di Mario Di Vito da il manifesto
I poliziotti lo accusano ma i video invece lo scagionano. Intanto Tiziano Lovisolo, il 24enne marchigiano arrestato dopo gli scontri di sabato scorsa alla fine della manifestazione palestinese, va ai domiciliari. Così ha deciso il gip di Roma dopo due ore di camera di consiglio, tra la procuratrice aggiunta dell’antiterrorismo Lucia Lotti che chiedeva la custodia in carcere per lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale e la difesa, sostenuta dall’avvocata Caterina Calia, che invece puntava alla scarcerazione del giovane. L’udienza è stata infine aggiornata al 14 novembre.
LA RICOSTRUZIONE dei fatti offerta dalla procura, interamente basata sulle testimonianze degli agenti presenti in piazza, vede Lovisolo protagonista di una colluttazione con un dirigente della Digos che alla fine ha riportato la frattura del bacino e 40 giorni di prognosi. I tanti video della manifestazione, però, mostrano una realtà ben diversa: c’è un agente che bracca il ragazzo, che sbraccia e cerca di liberarsi. I due finiscono a terra e nel mentre passa un altro ragazzo ancora che scalcia verso l’uomo in divisa e si dilegua. Lovisolo, in aula davanti al giudice, ha detto di essere stato malmenato e, in effetti in alcune immagini si vede chiaramente un agente che lo trascina per terra tirandolo per la felpa, mentre un altro gli allunga un calcio. Dopo ancora, manganello stretto sulla gola, viene portato dietro il cordone di polizia. Uscito dal tribunale di piazzale Clodio, il ragazzo ha ringraziato «tutti per la solidarietà» e ha salutato il centinaio di persone in presidio per lui sollevando in aria il pugno sinistro.
«AVETE PRESO a calci e manganellate un ragazzo indifeso che si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato», ha scritto in una storia di Instagram la sorella di Lovisolo, condividendo l’immagine del fratello per terra tra gli uomini in divisa che lo strattonano. È la stessa versione che gira di smartphone in smartphone in un due messaggi vocali diffusi da una ragazza pure presente in piazza. «Dopo la manifestazione – dice – in un momento in cui Tiziano stava andando a casa, è passato nell’unico varco disponibile per andare verso Termini (doveva prendere un treno per Perugia, città in cui studia, ndr) e in quel momento ci sono stati degli scontri che erano fascisti che volevano. È stato preso in mezzo, lui non c’entrava niente con quello che è successo, cercava di uscire».
PER QUANTO RIGUARDA gli scontri, arrivati a manifestazione conclusa sui social si fa un gran parlare di infiltrati. Un tic che da due decenni abbondanti accompagna tutti gli eventi di piazza che producono incidenti. Questa (comoda) versione della storia, oltre a non avere prove a suo supporto, viene smentita anche dagli stessi organizzatori di sabato. In una nota congiunta di Udap e Giovani palestinesi infatti si può leggere una frase che dovrebbe porre fine a ogni dibattito sul punto: «Rifiutiamo categoricamente la lettura di chi imputa la violenza a infiltrati. Rigettiamo categoricamente ogni tentativo di dividere il movimento di solidarietà, così come il movimento palestinese, tra buoni e cattivi».
INTANTO le proteste a Roma proseguono. Raccogliendo l’invito a una «intifada studentesca» lanciato la settimana scorsa dai Giovani palestinesi, il collettivo Zaum della Sapienza ha annunciato per oggi (ore 17 alla fermata Laurentina della metropolitana) una manifestazione contro il Cybertech Europe, in programma alla Nuvola di Fuksas. L’evento, una rassegna sulle nuove tecnologia in materia di sicurezza informatica e non solo, vede tra gli altri la presenza di alti dirigenti di Leonardo e diverse imprese israeliane. «Sabotiamo il genocidio, disertiamo la guerra e chi ci guadagna», si legge nel volantino rilasciato online da Zaum. Il corteo non è stato comunicato alla questura, che comunque prevede l’afflusso di centinaia di persone e predisporrà un ingente dispiegamento di forze per far fronte alla situazione.
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