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PD…il partito della repressione

Come dire… “occhio non vede, cuore non duole!”.

La realtà secondo una segretaria del PD. Dopo diverse, cariche, decine di feriti, 3 fermi, 1 arresto, contestazioni a piè sospinto contro il partito della devastazione e del cemento.. cosa ricorda di questo primo maggio la Bragantini..ex segretaria provinciale del Pd e ora deputata: “è stato un bellissimo corteo, abbiamo fatto la manifestazione e c’è anche il sole” ?

torino idiozia pd

E’ proprio vero, ognuno vede quel che vuole!

Il pezzo l’abbiamo estratto ed isolato da questo più lungo e articolato servizio del Fatto Quotidiano, che dà meglio l’idea del contesto della giornata, di chi c’era, di come sono andate le cose. Accostato a quel che si vede e si sente, le dichiarazioni della deputata Democratica appaiono ancora più surreali. Quando diciamo che il Pd vive lontano dalla realtà, in una sfera separata, intendiamo proprio questo.

da InfoAut

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Parla Gianni Naggi, il dirigente del Prc di nella foto “messo a terra” da un poliziotto


torini 1 maggio
Oggi è stato un bel 1° maggio, certo movimentato, ma proprio per questo, bello perché partecipato. Dalle prime scaramucce con la polizia, qualcuno è stato colpito, io, come altri, ma senza conseguenze. A differenza di altri/e sono finito sul filmato di Repubblica.it, per questo molti mi telefonano per conoscere le conseguenze. Ringrazio tutti/e, inviterei comunque a osservare quel breve video con attenzione. La prima cosa che si vede bene è che nessuno dei manifestanti è munito di spranghe e bastoni, come alcuni giornali riportano, gli unici armati di manganelli, scudi e caschi sono i poliziotti. L’altra cosa da osservare, e che ha stupito me stesso, è la protervia con cui una funzionaria della Digos ha cercato di strapparmi la bandiera di Rifondazione comunista. Poi, mentre io con un altro compagno, siamo caduti, un poliziotto prende a calci la bandiera di Rifondazione che intanto mi era caduta, lo trovate fra il 20° e il 21° secondo del filmato.
Forse l’episodio è casuale, ma non posso fare a meno di vedere in quel gesto, il tentativo di spazzare via quel simbolo che ostinatamente, anche se con non pochi errori ha cercato di mantener vivo il sogno di un mondo libero e rispettoso di chi lavora, che permetta a tutti/e di vivere con dignità, in base al proprio lavoro. L’esatto contrario di quanto sta facendo quell’altro simbolo, del PD, di cui la polizia, in assetto antisommossa, sta facendo il “servizio d’ordine” per permettergli di sfilare più avanti come portatore del rinnovamento in Piemonte, con quel Chiamparino, amico di Marchionne e di IntesaSanpaolo.
Il mio orgoglio aumenta pensando che stiamo facendo uno sforzo non indifferente, con altre forze della sinistra e dei movimenti sociali per contendere unitariamente, nelle elezioni Regionali, la rappresentanza nel futuro Consiglio regionale. E di questo ringrazio compagni e compagne che si stanno impegnando, senza mezzi, nella contesa elettorale, con la lista “L’Altro Piemonte a Sinistra”. E per questo ringrazio particolarmente la mia compagna Maddalena candidata sia a Torino che ad Asti. Eppure, qualcuno nei mesi scorsi, anche nel nostro Partito ha insistito tanto perché ci accompagnassimo a quel PD per avere qualche posto, quasi garantito. Certo, in quel caso, non sarei stato caricato dalla polizia. Ma che 1° maggio di vergogna sarebbe stato.
Torino 1 maggio 2014

Gianni Naggi

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COMUNICATO STAMPA DEL NETWORK ANTAGONISTA TORINESE SUL 1 MAGGIO 2014

