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Il Carcere calpesta le dignità. Lettera di un familiare detenuto al carcere di Voghera

Lettera pervenuta a emergenzacarcere@gmail.com

Cari amici della rete emergenza carcere,

mi presento, il mio nome è Anna Maria e sono la sorella di uno dei detenuti della sezione 3 del carcere di Voghera, la stessa sezione del signore che ha contratto il Covid-19. Ebbene, vi racconto la nostra esperienza con quanto sta accadendo in questi giorni. Premesso che mio fratello è ancora in custodia cautelare, nonostante siano trascorsi quasi 4 anni dal suo arresto e nonostante siano moltissimi gli elementi raccolti a suo favore durante questo lungo periodo, purtroppo è protagonista di una fantomatica maxi operazione creata ad hoc, ma tralascio questo argomento attualmente. Covid-19. Martedì intorno alle 14 vengo a conoscenza del contagio,tramite l’articolo pubblicato da Il Dubbio, ho subito avvisato i legali, mio fratello riusciva a dare notizie a sua moglie (che vive a Roma) solo dopo le 20. Il giorno successivo chiama noi in Calabria, la situazione è tragica: no tamponi neanche su richiesta dei detenuti stessi dell’acquisto a proprie spese, no mascherine, no guanti, no a sanificazione degli ambienti. Viene proposto ai detenuti di pulire le celle con i prodotti in loro possesso, vengono isolati all’interno della stessa sezione in cui si sono trovati fino a quel momento con un detenuto positivo al tampone, medici e direttrice non raggiungibili e per di più altri 4 detenuti con la febbre allontanati per precauzione… precauzione??

Sono in preda al panico, consapevoli di quanto la loro condizione sia favorevole al contagio e sfavorevole alla loro incolumità… inoltre, viene richiesto che mantengano la distanza di sicurezza… sono oltre 60, almeno 4 per ogni cella, isolati dalle altre sezioni ed aree comuni dell’istituto… quali distanze??

Iniziano le mie telefonate con i legali, chiedo di contattare il garante o chiunque possa recepire informazioni e presentare un’istanza di riduzione della misura cautelare nei confronti di mio fratello. Se avessi potuto, l’avrei richiesta indistintamente per tutti gli altri detenuti, credetemi! Ma oltre il danno la beffa, l’ufficio del garante risponde che la situazione è sotto controllo, che i detenuti sono provvisti di mascherine e tutto il necessario per la tutela della propria salute, che i compagni di cella del signore già contagiato sono stati sottoposti a tampone. Niente di più falso e questa enorme bugia rischia di compromettere l’istanza presentata al giudice competente. Sono in quarantena, nelle proprie celle, mentre probabilmente il numero di contagiati aumenta e nessuno si occupa della loro salute.

Quando è iniziata l’emergenza e sono stati bloccati i colloqui, mio fratello ha comunicato che avremmo potuto farne uno tramite Skype, sia noi familiari in Calabria che moglie e figli a Roma e che gli avevano concesso 10 telefonate (4 in più del solito), pertanto avrebbe chiamato ogni settimana sia qui che a Roma. Ebbene, ad oggi non abbiamo mai potuto effettuare la chiamata Skype, neanche i miei nipoti, perché ogni volta che arriva il suo turno ci sono puntualmente problemi di linea. Il numero di telefonate continua a variare, aumentano di due, diminuiscono di tre è così via… trascorrono i giorni tra dubbi e preoccupazioni.

Intanto, siamo ancora in attesa di una risposta da parte del giudice titolare del procedimento. Mio fratello non fa colloquio da fine novembre purtroppo, questo processo ci ha tolto tutto ma non annullerà mai la nostra dignità, non mi sono mai rivolta a nessuna testata giornalistica nè alle associazioni che hanno a cuore la tutela dei detenuti, nonostante le ingiustizie che stiamo subendo noi da fuori, ma soprattuto lui in carcere, ho taciuto a avrei continuato a farlo se non fossimo arrivati al punto di rischiare la vita… per chi? Per cosa?

