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Bologna: Aggravate le misure cautelari per gli antifascisti e antirazzisti

Il Tribunale delle Libertà di Bologna getta la facciata democratica e aggrava le misure cautelari per gli antifascisti e antirazzisti. Oggi il Tribunale delle Libertà di Bologna si è pronunciato a favore della richiesta del Pubblico Ministero Maria Rita Pantani di 2 (dei 6 richiesti) arresti domiciliari e il ripristino dell’obbligo di firma a 10 antifascisti che il 25 aprile a Reggio Emilia insieme a decine di compagni, lavoratori, giovani, donne, immigrati sono scesi in piazza per manifestare e rigettare la provocatoria presenza di un organizzazione razzista come la Lega Nord.
A distanza di qualche giorno il Tribunale ha sciolto la riserva confermando alcune delle “richieste” del PM. Sono stati definiti gli arresti domiciliari (che potranno essere attuativi solo dopo che il Tribunale avrà valutato il ricorso) al compagno Mattia Cavatorti (dirigente del Partito dei CARC) ed a Gianluca (del Laboratorio sociale AQ16).
La demonizzazione degli antifascisti ad opera dei media locali e le importanti pressioni della PM hanno determinato la decisione del Tribunale di assoggettarsi alla campagna repressiva nei confronti di chi nella Città Medaglia d’Oro alla Resistenza si è mobilitato indifesa della Resistenza, dei valori che la lotta vittoriosa di liberazione dal nazifascismo ha sancito. Questi signori hanno fatto carta straccia dei diritti costituzionali su cui le loro stesse istituzioni dovrebbero fondarsi! 
 
Il Tribunale delle Libertà di Bologna aggrava le misure cautelari atte ad impedire l’agibilità politica a chi si mobilita per difendere i valori che la Resistenza ha affermato!
A dare caratterizzazione politica a questa ondata persecutoria sono gli stessi giudici Alberto Albiani, Rocco Criscuolo e Rossana Maria Oggioni che nel loro dispensare le (a loro più gradite) misure di restrizione della libertà personale, definiscono che “solo il contenimento domiciliare potrebbe evitare in futuro condotte analoghe,specie in questo momento storico di proteste di piazza”.
Emerge chiaramente quanto abbia pesato il contesto di crisi e di sviluppo del movimento di resistenza delle masse popolari contro il peggioramento delle propri condizioni di lavoro, alloggio,assistenza sanitaria, istruzione.
Un’operazione repressiva che si inserisce in un contesto di crisi, di sviluppo del movimento di resistenza e nel contempo di repressione contro gli organismi, gli aggregati e anche i singoli esponenti del movimento popolare colpevoli di difendere il diritto ad una vita dignitosa e sempre più colpiti da denunce, ordinanze di sgombero, decreti penali di condanna, fogli di via, fermi e arresti, cariche e pestaggi (emblematico quello avvenuto nei confronti dei lavoratori dell’AST di Terni).
Emblematiche, e estremamente gravi (a proposito della parvenza democratica di questi signori e istituzioni), anche le motivazioni per gli arresti domiciliari nei confronti del dirigente del Partito dei CARC che avrebbe la colpa (!) di “assumere un ruolo di spicco nell’attività di orientamento delle iniziative politiche di lotta e solidarietà”. E ancora che in occasione dell’importante manifestazione di solidarietà dell’8novembre in solidarietà con gli antifascisti “non ha mancato di dare pubblica lettura di un documento nel quale si accusa il Sostituto Procuratore reggiano titolare del presente procedimento [il PM Maria Rita Pantani – ndr] di scelte, oltre che discriminatorie nei confronti degli “antifascisti”, volte comunque a favorire “l’agibilità politica” dei “gruppi razzisti, fascisti e xenofobi, lasciandoli scorazzare per la città indisturbati a fomentare il loro clima di odio facendo carta straccia dell’art. 3 della Costituzione”.
Quindi nei confronti del compagni vi sarebbe addirittura l’aggravante del fatto che ha legittimamente contestato e denunciato pubblicamente l’operato chi, in barba alla Costituzione, lo sta perseguitando e tenta di incriminarlo. Qui passiamo addirittura all’assurdo!
Quale altra migliore dimostrazione che si tratta chiaramente di un operazione repressiva contro chi si pone generosamente come protagonista e organizzatore della resistenza spontanea che le masse popolari oppongono alla crisi, per conquistare il diritto ad una vita dignitosa e che con la pratica è di esempio?
 
