Calais – 3 giorni di scontri contro fascisti e polizia e ora sgombero del campo
Pubblichiamo qui di seguito una raccolta di articoli tradotti e ripresi su hurriya.noblogs che fanno luce sulle dinamiche e il background che ha portato ai giorni di scontro e ferocia xenofoba del 5-6-7 gennaio a Calais per lo sgombero della zona di accoglienza e solidarietà per rifugiati e non nota come “La Giungla”. Una volta di più sottolineata la connivenza tra fascisti e polizia, avallata da un razzismo istituzionale che fa dello stato di eccezione una costante per reprimere i più deboli e dove il diritto canonico viene ampiamente travalicato. (da InfoAut)
Buona Lettura
da hurriya.noblogs
12/01/2016
Lo sgombero della giungla di Calais passo dopo passo
Traduzione da: Calais Migrant Solidarity
A poco a poco, passo dopo passo, il governo sta approntando le misure necessarie per sgomberare la giungla.
La Prefettura ha infatti annunciato che inizierà a sgomberare l’area della giungla che rientra nel raggio di 100 metri di distanza dall’autostrada. La zona è stata delimitata con vernice spray dai funzionari della Prefettura alcuni dei quali erano stati coinvolti nei precedenti sgomberi degli ultimi anni – e in molte zone l’area delimitata è chiaramente superiore ai 100 metri.
Le informazioni ufficiali fornite sono confuse, in conflitto tra loro ma ciò che è chiaro è che questo è solo l’ultimo atto di ciò che è accaduto nel corso degli ultimi mesi.
Queste cose accadono lentamente e se si guardano superficialmente sono facili da dimenticare. Ma qual è la strategia?
– Innanzi tutto, le persone vengono sfrattate dalla città di Calais e messe in un ghetto in una zona inquinata – ed è il governo francese che “ha aperto” la giungla, in primo luogo, attraverso la coercizione e la minaccia dell’uso della violenza.
– in secondo luogo, una zona della giungla viene evacuata attraverso uno sgombero «umanitario», col supporto dei lavoratori dell’associazione La Vie Active, che dicono alle persone che devono spostarsi e promettendo una soluzione migliore.
– Alcune delle case già spostate, con l’aiuto dei collaboratori francesi, devono essere nuovamente spostate in una zona di costruzione più grande.
– La OFII (l’Ufficio immigrazione francese) cerca di spostare, con gli autobus, molte persone fuori dalla giungla, nei centri di accoglienza in tutta la Francia. Alcune persone sono deportate ai sensi della normativa di Dublino, nonostante le promesse in senso contrario (le deportazioni sono ora in stand by fino a marzo).
– Il numero di pattuglie di polizia nella giungla aumenta. In precedenza, la presenza di 3 agenti dell’antisommossa (CRS) veniva notata e allarmava la gente. Poi il numero di CRS è salito a 10. Ora, le persone non sono più allarmate da 20 agentiCRS che fanno pattugliamenti nella giungla due volte al giorno – entrando nei negozi e familiarizzando con la disposizione delle aree. Oggi, è possibile per un grande gruppo di poliziotti entrare nella giungla quasi inosservato, nonostante i furgoni CRS parcheggiati fuori della giungla stessa.
– La polizia attacca la giungla con gas lacrimogeni, sparando spesso nelle aree abitate da famiglie. Molte persone, stanche di questa violenza e di respirare gas velenoso, lasciano le loro case. Alcuni lasciano Calais.
– La polizia consente (e approva) gli attacchi dei fascisti sul perimetro della giungla. Le proteste fisiche sono represse con il gas lacrimogeno, spesso usato di notte. Gli attacchi fascisti mai. Questo è un altro modo di far andare via le persone dalle proprie case.
– Il nuovo campo con i container, che può ospitare solo 1500 persone, viene aperto l’11 gennaio – mettendovi prima le famiglie, poi quelli precedentemente sfrattati per costruire il campo, in terzo luogo le persone considerate “vulnerabili” e poi tutti gli altri con la regola del primo arrivato.
