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Storie tortuose nelle forze di polizia romane

Oggi un quotidiano nazionale ci fa riflettere su alcuni strani episodi romani. Un sindacalista di PS, Filippo Bertolami, che ha il non banale grado di vicequestore aveva scritto al questore di Roma circa i provvedimenti eventualmente adottati contro i poliziotti che risultavano complici di Massimo Carminati dalle risultanze dell’indagine su Mafiacapitale. Il questore di Roma D’Angelo ha inopinatamente così risposto “si comunica l’impossibilità di evadere la richiesta per l’indeterminatezza dei soggetti dei quali si chiede la relativa documentazione”.

In effetti nell’ordinanza Mondodimezzo/Mafiacapitale, facilmente accessibile sul web si legge testualmente a pag 60 a proposito di Carminati,“ Un intoccabile, per dirla con Buzzi – per aver foraggiato partiti di ogni genere – che rende intoccabili quelli che con lui si associano, per dirla con Guarnera61, che siede in condizioni di parità al medesimo tavolo con i rappresentanti delle organizzazioni criminali, anche quelle tradizionali, operanti su Roma, che intrattiene rapporti con esponenti di apparati dello Stato e con esponenti delle forze dell’ordine – che con deferenza starebbero a sentirlo per due giorni, invece che interrogarlo per due mesi (…)… il 4 ottobre 2013, alle ore 10,47, CARMINATI Massimo si intratteneva a parlare davanti allo Shop della Stazione di servizio ENI con due soggetti, non meglio identificati, giunti a bordo dell’autovettura Alfa Romeo 156 di colore grigio targata CJ601GF, intestata alla Questura di Roma, via Alvari 48, che si allontanavano a bordo della medesima autovettura alle successive ore 11.04, come ulteriormente documentato dal servizio di osservazione, controllo e pedinamento predisposto dal Reparto Anticrimine”.

Insomma il questore di Roma ci vuol fare intendere che non esiste un libro mastro in Questura coi nominativi di turno in turno dei poliziotti alla guida delle auto di servizio; oppure il libro mastro per caso ha le pagine strappate per il 4 ottobre 2013? Ma qualche PM romano perché non ha fatto vedere dei volti di poliziotti sospetti ai carabinieri del Reparto Anticrimine che erano di pedinamento il 4 ottobre 2013?

Ricordiamo però ancora altri episodi misteriosi recenti.

Sempre nell’inchiesta Mafiacapitale si parla di Vittorio Spadavecchia un efferato fascista criminale da anni ricercato dall’Italia. I carabinieri alla ricerca dei complici di Carminati lo localizzano evidentemente a Londra, nell’ordinanza citata si legge “ In quel periodo (il 2011) il CARMINATI si stava adoperando al fine di disbrigare le pratiche necessarie al rilascio del passaporto, avendo egli intenzione di partire alla volta di Londra per far visita ai propri sodali – compreso SPADAVECCHIA Vittorio – residenti in loco”. Si può comprendere che i carabinieri per non briciare l’indagine Mafiacapitale non abbiano arrestato lo Spadavecchia una volta localizzato a Londra, ma perché una volta partito il blitz con gli arresti di Mafiacapitale lo Spadavecchia non è stato immediatamente arrestato?

Per non parlare dell’indagine Phuncard, quella per intenderci incentrata sulle truffe ed evasioni fiscali del faccendiere fascista Mokbel, già arrivata a pesanti condanne in primo grado di giudizio. Scriveva il sole 24 ore il 7 marzo 2010: “Tu calcola che ne pago 80 su Roma, delle forze dell’ordine»... Un mito criminale, Gennaro Mokbel: il faccendiere nel carcere di Regina Coeli, arrestato nell’inchiesta sul riciclaggio che coinvolge Telecom Sparkle e Fastweb, così si vantava con un amico in una conversazione intercettata dai carabinieri del Ros dentro una Smart. Mokbel aveva almeno tre poliziotti che arrotondavamo lo stipendio facendogli da autista. È il meno, però: il faccendiere vanta conoscenze a ogni livello, come il generale della Finanza Francesco Cerreta, consulente della commissione parlamentare Telekom Serbia, deceduto, o il colonnello dei carabinieri Luciano Seno, in forza al Sismi e indagato nel processo per il rapimento di Abu Omar. Quelli dell’Arma, in realtà, sono i più temuti: definiti nelle intercettazioni «i neri, quelli brutti» mentre tra «i grigi», come chiama gli uomini delle Fiamme Gialle, ci sono diverse coperture e talpe”. D’altronde nelle prime settimane dell’indagine Mokbel più di un giornale accennò al fatto che sotto i suoi uffici a Parioli Mokbel sembrava godere, oltre degli autisti di forze dell’ordine, di una sorta di scorta ufficiosa con appartenenti alle forze di polizia; d’altronde non è mai esistita in questi anni, e tanto più a Roma, una severa repressione disciplinare per gli appartenenti alle forze dell’ordine che, al di fuori dell’orario di lavoro e spesso in nero, svolgono attività di autisti scorta, di buttafuori, di collaboratori di agenzie investigative ecc. Anzi sembra proprio che il problema non esista per il livello ufficiale della Questura di Roma, della GDF e dei CC!

Claire Lacombe

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