Amato, De Gennaro e Gallitelli santa alleanza per l’elezione del Presidente della Repubblica
- gennaio 20, 2015
- in G8 Genova, misteri d'italia
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Il Fatto Quotidiano mette in prima pagina questa storia
“L’intesa tra De Gennaro e Amato è cementata dall’asse atlantico. L’ex presidente del Consiglio è stato a lungo il presidente del Centro studi americani (sempre finanziato generosamente dalla Finmeccanica di Guarguaglini) poltrona che ha lasciato, quando è stato nominato giudice costituzionale, proprio a De Gennaro. L’EX CAPO della Dia e della polizia, dai tempi delle storiche operazioni antimafia Pizza Connection e Iron Tower è considerato una sorta di agente in più degli americani. Rapporti celebrati nel 2006 con la medaglia al merito consegnata alla presenza dei capi dell’Fbi Louis Freeh (dal 1993 al 2001) Robert Mueller (2001-2013) e James Comey, in carica dal 2013. Sottosegretario con delega ai servizi segreti nel governo di Mario Monti, De Gennaro nel luglio del 2013, non a caso, è planato sulla poltrona di presidente di Finmeccanica, società strategica per l’Italia ma anche per gli Usa soprattutto dal 2008 quando ha comprato per 5,2 miliardi di dollari la Drs, un’azienda i cui segreti possono essere portati a conoscenza solo di cittadini americani. Nel curriculum firmato di suo pugno nel luglio 2013 per Finmeccanica, De Gennaro cita solo un politico: Amato, il ministro dell’interno che lo ha scelto nel 2007 come capo di gabinetto del ministero e prima ancora, da premier, come capo della polizia. Ora è giunto il tempo che le strade di Gianni e Giuliano si incrocino ancora. ”
IMPORTANTI APPARATI DELLO STATO HANNO GIÀ SCELTO IL LORO FAVORITO L’EX POLIZIOTTO E IL CARABINIERE DIVENTEREBBERO COLLABORATORI DEL PRESIDENTE.
Il “carabiniere” dovrebbe diventare consigliere della sicurezza mentre il “poliziotto” dovrebbe essere il suo segretario generale. È questo lo scenario delineato, secondo fonti vicine al generale Leonardo Gallitelli e al presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro, se Giuliano Amato riuscisse a diventare presidente. Dietro i due probabili futuri collaboratori ci sono pezzi importanti degli apparati e delle forze di sicurezza più vicine alle alleanze atlantiche, nel segno della continuità.
POTERI che resistono ai ribaltoni e per questo preziosi per chi vuole avere un referente costante nell’instabile Stato italiano. Entrambi sono nati nel sud, entrambi nel 1948. Entrambi hanno segnato la storia del loro rispettivo corpo di appartenenza. Per anni Gianni De Gennaro è stato chiamato “il capo” dagli alti gradi della polizia anche dopo i fatti del G8 e anche dopo il suo passaggio al Dipartimento di Informazione e Sicurezza, l’organismo di vertice dei servizi segreti. Mentre il “Gallo”, come è soprannominato l’ex comandante che per quasi un decennio è stato l’uomo forte dei carabinieri, prima dal 2006 come capo di Stato Maggiore e poi dal 2009 da comandante generale. Fonti vicine ai due sostengono che entrambi avrebbero una sorta di patto tacito con Giuliano Amato. Gallitelli aveva cercato di ottenere la proroga per arrivare a questo passaggio con i galloni di comandante ma ha dovuto lasciare il posto al generale prescelto dal ministro Pinotti: Tullio Del Sette. L’INCARICO di consigliere è oggi ricoperto dall’ex comandante della guardia di ginanza Rolando Mosca Moschin, 76 anni a marzo. Gallitelli nella sua nuova posizione dovrà gestire la razionalizzazione dell’elefantiaco apparato che si occupa della sicurezza del capo di Stato: 250 corrazzieri per la sicurezza interna più 240 poliziotti e altrettanti carabinieri per la sicurezza esterna del Quirinale, di Castelporziano e di Villa Rosebery, oltre a tutti gli spostamenti del presidente. C’è un apposito ufficio presidenziale della polizia e un apposito reparto dei carabinieri. Con la follia ulteriore di affidare il coordinamento dellascorta mista un giorno all’Arma e un giorno alla polizia. Gallitelli avrà il compito di dare un senso, anche economico, a questo apparato. De Gennaro punta invece alla poltrona di segretario generale. Una carica ben retribuita (circa mezzo milione di euro all’anno) che potrebbe assumere anche un’inedita valenza internazionale grazie ai suoi rapporti internazionali. Entrambi porterebbero al Colle il vantaggio di un filo continuo con magistratura, carabinieri, polizia e servizi segreti, non solo italiani. Gallitelli in più vanta un feeling ottimo con Berlusconi che non lo vedrebbe male addirittura come candidato di riserva al posto di presidente della repubblica. Anche se l’uomo di punta del Cavaliere è l’ex braccio destro di Bettino Craxi. L’intesa tra De Gennaro e Amato è cementata dall’asse atlantico. L’ex presidente del Consiglio è stato a lungo il presidente del Centro studi americani (sempre finanziato generosamente dalla Finmeccanica di Guarguaglini) poltrona che ha lasciato, quando è stato nominato giudice costituzionale, proprio a De Gennaro. L’EX CAPO della Dia e della polizia, dai tempi delle storiche operazioni antimafia Pizza Connection e Iron Tower è considerato una sorta di agente in più degli americani. Rapporti celebrati nel 2006 con la medaglia al merito consegnata alla presenza dei capi dell’Fbi Louis Freeh (dal 1993 al 2001) Robert Mueller (2001-2013) e James Comey, in carica dal 2013. Sottosegretario con delega ai servizi segreti nel governo di Mario Monti, De Gennaro nel luglio del 2013, non a caso, è planato sulla poltrona di presidente di Finmeccanica, società strategica per l’Italia ma anche per gli Usa soprattutto dal 2008 quando ha comprato per 5,2 miliardi di dollari la Drs, un’azienda i cui segreti possono essere portati a conoscenza solo di cittadini americani. Nel curriculum firmato di suo pugno nel luglio 2013 per Finmeccanica, De Gennaro cita solo un politico: Amato, il ministro dell’interno che lo ha scelto nel 2007 come capo di gabinetto del ministero e prima ancora, da premier, come capo della polizia. Ora è giunto il tempo che le strade di Gianni e Giuliano si incrocino ancora. Sul Colle. LO SCENARIO accreditato dalle fonti vicine ai due uomini dell’ordine pubblico italiano però prevede anche un “piano B”. Se Amato fallisse c’è già pronto un altro candidato che ha un profilo simile. È Piero Grasso. Anche lui amico di De Gennaro (ha un figlio in polizia dai tempi d’oro del “Capo”) e di Gallitelli ma anche delle forze di sicurezza e della magistratura. E anche lui è ben visto da Silvio Berlusconi, come Amato.
Da Il Fatto Quotidiano
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