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Arezzo: Tifoso laziale ucciso da un poliziotto

La tragedia che scuote l’Italia, che provoca un’ondata di indignazione in tutte le tifoserie, che riaccende il dibattito sia sulle violenze degli ultras sia sugli errori che a volte commettono gli uomini delle forze dell’ordine, comincia poco dopo le 9, nell’autogrill di Badia al Pino, lungo l’autostrada A1. Un accenno di rissa tra sostenitori juventini e laziale, la polizia stradale che subito dopo interviene, un agente che spara uno, forse due colpi di pistola, a grande distanza: muore un ragazzo. Gabriele Sandri, 28 anni, supporter biancazzurro, noto dj dei locali romani, titolare di un negozio di abbigliamento, viene colpito al collo, mente si trova all’interno di un’auto, una Renault Megane. Una morte assurda, “un tragico errore”, come alcune ore dopo il fatto ammette il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe. Diversa l’opinione di Luigi Conti, legale della famiglia della vittima, che accusa: “E’ omicidio volontario”. Così come il fratello di Gabriele, Cristiano Sandri, che urla tutto il suo dolore: “Me lo hanno ammazzato”. Adesso, naturalmente, spetta agli inquirenti fare piena luce sull’accaduto: sia ascoltando i testimoni – a partire dall’agente che ha sparato, a quanto sembra un trentenne con diversi anni di esperienza alle spalle – sia attraverso altri tipi di riscontri. Come i filmati delle telecamere di sicurezza dell’autogrill, sequestrati dalla polizia scientifica. In attesa di conoscere l’esito delle indagini, quel che sembra certo è che, poco prima delle 9 del mattino, un’auto di tifosi juventini, nel piazzale di sosta, viene avvicinata da alcuni supporter laziali, armati di spranghe. C’è tensione, ma i bianconeri riescono a sottrarsi all’aggressione. L’incidente però, ormai concluso, richiama l’attenzione di una pattuglia della Polstrada, che dalla corsia opposta tenta di intervenire. La Megane dei laziali sta già uscendo dall’area di servizio. In quel momento, dall’altra parte della carreggiata l’agente spara, un colpo almeno trapassa il vetro posteriore della Megane e colpisce a morte Sandri, seduto sul sedile posteriore sinistro. Forse un goffo tentativo di sparare in aria proiettili di avvertimento: ma questo lo si vedrà nel corso delle indagini.
Gli amici di Sandri, con lui agonizzante in auto, continuano a guidare, e si fermano più avanti, praticamente al casello di Arezzo, quando vengono raggiunti dalla volante. Ma per Gabriele, non c’è più nulla da fare. Tra i primi a essere interrogato, l’agente che ha sparato: trentenne, con diversi anni di servizio. Ma per ora le sue dichiarazioni restano top secret. E già poco dopo la tragedia le indiscrezioni si rincorrono, si comincia a dire che la vittima non è stata colpita da tifosi avversari, ma da un uomo delle forze dell’ordine. Vertici calcistici e dirigenti del Viminale si riuniscono subito, e alla fine decidono di sospendere Inter-Lazio, e di far cominciare le altre partite di A con 10 minuti di ritardo. Si sa anche che il Viminale deciderà di vietare d’ora in poi tutte le trasferte. Ma questo non basta a sedare gli animi dei tifosi: incidenti si registrano in vari stadi. Atalanta-Milan viene interrotta dopo pochi minuti, per motivi di ordine pubblico, lo stesso accade a Taranto per Taranto-Massese di C1. A Milano, tifosi interisti e laziali formano insieme un corteo e percorrono le strade vicino allo stadio. Davanti a un commissariato parte una sassaiola. In quasi tutti gli stadi si sprecano gli insulti alla polizia.

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