Il PM Maria Rita Pantani continua la sua caccia alle streghe immemore della vittoria della Resistenza!
Il PM Pantani (che a parole si erge a paladino della lotta contro l’usura e contro la violenza sulle donne)avanza ciecamente con il tentativo di fermare con la repressione un movimento inarrestabile perché erede della Resistenza che 69 anni fa ha liberato il nostro paese dall’oppressione e repressione nazista e fascista, che è espressione diretta dell’attuale lotta della masse popolari contro gli effetti e la guerra di sterminio che la crisi produce, che mette in discussione l’attuale sistema sociale e propone nuovi modi di produzione collettivi e condivisi e nuovi rapporti sociali.
Ma il piano persecutorio della PM si è scontrato con l’ampia e crescente mobilitazione di numerosi organismi popolari, associazioni, organizzazioni politiche e individui che si sono uniti formando un importante movimento di solidarietà. Questo ha nei fatti impedito al Tribunale delle Libertà di accogliere pienamente le richieste e assoggettarsi pienamente al piano del PM.

E’ il razzismo e il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! Non chi si mobilita per difenderei valori che la Resistenza antifascista ha affermato!
La crisi generale avanza e il marasma economico alimenta e accresce l’emarginazione, la disoccupazione,la precarietà e lo sfruttamento. Le condizioni di vita e sopravvivenza delle masse popolari vengono attaccate e diventano sempre più precarie. Il problema della casa, del lavoro e di condizioni di vita dignitose per le masse popolari si inquadra in questo contesto. Un numero sempre maggiore di persone a causa della crisi economica si ritrovano senza lavoro, senza casa, senza possibilità di accedere all’assistenza sanitaria, all’istruzione, in totale assenza delle condizioni per una vita dignitosa.
In questo contesto si inseriscono le organizzazioni che fomentano le prove di fascismo e la mobilitazione reazionaria.
E’ criminale restare inerti di fronte alle stragi degli immigrati perpetrate direttamente dai fascisti come quella compiuta da Casseri (militante di Casa Pound) a Firenze,nel dicembre 2011 che costò la vita a tre senegalesi cosi come a quelle perpetrate in via indiretta da chi approva leggi razziali come la Bossi-Fini o la precedente Turco-Napolitano e poi ipocritamente piange i morti di Lampedusa! L’iniziativa per cui gli antifascisti sono scesi in piazza è legittima. E se chi dovrebbe applicare la Costituzione non solo non lo fa, ma tollera, sostiene quando non foraggia e protegge i razzisti, fascisti, la loro propaganda xenofoba, le prove di fascismo e razzismo, allora ben vengano le mille iniziative di base volte a ostacolare e impedire derive reazionarie
Dare forza al processo per la costituzione del governo di emergenza popolare!
Lasciare il paese in mano ai vertici della Repubblica Pontificia vuole dire lasciarlo andare allo sfascio e, insieme al paese, le vite di milioni di persone che la classe dominante usa come carne da macello o userà come carne da cannone, alimentare le prove di fascismo e il razzismo, eliminare le conquiste e i valori che la Resistenza ha affermato. Ecco perché è urgente, necessario e possibile costruire una nuova governabilità per il paese: non basta più rivendicare con le buone o con le cattive, è ora di costituire nuove autorità popolari che iniziano a indicare le misure necessarie a fare fronte alla crisi e mobilitano le masse a realizzarle ora.
Le proteste e le rivendicazioni sono utili per mobilitare le masse popolari, ma la mobilitazione sarà efficace e fruttuosa solo se inserita nel processo per farla finita con il capitalismo e la sua crisi  (la ripresa generale, a livello mondiale, dell’economia reale capitalista è impossibile, la crisi porta alla guerra contro le masse e alla guerra tra stati) e per fare avanzare la costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese. La costruzione del Governo di Blocco Popolare aprirà una fase nuova alla lotta per il socialismo. Questa è la strada realistica e possibile per cambiare il corso disastroso delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero impongono alle masse popolari del nostro paese e del resto del mondo.
 
