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Il carcere alla prova della “fase due”. Il rapporto di Antigone

Cosa sta accadendo (o non sta accadendo) nelle carceri italiane durante la fase 2 della pandemia di Covid19? I casi di Covid nelle carceri italiane al 7 luglio, ultimo bilancio disponibile, sono stati 287. Il dato è riportato dall’associazione Antigone nel suo rapporto ‘Il carcere alla prova della Fase 2’. Il rapporto analizza la situazione in 30 istituti distribuiti in 9 Regioni da nord a sud per un totale di 23.000 detenuti pari al 43% della popolazione carceraria.

“Un numero contenuto – sottolinea l’associazione che si batte per i diritti nelle carceri – ma da non sottovalutare: in rapporto al totale della popolazione detenuta è infatti superiore, sebbene di poco, al tasso di contagio nel resto del Paese”. Focolai si sono riscontrati a Saluzzo, Torino, Lodi (poi trasferiti a Milano), Voghera, Piacenza, Bologna e Verona, spiega l’associazione. Per il coronavirus hanno perso la vita in tutto 4 detenuti, 2 agenti di polizia e due medici penitenziari.

Durante l’emergenza sanitaria 3.379 persone sono andate in detenzione domiciliare (dato al 20 maggio), a 975 di questi è stato applicato il braccialetto elettronico. I semiliberi a cui è stata estesa la licenza sono stati 561. Il decreto Cura-Italia, per decongestionare le carceri e consentire un maggiore distanziamento, ha introdotto da un lato modalità speciali per l’accesso alla detenzione domiciliare, dall’altro l’estensione delle licenze per i detenuti semiliberi. Entrambe le misure erano a termine e valide fino al 30 giugno 2020.

Alessio Scandurra Associazione Antigone AlessioAscolta o scarica

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