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Bologna: Cancellato dal tabellone teatrale "Gli invincibili"

Alla fine si è arreso. Il direttore artistico del Teatro Ridotto di Bologna, Renzo Filippetti, ha fatto marcia indietro, cancellando “Gli invincibili”, serata dedicata all’incontro tra lo scrittore Erri De Luca e l’ex brigatista rosso Vittorio Antonini, invitato come rappresentante di Papillon, associazione dei detenuti di Rebibbia. Nei giorni scorsi il mondo politico ed istituzionale si è mobilitato contro il previsto arrivo sul palcoscenico bolognese di Antonini ha mobilitato che ha suscitato una levata di scudi nazionale e locale. Invitare nella città di Marco Biagi un ex Br, mai pentito né dissociato, «è un serio errore» ha commentato seccamente il sindaco, Sergio Cofferati. «Spero che Filippetti rifletta seriamente sul danno che l’eventuale conferma della serata provocherebbe sul suo lavoro – ha continuato Cofferati – da sempre circondato dalla simpatia dei cittadini. Simpatia che potrebbe venire meno». Dura anche la critica di Maurizio Gasparri, deputato di An. «E’ ora di finirla con queste conferenze in serie di terroristi condannati per gravissimi reati. Chi è stato protagonista di stagioni drammatiche dovrebbe scegliere la via del silenzio». E Gasparri non si fa mancare un attacco al primo cittadino di Bologna: «Cofferati si dice contrario ma avrebbe dovuto vigilare prima, dimostrando maggiore coerenza ed attenzione». Nel pieno dell'”affaire Antonini”, condannato all’ergastolo (è stato coinvolto nel sequestro Dozier), ora in semilibertà dopo 15 anni di carcere, si è inserito anche l’ex direttore di Rai tre, Angelo Guglielmi, assessore alla Cultura della giunta bolognese. «Non ci poniamo come ufficio censura. Il Comune finanzia il Teatro Ridotto come decine di altri teatri ma le scelte spettano al direttore artistico». E se a lui spetta la decisione, a seguito delle pressioni Filippetti ha gettato la spugna. Non prima, però, di aver chiesto un incontro con il sindaco, subito fissato al 20 febbraio. «Gli dirò che sono disposto a cancellare la serata – spiega il patron del Teatro Ridotto – se davvero non ci sono altre possibilità. Ma non rinuncio alla speranza di farla un giorno, in futuro. Mi rendo conto che il passato di Antonini sia ingombrante. E se questo provoca la levata di scudi, meglio soprassedere». In ogni caso «non mi faccio tirare per le orecchie da Cofferati – continua Filippetti – e ho chiesto di parlargli a tu per tu perché mi pare che la cosa sia sfuggita di mano. La mia intenzione era quella di dedicare una serata alla cultura, non alla politica. Capirei se la protesta arrivasse da familiari di vittime del terrorismo, ma non capisco perché le istituzioni debbano parlare a nome di altri. Se lo Stato ha stabilito che lui può stare in semilibertà, non vedo perché noi dobbiamo ergerci a paladini della legalità». Antonini è già stato a Bologna, quattro anni fa, all’Istituto per la resistenza Parri, dove parlò del rapporto tra detenzione e cultura. E in quell’occasione «nessuno ha avuto nulla da obiettare». Non solo. Filippetti, personaggio noto nel comune felsineo, con alle spalle la militanza in Lotta Continua e due mesi di braccio speciale in carcere, ricorda che «quando a Roma Antonini aprì una biblioteca in un quartiere molto difficile, a riconoscere il valore di questa iniziativa c’erano diversi assessori e l’attuale presidente della Camera, Fausto Bertinotti». Lo stesso Antonini si è detto sorpreso per l’atteggiamento di Cofferati nei suoi confronti, considerandolo «un alfiere delle lotte della sinistra e del movimento sindacale». Per dimostrare che il Comune di Bologna non censura nessuno, alla notizia della cancellazione dello spettacolo, l’assessore Guglielmi ha reagito affermando che «se Filippetti prende questa decisione in autonomia, allora va bene». Dello stesso segno il commento dell’assessore agli Affari Istituzionali, Libero Mancuso: «E’ una sua piena e responsabile scelta». Di diversa opinione il segretario provinciale del Prc, Tiziano Loreti. «Filippetti è stato quasi costretto ad annullare la serata. – dichiara il segretario – Ha subito pressioni fortissime affinché l’incontro non si tenesse, soprattutto dal sindaco Cofferati. In questo modo, si rimuovono senza pudore decenni di battaglie a favore dei diritti civili condotte dalla sinistra». Dopo anni di “cofferatismo reale”, certe prese di posizione del sindaco non ci stupiscono affatto. Anzi, le riteniamo in linea con la sua visione repressiva ed autoritaria della realtà. Antonini ha già pagato la sua pena. Credo sia ora di avere il coraggio di aprire un dibattito serio sugli anni 70».

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