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Antiterrorismo: Alfano annuncia nuove unità speciali

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, convoca per lunedì mattina l’incontro con i capigruppo di maggioranza e opposizione. Scopo della riunione: fare il punto sulla sicurezza nazionale dopo la strage di Nizza. Perché, «l’orrore e il dolore della Francia sono il nostro orrore, il nostro dolore.

I morti di Nizza, di qualunque nazionalità, sono i nostri morti» dice il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E anche se il terrorismo colpisce a caso, con un camion lanciato a tutta velocità in mezzo alla folla, a uno Stato non restano che misure “convenzionali” per difendersi.

Così, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, annuncia l’innalzamento del livello di guardia in Italia. Il piano prevede: maggiore sorveglianza dei confini, vigilanza rafforzata attorno agli obiettivi sensibili e monitoraggio più attento delle carceri, dove il proselitismo radicale trova terreno fertile. Per proteggere il territorio nazionale sono state attivate nuove unità operative di pronto intervento della Polizia di Stato e dei Carabinieri.

Si tratta di «nuclei specializzati in eventi e prevenzione di eventi di natura terroristica, hanno una struttura formativa che li rende specializzati e sono forze di raccordo rispetto ai corpi specializzati delle singole forze di polizia; quindi noi disponiamo oggi di ulteriori gruppi speciali», spiega Alfano, che aggiunge: «Sono cellule operative particolarmente addestrate in unità da 12-24 distribuite nelle maggiori città italiane, sono addestrate dalle forze speciali si muovono con mezzi blindati e semiblindati e hanno un equipaggiamento tale da poter intervenire in pochissimi minuti dappertutto».

Ma per qualcuno non è abbastanza. C’è chi chiede leggi speciali e chi parla di nazismo islamico, chi disegna scenari da guerra civile e chi invoca le interventi militari.

Le reazioni della politica italiana sembrano abbastanza scomposte. La smania di reagire, anche se nessuno sa come, contagia la destra come la sinistra. «La risposta di sette governi socialisti europei è che i terroristi non riusciranno. Vinceremo noi la battaglia contro i nazisti islamici», dice Sandro Gozi, sottosegretario per gli Affari europei, in visita all’Ambasciata francese, insieme ad altri sei ministri del Pse. Ma non è l’unico esponente della maggioranza a utilizzare toni forti.

Anche Enrico Letta interviene, parlando di «una guerra civile quella in corso, una guerra civile con tutti i crismi», dice l’ex presidente del Consiglio. Che si augura una risposta netta da parte dei governi europei: «La guerra civile va combattuta e prevenuta con tutti i mezzi necessari e questo fin’ora è stato fatto solo in parte. Dobbiamo renderci conto che la questione della sicurezza dei cittadini diventa una missione nuova che l’Europa non ha mai avuto e non ha mai voluto darsi».

Poi ci sono gli interventisti, quelli che chiedono un intervento immediato contro lo Stato islamico. Come il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, che invoca la nascita di una «coalizione internazionale che in primo luogo abbatta lo Stato islamico». Per il parlamentare di Forza Italia, inoltre, «occorre sospendere oggi stesso l’operazione EuNavFor Med che continua a trasportare
clandestini in Italia alimentando quegli scafisti che sono legati spesso ai peggiori circuiti della criminalità internazionale». Per questo motivo, secondo Gasparri, sarà inutile l’incontro con tutti i capigruppo convocato dal premier per lunedì. «Renzi sta attentando da tempo alla sicurezza del nostro Paese», dice il senatore. «Prima deve cambiare strada e poi possiamo parlare». La soluzione? Per Gasparri nell’immediato è una sola: «Servono leggi speciali a livello globale contro il terrorismo. Controlli, trattenimento di persone sospette, verifiche capillari nelle comunità islamiche in Occidente, iniziative militari internazionali per porre fine allo Stato islamico e a tutte le sue diramazioni in Libia, in Nigeria, ovunque. Senza esitazioni, senza ipocrisie o ambiguità».

Neanche il leader leghista Matteo Salvini si è spinto fino a tanto. Su Facebook, il segretario del Carroccio si è limitato a un commento telegrafico: «Attacco terrorista a Nizza, decine di morti. Ormai le preghiere non bastano più, occorrono le maniere forti». La “linea Gasparri” però trova il sostegno dell’altra lepenista italiana: Giorgia Meloni. «Guardo le immagini dei corpi senza vita dei bambini sull’asfalto del lungomare di Nizza e aspetto di sentire le banalità dei soliti buonisti», scrive sui social network la presidente di Fratelli d’Italia che proprio il 14 luglio aveva presentato alla Camera una proposta di legge per l’introduzione del reato di “integralismo islamico”. «Il fondamentalismo islamico ci ha dichiarato guerra e dobbiamo reagire di conseguenza: spazzare via l’Isis dalla faccia della terra senza perdere altro tempo; controllare le moschee e gli imam; combattere la diffusione dell’integralismo islamico e smetterla con la politica dell’accoglienza incontrollata».

Rocco Vazzana da il dubbio

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