dritto anche sul ddl Sicurezza, attualmente al Senato, che Petrelli invece critica chiedendo che siano quantomeno rivisti «i punti critici», quelli che «riguardano le violazioni del diritto penale liberale e le contraddizioni di molti principi della nostra Costituzione». L’associazione Antigone avverte: «Il sovraffollamento ha raggiunto livelli molto alti ingestibili in alcune carceri. Nei minorili si dorme per terra. E se dovesse passare il ddl Sicurezza con i suoi nuovi 15 reati le carceri piomberanno nel caos».
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