Il giorno dopo la manifestazione del 1 maggio, condita come non mai dal nervosismo delle forze dell’ordine e dall’isolamento sociale del Pd in quella piazza, i media stanno tentando una ricostruzione riduzionistica e minimizzante di quello che è successo, spesso entrando palesemente in contraddizione con quanto da loro stessi mostrato. Ieri la lettura era quella del “gruppo di antagonisti” che sarebbero entrati sfondando nel corteo (quando invece lo spezzone sociale era in piazza, come ogni anno, fin dalle 8 del mattino). Oggi, quando gli stesssi video di Repubblica e Corriere mostrano ben altro di quel che narravano gli articoli del giorno prima, il tiro inizia ad aggiustarsi e la protesta si vuole ridurla a un fatto personale contro il senatore Esposito, una nullità qualunque che se non esistesse il movimento notav e la polizia con cui complimentarsi periodicamente, non avrebbe probabilmente altre qualità da vendere sul mercato elettorale (e sarebbe forse più difficile giustificare il lauto stipendio che noi tutti gli paghiamo, ahinoi!).

Qui il problema non è il poco onorevole Esposito, egli è solo un’incarnazione (tra le più impresentabili e facili da attaccare) di un partito che nel nostro territorio non solo rappresenta ma è il potere, del Capitale e del privilegio sopra e contro la vita della maggioranza di tutti coloro che stanno pagando i costi della crisi. Che la maggioranza forse non si è ancora resa conto delle responsabilità di questo partito-piovra-azienda nella devastazione del territorio e nell’attacco alle condizioni di vita dei proletari è un problema a cui giornate come quella di ieri provano a dare una risposta. Si trattava di individuare dei responsabili e definire politicamente chi è il nemico. Lo spezzone dell’opposizione sociale ha attaccato tanto Esposito quanto Fassino e Chiamparino, quanto il voltagabbana Ferrentino. Non abbiamo dimenticato proprio nessuno!

Con noi si sono espressi centinaia di torinesi… Quando il corteo è finalmente riuscito a partire c’erano invece migliaia di persone, che scandivano altre parole d’ordine e altri programmi, di lotta e non di concertazione/spartizione/amministrazione: contro il Jobs Act e il Piano Casa, contro i contratti-capestro e la spesa folle in Alta Velocità ed Expo, per la riappropriazione dal basso e il rifiuto di pagare quello che non si può sostenere.

Certo ha contato anche molto la rabbia accumulata nei due giorni precedenti, dopo che tutti abbiamo asistito allo squallido applauso del Sindacato Autonomo di Polizia ai 4 assassini di Federico Aldrovandi. Il disprezzo e l’odio che molti e molte ieri hanno espresso contro gli agenti di polzia deriva anche da fatti come questo e dal rapporto che sempre più gente istituisce tra il ruolo di difensori dei privilegi che gli agenti svolgono e il sovrappiù di violenza che esercitano in determinate condizioni. Non sono solo quelli che difendono politici e istituzioni, sono quelli per cui tutte e tutti noi siamo degli uccidibili. Sono quelli che stanno tra noi e la realizzazione dei nostri bisogni e desiseri. Una foto riassume al meglio la giornata di ieri: il mercenario del servizio d’ordine del Pd (pagato, perché di militanti disposti al ruolo non ce ne sono più) e il celerino.

Se questa prova muscolare voleva essere un avvertimento e una minaccia per le prossime mobilitazioni previste in città, il 10 maggio per la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e l’11 luglio contro il vertice europe sulla (dis)occupazione giovanile, crediamo proprio che ieri si siano gettate le basi e la determinazione per portare avanti la costruzione di questi altri due importanti momenti di lotta. Qui la paura non è di casa!

Come spesso accade, giornate come queste si lasciano dietro come strascico feriti, denunciati ed arrestati. A loro va tutta la nostra solidarietà e ringraziamento per avere reso possibile una giornata come quella di ieri: un primo magggio di lotta e non di ricorrenza. Un saluto e un abbraccio particolare per Marco “Boba”, infaticabile redattore di Radio Blackout, tradotto agli arresti dopo le ultime cariche in via Roma, mentre cercava di trarre in salvo una compagna fermata. Lo vogliamo libero subito, per tornare a contribuire alla vita della radio e alle lotte che ci vedono impegnati insieme.

 

#civediamolundici

 

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