– A Dunkerque, MSF (Medici Senza Frontiere) aveva previsto di allestire un campo migliore. Sono stati fermati dal governo francese che ha chiesto la chiusura del campo; MSF ha rifiutato di costruire un campo chiuso. I negoziati sono in corso ma il messaggio del governo è chiaro.
– Il Governo afferma che solo 2000 i migranti devono rimanere a Calais (1500 nel nuovo campo e 500 a Jules Ferry) non riconoscendo di fatto il resto della popolazione che vive nella giungla.
– Prefettura e polizia sono venute nella giungla, questa mattina (ieri 10 Gennaio n.d.t), incontrando solo determinate persone delle comunità (individui selezionati che intendono rappresentarne migliaia). La Prefettura non ha risposto all’elenco di domande presentate (sulla violenza poliziesca, la collaborazione con i fascisti, le potenziali deportazioni, la ragione dietro il limite/confine di 100 metri, la capienza limitata del nuovo campo, e la riduzione dei servizi medici e di emergenza antincendio nella giungla). Hanno semplicemente detto alle persone che dovranno andarsene o subirne le conseguenze (un messaggio che le persone della giungla conoscono bene, vale a dire “Via! Via!” e “tornate alla giungla!” da parte della polizia).
Nell’attesa dello sgombero di alcune aree della giungla (la strategia divide et impera) e delle persone a cui non viene data alcuna chiara alternativa, rimangono più domande che risposte.
Che dire di tutti gli altri?
I governi francese e del Regno Unito lavorano insieme e non vogliono che la gente attraversi la manica da Calais. Anche adesso, con tutte le recinzioni e violenze, piccoli gruppi di persone stanno sfidando il regime e attraversano la frontiera.
Rimanere o meno a Calais dovrebbe essere una scelte delle persone non qualcosa di imposto con la forza.
Se le persone non vogliono andarsene dalla giungla, dovrebbero essere in grado di far sentire la loro voce.
Messaggio degli abitanti della giungla
Traduzione da: Calais Migrant Solidarity
Noi, abitanti della giungla di Calais, decliniamo le richieste del governo francese per quanto riguarda la riduzione delle dimensioni della giungla.
Abbiamo deciso di rimanere dove siamo e di resistere pacificamente al governo che progetta di distruggere le nostre case.
Chiediamo alle autorità francesi e alla comunità internazionale di comprendere la nostra situazione e rispettare i nostri diritti umani fondamentali.
Le persone cercano di attraversare il confine: tre notti di scontri
Traduzione da: Rabble
Scontri con la polizia sono avvenuti dentro la giungla di Calais e nei suoi dintorni nelle ultime tre notti consecutive. Gli scontri seguono solitamente i tentativi da parte dei migranti di lasciare la giungla per raggiungere il Regno Unito. Ieri è stato annunciato che tre veicoli blindati sarebbero stati mandati a Calais, nel tentativo di venire a capo della situazione. Il prefetto deve approvare il loro uso, ed è improbabile che ciò richieda molto tempo.
Aggiornamenti da Calais Migrant Solidarity
5 Gennaio
Intorno alle 00:30 del 5 gennaio un gruppo di migranti ha lasciato la giungla e si è incamminata su Route Des Gravelines verso la città. Mentre passavano vicino la casa dei simpatizzanti neonazisti che collaborano col gruppo “Les Calasiens en Colere” (“Gli abitanti di Calais arrabbiati”), sono stati attaccati da un gruppo di fascisti che hanno provato ad inseguirli fino alla giungla.
Quando questo è accaduto, la comunità curda, che vive con donne e bambini vicino a Chemin Des Dunes, si è mobilita per l’auto-difesa e ha spinto i fascisti fuori dalla giungla. Gli scontri sono poi continuati fuori dalla giungla sulla Route Des Gravelines. I fascisti hanno iniziato a lanciare pietre contro la comunità curda, osservati con attenzione dai fascisti statali xenofobi in uniforme della CRS. Infatti si vedevano i fascisti lanciare pietre fianco a fianco con gli agenti CRS che sparavano gas lacrimogeno nella giungla.
