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Bruxelles, sugli immigrati ecco la stretta securitaria

Dopo gli attentati, in Belgio arriva la stretta legislativa, in chiave securitaria, sugli immigrati. Il governo di centrodestra (il cui premier Charles Michel sarebbe stato nel mirino degli jihadisti) ha approvato un disegno di legge fortemente voluto dal segretario di Stato all’immigrazione, Theo Francken, del Partito nazionalista indipendentista fiammingo.

Le nuove norme prevedono che chi decide di andare a vivere in Belgio da un Paese extraeuropeo dovrà firmare un contratto che lo impegna a integrarsi nella società, a rispettare i suoi usi e costumi, a imparare la lingua e a denunciare ogni atto che possa essere legato al terrorismo.

In caso contrario, è prevista l’espulsione dal Paese. Il testo verrà consegnato, nella propria lingua, a tutti coloro che decidono di soggiornare in Belgio per più di 30 giorni.
Firmandolo ci si impegna a rispettare le libertà di culto, opinione, di orientamento sessuale, si condanna il terrorismo e ci si impegna a denunciare qualunque atto di cui si venga a conoscenza che possa avere un legame con il terrorismo.

Inoltre, la polizia, su richiesta della procura che sta indagando sugli attentati, ha chiesto agli abitanti di Bruxelles, soprattutto ai commercianti, di conservare le immagini delle strade registrate dalle telecamere private tra il 15 e il 31 marzo. «Per quanto riguarda in particolare gli esercizi commerciali, si richiede di conservare anche le immagini all’interno oltre ai dati relativi agli acquisti», si legge nel comunicato consegnato ai negozianti.

Chi farà le spese della psicosi terrorismo, cavalcata dalle destre europee, saranno dunque ancora una volta i migranti, nonostante le indagini puntino decise su un altro fenomeno: quello di cittadini belgi (al massimo con doppia nazionalità), radicalizzatisi, finiti a combattere in Siria e che ora portano la guerra nel loro Paese.

L’ultimo arresto è quello di Reda Kriket, un foreign fighter belga, nel cui appartamento di Argenteuil, nella periferia parigina, sono stati ritrovati cinque kalashnikov e quasi due chili di Tatp, il perossido di acetone che è una sorta di marchio di fabbrica dell’Isis europea. Secondo gli inquirenti l’arresto di Kriket avrebbe sventato un altro attentato. Alla ricerca degli altri componenti la cellula terrorista, polizia ed esercito belgi hanno effettuato un blitz nel quartiere di Rodenburg a Courtrai.

Nel frattempo, le autorità belghe hanno dato l’assenso all’estradizione di Abdeslam Salah in Francia, con il «pieno consenso» di quest’ultimo, mentre aspettano la decisione della Corte d’appello di Salerno che questa mattina dovrà decidere se estradare o meno l’algerino Djamal Eddin Ouali, arrestato sabato scorso a Bellizzi (nella piana del Sele) perché ritenuto in contatto con la cellula degli attentati di Parigi e Bruxelles (sarebbe coinvolto in un traffico di documenti falsi).

Il quarantenne immigrato, riconosciuto dopo essere andato con sua moglie all’ufficio immigrazione della Questura di Salerno, per chiedere il permesso di soggiorno per entrambi, è rinchiuso in isolamento nel carcere di Fuorni e, riferisce il suo avvocato Gerardo Cembalo, è «molto provato ed estremamente preoccupato per la moglie che aspetta un bambino».

«Si professa completamente estraneo ai fatti e mi ha detto di essere un onesto lavoratore», ha detto ancora il legale, che ha spiegato come «lui in Belgio si occupava perlopiù della vendita via internet di capi di abbigliamento che acquistava a stock, secondo le migliori offerte, per poi rivenderli perlopiù in Algeria».
L’arresto di Ouali ha messo in subbuglio la comunità di immigrati locale. Non si crede alla sua colpevolezza e hanno destato perplessità pure le modalità spettacolari dell’arresto, per strada e in pieno giorno.

Angelo Mastrandrea da il manifesto

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