Perché nessuno si assume la responsabilità di mandarli a casa in un periodo come questo? Se avessero ricevuto le giuste attenzioni, nessuno si sarebbe ribellato, nessuno sarebbe morto per difendere i propri diritti (mi riferisco ai casi dei giorni scorsi), si sapeva che se il virus fosse arrivato dentro quelle mura, non avrebbe lasciato scampo, avrebbe trovato terreno fertile tra sovraffollamento e carenze igienico-sanitarie, senza dimenticare il calo di difese immunitarie causato dallo stress della detenzione.

Il Italia il Carcere calpesta le dignità ed i diritti di ogni essere umano, non esiste la presunzione di innocenza, si è colpevoli e basta, a prescindere dalla sentenza emessa.

Oggi la posta in gioco è troppo alta per continuare a tacere, ho deciso di scrivere la mia personale esperienza e spero di aver fornito abbastanza informazioni, che vengano divulgate, chiedo tuttavia la riservatezza riguardo il mio nome, attendo con ansia il termine del processo per poter dare sfogo alla mia rabbia, oggi purtroppo temo ritorsioni contro mio fratello ed in questo momento si trova in una fase estremamente delicata.

Un altro appunto riguardo le già discusse manganellate, ci sono state senza motivo, un gruppo di detenuti stava conversando pacificamente con il comandante Riguardo la richiesta dei tamponi visto il numero di contagi in aumento ma alcune guardie si sono Scagliate contro con i manganelli, mio fratello ha raccontato che fossero particolarmente nervosi durante tutta la settimana, certamente anche la loro condizione non è facile ma nulla giustifica questi comportamenti violenti.Sicuramente ci sono persone per bene ma è pur vero che ce ne sono altrettante che si sentirmi forti solo perché indossano una divisa. Così come in carcere non ci sono solo carnefici, abbondano le vittime ed in questo frangente il pericolo che corrono è troppo alto!!

Non ne faccio una questione politica ma di principio, che mandassero agli arresti domiciliari tutti i detenuti in attesa di giudizio, chi gode della semilibertà e dei permessi premio, chiunque altro lo possa meritare per buona condotta. Insomma, si utilizzino dei criteri corretti ma non si consenta che paghino con la propria vita, altrimenti che inserissero la pena di morte nel sistema giudiziario. considerato però che non è prevista, che chi di dovere si assuma la responsabilità di mandarli a casa, se muore qualcuno di loro, chi ne paga la conseguenza?? Oggi ci troviamo tutti in quarantena e sotto controllo, non potrebbero scappare o avere contatti con l’esterno delle proprie abitazioni. Ma è troppo difficile da capire per chi preferisce non assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

La situazione è grave ma nessuno ne parla, i tg nazionali tacciono, le testate giornalistiche tacciono, noi familiari a chi ci dobbiamo rivolgere??? È troppo comodo asserire che le rivolte in carcere siano dovute alla mancanza di colloquio con i familiari… hanno paura di morire, vengono trattati peggio delle bestie, non sono animali sui quali sperimentare e ricordiamoci sempre che i detenuti in via cautelare sono presunti innocenti, non colpevoli, il danno è doppio per loro!!! Mobilitatevi, fatevi sentire voi che potete… necessitano scelte coraggiose prima che sia troppo tardi!!

Grazie in anticipo,

Anna Maria

Ricordiamo che è all’indirizzo emergenzacarcere@gmail.com è possibile effettuare segnalazioni sia in merito all’attuale situazione igienico sanitaria nelle carceri (ed in particolare alle reali misure di prevenzione adottate a fronte dell’estendersi dell’epidemia di COVID-19), sia con riguardo ad abusi e trattamenti inumani e degradanti perpetrati nei confronti dei detenuti a seguito delle rivolte carcerarie dei giorni scorsi, richiedendo la relativa assistenza legale.

 

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