La battaglia è ancora aperta! Risponderemo colpo su colpo alle provocazioni e agli attacchi repressivi!
Attraverso la resistenza alla repressione, la lotta contro la repressione e la solidarietà è possibile trasformare le operazioni repressive in uno strumento per estendere coordinamento, unità e lotta! La solidarietà verso chi promuove iniziative di“disobbedienza civile”, “diritto alla resistenza”, legittimo(il)legale o come lo si voglia chiamare, è un dovere per quanti oggi aspirano a un cambiamento reale della società e al contempo alimento di una trasformazione in senso positivo.
Invitiamo chiunque a esprimere solidarietà con gli antifascisti e a sostenere la lotta per la verità e la giustizia che stanno portando avanti.
 
Libertà per compagni incriminati per antifascismo e antirazzismo!
Sostenere e sviluppare la lotta per l’agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la resistenza antifascista!
È il razzismo e il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! Non chi si mobilita per difendere i valori che la Resistenza antifascista ha affermato!
Sostieni gli antifascisti!
Aderisci alla campagna #una firma non ci ferma!

 

9 dicembre giornata di solidarietà e lotta!
Il 28 aprile 2009 a seguito di una scritta sulla sede dell’organizzazione fascista Casa Pound tre antifascisti furono fermati e subirono diversi abusi da parte dell’agente Corradi Fabio (non esitò neppure a sparare alle gomme dell’auto guidata da un compagno) e di altri agenti della Digos di Reggio Emilia. Quella notte soltanto il caso (la traiettoria di quella pallottola!) ha fatto sì che non si trasformasse in un altro dei numerosi casi finiti drammaticamente, alla pari di altre storie note o meno note in cui chi indossando la divisa ha abusato del proprio ruolo e del potere a lui conferito. Nonostante tutto questo i tre antifascisti sono ora sotto processo.
La lotta in corso è una battaglia contro l’impunità di chi tra le forze dell’ordine commette abusi nei confronti dei cittadini. Una battaglia per l’agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la Resistenza antifascista.
Chi deve andare sotto processo? Gli antifascisti o chi hatollerato e difeso il covo fascista armi in pugno? Gli antifascisti o i fascisti di Casa Pound e la polizia, suoi difensori?
È il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! E se chi dovrebbe applicare la Costituzione non solo non lo fa, ma tollera, sostiene quando non foraggia e protegge i fascisti, la loro propaganda xenofoba, le prove di fascismo e razzismo. Allora ben vengano le mille iniziative di base volte a ostacolare e impedire derive reazionarie!
Fare fronte alle prove di fascismo è legittimo anche se illegale!
Ribaltare il banco degli imputati: passare da accusati ad accusatori!
Chi ha sparato non è la vittima, ma l’autore di un abuso di polizia.
Che i fatti assumano il loro vero nome!
 
Aderisci e sostieni la lotta contro le prove di fascismo e gliabusi delle forze dell’ordine.
Sostieni la campagna di solidarietà del Comitato 28 Aprile.
Partito dei CARC – Emilia Romagna www.carc.itpcarcemiliaromagna@ymail.com
 

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