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Auto-sorveglianza, delazione e odi sicuritari

Intervista con Vanessa Codaccioni

Durante il lockdown della primavera 2020, la questura  aveva allertato su una saturazione del “sistema di urgenza” (chiamate urgenti) https://www.lemonde.fr/societe/article/2020/04/10/avec-le-coronavirus-le-retour-des-corbeaux_6036165_3224.html  , per l’aumento delle delazioni (per segnalare delle infrazioni alle regole del lockdown).E aveva chiesto a non alimentare più il 17 (il corrispondente in Francia del 112 italiano ) con tale tipo di denunce.

In altri paesi, il problema é stato regolato con delle piattaforme web  (per esempio in Nuova-Zelanda, ma anche in Belgio o in Canada (https://spvm.qc.ca/FR/PAGES/SIGNALER-UN- EVENEMENT/COVID19–RAPPORTER-UNE- SITUATION-EN-LIGNE ), senza dimenticare la sperimentazione di Nizza qualche anno prima (https://www.francetvinfo.fr/internet/telephonie/a-nice-une-application-permet-aux-citoyens-de-denoncer-un-delit-depuis-son-smartphone_2568235.html).

Qualche settimana fa il ministro degli Interni, M. Darmanin, annunciava il lancio di una piattaforma «permettente a ciascuno di segnalare alla polizia e alla gendarmeria (carabinieri) i punti di spaccio vicino a casa sua». Al di là del sovra investimento politico delle questioni sicuritarie in previsione dell’elezione presidenziale (nel 2022) , cosa ci dicono della nostra epoca queste attitidini di delazione e queste ingiunzioni  a «segnalare»? Si tratta realmente di un ritorno? Quale ruolo gioca qui l’informatizzazione dei  rapporti (la denuncia dietro la tastiera del computer o smathphone essendo già un motore delle reti sociali)?

Abbiamo intervistato Vanessa Codaccioni, docente in scienze politiche all’Università Parigi 8, su tali questioni. In gennaio scroso lei ha pubblicato Justice d’exception e un La société de vigilance, Auto- surveillance, délation et haines sécuritaires, così descritto dalle éditions Textuel :

Dappertutto nel mondo, le popolazioni sono incitate a mobilitarsi per assicurare la loro propria sicurezza e quella del lore paese. Dappertutto gli appelli alla vigilanza e alla responsabilità individuale si moltiplicano, mentre gli Stati si appoggiano smepre più  sui cittadini per sorvegliare, reprimere e punire. Al lavoro su internet, in strada,  a scuola, in seno alla famiglia.

Sviluppando i suoi lavori sulla repressione, Vanessa Codaccioni ritraccia l’avvento di tale fenomeno. Vi mostra come numerosi dispositivi tendono a utilizzare le popolazioni a dei fini sicuritari, a spingere verso  comportamenti polizieschi, da spioni o guerrieri  e a istituzionalizzare la sorveglianza reciproca e la delazione. Tali ingiunzioni sicuritarie mirano a ottenere l’obbedienza “civica” e a legittimare la repressione.

Il Video dell’intervista «Denunciare, segnalare, questo alimenta un fiume di parole (pseudo) “civiche” a favore della repressione. »

da  https://lundi.am/La-societe-de-vigilance

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