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Al fianco degli antifascisti riminesi. Estendere la solidarietà, rilanciare la lotta

8 Marzo 2014: Fuori da un locale di Bellaria (RN) due giovanissimi antifascisti vengono accoltellati da un gruppo di neo-fascisti molto conosciuti e attivi in provincia. Uno dei due ragazzi è subito grave e verrà operato per ben due volte, una seconda volta d’urgenza per la fuoriuscita di pezzi di intestino. Ne segue un processo, in cui uno degli aggressori verrà condannato a 4 anni per tentato omicidio. Ora è a piede libero, insieme a chi materialmente fornì il coltello utilizzato per ferire i ragazzi.

6 Maggio 2016: Una vasta operazione delle forze dell’ordine porta all’arresto di sei persone (i ragazzi aggrediti, compagni, amici degli stessi..) e alla notifica di 11 denunce a piede libero. Altri 4 denunciati (sic!) tra i neofascisti. Le accuse sono tutte gravissime e vanno dai fatti relativi a quella notte fino all’insieme delle manifestazioni antifasciste e antirazziste che hanno avuto luogo in provincia negli ultimi due anni, facendo riferimento ad una supposta condotta pericolosa degli arrestati.

Oggi come due anni fa si vuole ridurre quanto accaduto ad una rissa tra bande, come se non contassero gli oltre 40 coltelli a serramanico, i manganelli e le bandiere naziste sequestrate nelle abitazioni dei giovani forzanovisti. Si parla di anarchici, di ultras, di facinorosi, si produce un mostro e si dimentica il nocciolo della questione: Due persone quella notte hanno rischiato la vita, feriti gravemente da mano fascista, ed oggi si ritrovano ai domiciliari con tutte le restrizioni. Mentre chi ha tentato di ucciderli è a di fatto libero. Si cerca di spostare l’attenzione su una presunta pericolosità degli arrestati di oggi, dimenticando ancora una volta che non è tra gli arrestati di oggi la gente pericolosa. Ad averne di più, di compagni cosi generosi, staremmo tutti meglio. E’ forse pericoloso schierarsi al fianco dei migranti, contro gli abusi e i soprusi dei chi è forte con i deboli e debole con i forti? Crediamo di no, ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà e complicità alla Rimini Antifascista sotto attacco.

Questo è un chiaro tentativo di criminalizzare chi in città e in provincia ha dato luogo a mobilitazioni antifasciste, momenti di aggregazione libera e gratuita, incontri e relazioni che hanno saputo produrre un altro modo di fare politica, estraneo agli interessi personali e al compromesso. Bene, che queste esperienze prolifichino e si moltiplichino ovunque. La strada è giusta e nessuno verrà lasciato indietro.

Chi non piega la testa a Rimini come altrove viene pestato in piazza e punito poi con un accanimento giudiziario che sarebbe improponibile per qualsiasi altro tipo di indagine o processo. Dopo due anni di indagini di ogni tipo, le uniche prove a sostegno dell’impianto accusatorio consistono nelle testimonianze di quattro fascistelli terrorizzati, che han pensato bene di scaricare le proprie responsabilità stringendo squallidi accordi in procura. Il tutto diventa imbarazzante se poi si scopre che il PM a capo dell’indagine, Paola Bonetti, è parente stretta di quel Bonetti che con Ottaviani fu tra i fondatori della sezione riminese di Forza Nuova, arrestato anni fa per il tentato incendio di uno spazio occupato riminese.

La stessa squallida storia di sempre. Le lame fasciste, le montature di questura e giornali, la repressione, le coperture politiche e istituzionali di gente che gira armata attentando alla vita di migranti e attivisti politici.

La rabbia è tanta. I pugni chiusi e i denti stretti. Ma il nostro è odio mosso d’amore, è un fatto di appartenenza. Stiamo con chi si mette in gioco per spezzare questo silenzio che diventa sempre più assordante. con chi subisce tutti i giorni gli abusi delle forze dell’ordine e della magistratura, il razzismo e gli effetti della becere propaganda fascio-leghista, stiamo con chi ancora resiste e sputa in faccia la verità a questo paese in stato catatonico: Se questo stato di cose, palesemente insostenibile, continua a mantenersi inalterato è solo grazie allo zelante lavoro di magistratura e reparti celere.

Fin quando durerà questo teatrino?
Agli inquisiti il nostro abbraccio fraterno!

Collettivo per l’Autogestione – Urbino
Collettivo Malerba – Pesaro

 

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