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G8Genova: L’ordine dei medici si tiene stretti i torturatori di Bolzaneto

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117 medici chiedono la radiazione dei colleghi “torturatori” che agirono nella caserma Bolzaneto durante il G8 di Genova. L’Ordine non risponde nonostante interrogazione alla Camera

L’ultimo appello è una lettera che il consigliere comunale genovese Leonardo Chessa ha inviato oggi alla stampa per chiedere che non cali il silenzio su quanto accaduto nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova per mano dei medici Zaccardi e Toccafondi, quest’ultimo conosciuto anche come “dottor mimetica” per la sua “mano pesante” usata con i manifestanti.

Chessa, medico ora in pensione, nell’aprile dell’anno scorso si era fatto promotore di una petizione, firmata con altri 117 medici, per chiedere all’Ordine dei medici provinciale, a quello nazionale e al ministro della salute che Toccafondi e Zaccardi venissero radiati in quanto “essendosi resi responsabili di gravi illeciti, hanno screditato tutti i medici italiani”. La petizione è rimasta lettera morta, nessuna risposta.

La petizione era il frutto dell’indignazione nel vedere, a fronte di tanta violenza, nessun riscontro, vi si legge infatti: “l’Ordine dei Medici di Genova, ad oggi, ha inflitto una breve sospensione al dottor Toccafondi senza prendere alcun provvedimento nei confronti della Zaccardi, nonostante la Sentenza della Corte di Cassazione n° 1865 in cui il Giudice rigetta anche il ricorso della Zaccardi che era stata condannata in secondo grado per reati analoghi a quelli di Toccafondi, dichiarandone tuttavia l’avvenuta estinzione solo in conseguenza della prescrizione”.

La questione nelle scorse settimane è arrivata in Aula alla Camera grazie al deputato Stefano Quaranta (anche lui di Sel come Chessa) che ha chiesto al Ministro della salute se fosse informato sulla vicenda e se non ritenesse opportuno intervenire. La risposta del sottosegretario De Filippo è arrivata cortese e precisa ma non ha smosso di un millimetro la situazione: la competenza è dell’Ordine dei medici di Genova.

Al momento la situazione non ha vie d’uscita, dice Chessa. Non resta che aspettare l’ennesima condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo, che dopo essersi occupata dei fatti della Diaz, prenda in considerazione quanto avvenuto a Bolzaneto. Certo fa un po’ effetto pensare che chi si è macchiato di tali crudeltà e abbia agito con tale efferatezza (così scrive la Corte di Cassazione: “si trattava di persone trascinate, umiliate percosse, spesso già ferite, atterrite, infreddolite, affamate, assetate, sfinite dalla mancanza di sonno, preda dell’altrui capriccio aggressivo e violento, sostanzialmente già seviziate”) continui a lavorare come dirigente medico presso la casa circondariale di Marassi (è il caso della Zaccardi). Per Chessa e 117 medici che hanno firmato la petizione non può esserci posto all’interno dell’Ordine dei medici per chi ha avuto un tale comportamento. Purtroppo, sembrano essere i soli a pensarlo.

Di seguito la lettera aperta del consigliere Leonardo Chessa:

 “In qualità di medico presso l’Ospedale San Martino nel 2001 e quale attuale consigliere comunale nel Comune di Genova per Sinistra Ecologia Libertà, da sempre mi sono battuto in quanto testimone dei giorni tragici del G8 perché la giustizia si affermasse contro ogni abuso, violenza e tortura verificatesi nelle strade di Genova prima; nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto poi.

Ho appreso con stupore e delusione che, con la sentenza di Cassazione su Bolzaneto, per la maggior parte degli imputati, pur condannati, le condanne non avrebbero avuto alcun esito grazie alla prescrizione dei reati.

Colpito in particolare dalle figure del dottor Toccafondi e della dott.ssa Zaccardi, presenti appunto nel 2001 nella caserma di Bolzaneto, mi sono impegnato personalmente, dopo l’esito del processo, a farmi  promotore di una petizione per chiederne la radiazione dall’Ordine dei Medici affinché costoro che si sono messi in luce proprio per la loro crudeltà ed efferatezza venissero allontanati dalla professione.

Adesso la petizione c’è: è stata firmata da 117 medici, ma è stata ignorata dall’Ordine dei Medici di Genova e dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.

Il deputato Stefano Quaranta l’ha portata all’attenzione della Camera dei Deputati attraverso la presentazione di un’interpellanza urgente con cui viene reiterata la richiesta di radiazione dall’Ordine per i due medici coinvolti.

Interessante è la risposta del Sottosegretario di Stato per la Salute, Vito de Filippo, che nel richiamare la sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo “la quale ha stabilito che… nel corso del G8 del 2001 l’Italia violò il divieto di infliggere torture e trattamenti inumani e che la reazione delle Autorità non è stata adeguata”, dichiara che la responsabilità di provvedimenti disciplinari è di competenza dell’Ordine dei Medici, ma sottolinea anche che, “per quanto riguarda l’adozione di iniziative normative volte all’allontanamento delle persone condannate da luoghi sensibili, l’ordinamento prevede già oggi pene accessorie la cui irrogazione è rimessa alla insindacabile valutazione dell’autorità giudiziaria.

Riusciremo a recuperare una piccola parte di giustizia per quella che Amnesty International ha definito la più grande violazione dei diritti umani nel nostro Paese dal dopoguerra?

Rosa Cella da Popoff

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