All’avvicinarsi dei curdi i fascisti si ritirarono dietro la polizia, che continuava a lanciare grandi quantità di gas lacrimogeni contro i migranti. A un certo punto, i membri della comunità curda sono avanzarono a metà strada lungo la Route Des Gravelines con due molotov, gettate poi a terra di fronte a loro, dimostrando chiaramente così di poter condurre azioni violente e che avevano scelto di non utilizzare questo livello di scontro. Gridarono poi ai fascisti di «lottare come uomini» senza nascondersi dietro le linee della polizia. Come risposta i fascisti rimasero dietro la polizia. Mentre i fascisti si nascondevano dietro la loro polizia, i criminali statali allontanarono i migranti dalla Route Des Gravelines con una pioggia di gas lacrimogeni.
La polizia ha poi proceduto ad avanzare sul Chemin Des Dunes, sparando ancora enormi quantità di gas lacrimogeni. L’incursione della polizia nella giungla ha raggiunto la zona del ristorante curdo prima di ritirarsi. Ci sono state anche segnalazioni di tentativi della polizia di entrare nella zona dove vivono le famiglie, prima di perdersi disorientati e doversi ritirare. Fino a quel momento la polizia aveva sparato oltre 100 lacrimogeni, che hanno raggiunto la cucina Ashram in una direzione e la zona sudanese nell’altra. Sono stati sparate anche granate assordanti e proiettili di gomma . Alla fine degli scontri, intorno alle 4 del mattino, grandi quantità di gas lacrimogeni avvolgevano l’area delle famiglie. Mentre la polizia si ritirava i bambini e le famiglie che erano stati costretti a evacuare le loro case sono tornati per cercare di dormire un po ‘, quella notte, nonostante il fatto che le loro case erano state intrise da gas tossici.
Ancora una volta ha avuto luogo un grave e indiscriminato attacco con armi chimiche in un campo profughi, soprattutto in una zona popolata da donne e bambini. Ad ogni modo è stata anche una notte di forza collettiva che ha visto le persone unirsi per difendersi contro un attacco da parte dei neonazisti locali. La giungla ha combattuto contro i fascisti, incapaci di entrare nel campo grazie agli sforzi della comunità curda, molto ben organizzata e in grado di riunirsi rapidamente quando viene minacciata. Tra l’altro alcuni dei migranti inizialmente attaccati pare fossero afghani, e quando sono stati aggrediti i curdi li hanno supportati: ciò, come viene riferito, ha migliorato il rapporto tra le due comunità. Contro la minaccia della violenza fascista, e nel contesto delle violenze quotidiane che avvengono alla frontiera, diversi gruppi di persone provenienti da comunità diverse stanno creando nuovi collegamenti e connessioni di solidarietà, riducendo i confini tra di loro.
Durante la notte e nella mattina, gli attivisti No Borders erano a disposizione per offrire rimedi per gli effetti di gas lacrimogeni, usando il Maalox o soffiando il fumo negli occhi di coloro che erano stati colpiti dalle esalazioni nocive. Siamo solidali con tutti gli altri abitanti della giungla!
6 Gennaio
Alla mezzanotte del 6 gennaio, i migranti hanno posizionato tronchi e pali di metallo sulla strada per bloccare il traffico e rendere possibile l’accesso al retro dei camion che vanno verso il Regno Unito. La polizia ha rapidamente ridotto il traffico sull’ autostrada, chiudendo temporaneamente l’intero tratto. Tuttavia le persone hanno continuato a raggrupparsi sul bordo della giungla per lottare contro la polizia.
E’ stata lanciata una grande quantità di gas lacrimogeni e la polizia ha usato la loro solita strategia di lanciare i gas in una vasta area, ben oltre la porta d’ingresso della giungla alla fine di Rue Des Garennes, dove le persone si erano riunite. Era chiaro l’intento della polizia di punire collettivamente i migranti. Durante la notte ci sono stati anche molti feriti, con ustioni e tagli, tra le persone colpite dai contenitori dei gas lacrimogeni. L’uso da parte della polizia di gas CS sui migranti nella giungla è diventato “normale” per i media. L’odore di gas lacrimogeno si sentiva in tutto il campo e la nube di fumi tossici era visibile da lontano.
