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Balotelli in nazionale, ritorna il razzismo da stadio

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Il grande ritorno di Balotelli in maglia azzurra ha avuto non poche conseguenze, dopo quattro anni lontano dalla nazionale il nuovo commissario tecnico Mancini ha deciso di convocarlo nuovamente nella rosa degli azzurri. È passata appena una settimana da quando abbiamo scritto del nostro incontro con Mauro Valeri in cui abbiamo parlato di calcio e razzismo, che ci ritroviamo già ad affrontare un nuovo caso di discriminazione. Con Valeri, tra le altre cose, si è parlato molto della figura di Mario Balotelli ed è proprio il calciatore del Nizza che ritorna agli onori della cronaca.

Nonostante “l’esilio forzato” e con l’assenza dalla nazionale di Buffon e De Rossi, il giocatore con più presenze (al pari di De Sciglio) è proprio lui, per questo Mancini ha deciso di dargli il ruolo di vice-capitano. Non appena Bonucci sarà assente dal campo, l’onore e l’onere di trascinare il gruppo toccherà proprio a Balotelli con cui Mancini, che l’ha lanciato nel calcio che conta portandolo con sé anche a Manchester, ha un rapporto particolare.

Mario Balotelli, che ha sempre diviso il popolo italiano, non delude. Dopo ventuno minuti di partita fa quello che ultimamente gli viene meglio: segnare. Oltre al gol Mario gioca davvero bene e a fine partita dal suo profilo Instagram posta una dedica speciale a Davide Astori: Lo so che è tardi lo so che ormai sei là…ma sono convinto che là, in alto, oggi la guardavi con mio papà la partita! Questo gol, anche se non vorrà dire niente, anche se non servirà a niente, lo dedico a te”.

Ma come spesso accade, anche se la FIGC fa di tutto per sviare il problema, quello che verrà ricordato di ieri sera è l’ennesimo atto razzista: un orrendo striscione con scritto “Il mio capitano è di sangue italiano”, è stato esposto durante l’amichevole e nonostante sia stato fatto rimuovere dalla polizia, l’immagine aveva già fatto il giro dei social. Un riferimento chiaro e diretto proprio a SuperMario, in lizza per portare la fascia di capitano. L’attaccante del Nizza ha replicato duramente con una storia su Instagram, scrivendo: “Siamo nel 2018 ragazzi basta. Svegliatevi! Per favore!”.

Qui le questioni calcistiche non trovano spazio e passano in secondo piano, si tratta di un chiaro attacco razziale all’indirizzo di chi in questo Paese ci è nato, 27 anni fa a Palermo, e ci ha vissuto per la gran parte della sua vita. Balotelli è più italiano di chi lo è da generazioni e non perché ha dimostrato grande attaccamento ai colori azzurri nonostante gli svariati “capricci”, ma perché nel 2018, come scritto dallo stesso calciatore, non possiamo ancora stare qui a discutere sul colore della pelle, di luoghi di nascita e di purezza della razza. Si, perché scrivere “Il mio capitano è di sangue italiano” ha proprio il sapore di un linguaggio fastidioso e odioso utilizzato all’inizio del secolo scorso da chi uccideva la gente soltanto perché diversa, in nome di una “supremazia” che con il genere umano non ha nulla a che spartire.

Davide Drago

da SportAllaRovescia

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