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In carcere da 44 anni con gravissime patologie e senza speranza di uscire

Si tratta di Domenico Papalia, ex boss della ‘ndrangheta recluso a Parma.  L’Associazione Yairaiha Onlus ha segnalato il peggioramento delle sue condizioni di salute

È gravemente malato, ha un tumore, ed è in carcere ininterrottamente da mezzo secolo, recluso per un lungo periodo anche al 41 bis ed è un ergastolano ostativo. Durante questi anni ha avuto un percorso di ravvedimento, tutte le relazioni comportamentali danno atto del suo miglioramento e della rottura con logiche criminali. Eppure, è lì, senza prospettiva di uscire. Nemmeno per curarsi.

È gravemente malato, ha un tumore, ed è in carcere ininterrottamente da mezzo secolo, recluso per un lungo periodo anche al 41 bis ed è un ergastolano ostativo. Durante questi anni ha avuto un percorso di ravvedimento, tutte le relazioni comportamentali danno atto del suo miglioramento e della rottura con logiche criminali. Eppure, è lì, senza prospettiva di uscire. Nemmeno per curarsi.

L’Associazione Yairaiha Onlus ha segnalato il suo peggioramento

Ma la situazione di salute è peggiorata. A denunciarlo è l’Associazione Yairaiha Onlus, inviando una segnalazione alle autorità competenti. «Siamo stati contattati dai familiari del sig. Domenico Papalia – si legge nella missiva dell’associazione -, attualmente detenuto presso la CR di Parma nella sezione CDT perché preoccupati per le gravissime condizioni di salute in cui versa. Il sig. Papalia oltre ad essere affetto da una serie di patologie croniche è affetto da carcinoma prostatico con estenzioni extraprostatiche del tumore».

L’associazione Yairaiha, sottolinea che diverse istanze presentate per la sostituzione della detenzione con una misura adeguata alle sue condizioni di salute sono state rigettate perché, stando alla perizia del Ctu, le sue condizioni sarebbero compatibili con la detenzione inframuraria. Eppure di diverso parere sono i medici ospedalieri che lo hanno visitato anche perché, al più presto, dovrà subire intervento chirurgico e iniziare cicli di chemioterapia e radioterapia.

«Il sig. Papalia lamenta la carenza delle terapie prescritte dall’oncologo dell’ospedale di Parma; immaginiamo quindi come può essere seguita una terapia oncologica all’interno di una struttura carceraria che già presenta notevoli criticità nel sostenere l’elevato numero di detenuti anziani e gravemente ammalati che ha in carico», prosegue la lettera dell’associazione.

La Corte costituzionale e la Cedu si sono espresse su ergastolo ostativo e diritto alla salute

Alla luce della recente pronuncia della Corte Costituzionale in materia di ergastolo ostativo, nonché alle diverse condanne della Corte europea per violazione del diritto alla salute, Yairaiha Onlus ritiene che a Domenico Papalia «possa, e debba, essere concessa la sostituzione della pena per motivi di salute se non, addirittura, accolta, finalmente, la domanda di grazia giacente nell’ufficio grazie». Infine, la lettera indirizzata alle autorità conclude: «Uno Stato che si ostina a voler tenere in carcere una persona in simili condizioni di salute, e dopo 44 anni di carcere, non sta facendo Giustizia e non sta nemmeno rispettando la Costituzione. Certi che il caso del sig. Papalia verrà debitamente e urgentemente valutato».

Damiano Aliprandi

da il dubbio

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