Col continuare degli scontri la polizia ha schierato due cannoni ad acqua e ha usato anche la “forza letale” dei proiettili di gomma, ferendo due minorenni. Salve di lacrimogeni sono state sparate ad altezza d’uomo, invece della prescritta parabola dall’alto in basso.
Le ferite provocate da questa aggressione sono difficili da quantificare, è facile contare invece le decine di problemi respiratori, della pelle e le irritazioni agli occhi. La gassazione di massa ha anche provocato l’incendio e il danneggiamento di vari alloggi. I lacrimogeni hanno contaminato gli alloggi, costruiti principalmente con teli di di plastica, e l’odore e il sapore acre che questi gas lasciano nella parte posteriore della bocca sono impossibili da rimuovere.
Nonostante il pesante bombardamento di armi chimiche, molte delle persone che vivono nella giungla hanno continuato a sfidare e a attaccare la polizia con pietre. Grida di «fanculo la polizia» risuonavano sopra il ronzio dei generatori e delle granate a concussione. Le persone hanno anche raccolto i contenitori dei lacrimogeni ancora fumanti gettandoli indietro contro la polizia. Come sempre, gli attivisti No Borders erano presenti per registrare la violenza della polizia e somministrare Maalox per ridurre gli effetti del gas.
La quantità di polizia e forze di sicurezza e le risorse impiegate a Calais al momento è sconcertante. Per tutta la notte si son visti diversi plotoni di CRS dispiegarsi sopra l’autostrada tra Route Des Gravelines e Rue Des Garennes. Tre cannoni ad acqua erano sul posto. Eppure, di fronte a questa brutale repressione, le persone continuano ad attaccare e attraversare il confine, e la gente continua a sfidare la polizia!
7 Gennaio
A mezzanotte del 7 gennaio circa 30 poliziotti antisommossa erano all’ingresso principale della giungla, in Route de Garennes, per impedire alle persone di uscire. Dopo un po’ la polizia si è spostata sul bordo della Jungle nel tentativo di provocare una risposta violenta. Circa sei agenti si sono fatti strada verso l’entrata della giungla e sparando lacrimogeni e creando un muro di fumi velenosi per mascherare i loro movimenti.
In quel momento era presente una folla di persone che si erano radunate a osservare le azioni della polizia. Senza alcun preavviso, la polizia ha sparato uno sbarramento di gas lacrimogeni direttamente e indiscriminatamente sugli spettatori raccolti. Hanno usato anche proiettili di gomma, sparando alle persone. Alcuni colpi hanno colpito delle persone al petto e alla testa. Due idranti erano presenti, in attesa sotto il ponte dell’autostrada in Route des Garennes.
L’intera area del ristorante di fronte della Jungle si è riempita di gas. Le azioni della polizia avevano il preciso scopo di provocare la folla e alcune persone della giungla hanno risposto lanciando pietre, gridando “Vaffanculo!” e mostrando il dito medio. Ancora una volta gran parte della giungla, dove le persone stavano dormendo, è stata colpita da una nuvole di gas lacrimogeni nocivi.
Nel corso della notte l’azione della polizia dall’altra parte della giungla, vicino Route de Gravelines, ha replicato quanto avvenuto nelle notti precedenti. La polizia ha condotto il solito sporco lavoro di aggressione dei migranti fianco a fianco con un branco locale di servi neonazisti. Sono stati visti fascisti lanciare pietre contro i rifugiati e fuochi d’artificio nella giungla e, proprio come in precedenza, quando la gente dalla giungla ha risposto alla minaccia fascista, la polizia è venuta in soccorso dei fascisti sparando contro il loro comune nemico con salve di gas lacrimogeni . Le azioni della polizia sono ora indistinguibili da quelle della milizia fascista cresciuta in questi ultimi mesi, sotto l’egida del gruppo “Les Calaisiens en Colere” e con il supporto del “Movimento di Azione Sociale”. E ‘chiaro che i residenti della Jungle stanno lottando contro una forza combinata di criminali suprematisti bianchi e neo-nazisti locali.