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Vi racconto il mio ergastolo…

Cari amici di Yairaiha,
mi è giunta la vs lettera, vi rispedisco il modulo di adesione e vi ringrazio di cuore per tutto il lavoro che ogni giorno affrontate per noi detenuti con la speranza che qualcosa cambi in questo stato giustizialista. Ringrazio anche la sig.ra Eleonora Forenza, purtroppo la società non conosce bene la realtà dell’ergastolo ostativo. E da ergastolano ostativo vi do il mio contributo sull’ergastolo ostativo: penso che se non vogliono abolire il 4bis allora dovrebbero fissare il limite per accedere ai benefici non oltre i 20 anni senza dover essere perennemente ricattati col 58 ter.
A 30 anni dovrebbero cancellare il nostro fine pena (99/99/9999) e dovrebbero sostituire la parola “ergastolo” con “in espiazione della pena riabilitativa” e, a 33 anni, fissare il tetto massimo per una scarcerazione effettiva. Per esperienza personale, dopo 25 anni passati in ergastolo, credo che 33 anni espiati appaghino qualsiasi tipo di reato e qualsiasi stato giustizialista perché una carcerazione così lunga annienta qualsiasi mentalità mafiosa e non, sempre se si arriva a scontare questa pena, salute permettendo.
Di come vivo tutti i giorni, di cosa penso e cosa faccio, vi dico che non ho più una vita da quando mi sono venuti a mancare i miei cari genitori. Con loro in vita ho scontato i primi 20 anni di carcere senza mai pensare e far pensare che avevo l’ergastolo ostativo. A loro facevo credere che al massimo avrei scontato 25 anni e poi sarei tornato a casa, dicevo che l’ergastolo non esisteva e di non preoccuparsi. Avrei detto qualsiasi cosa pur di renderli felici, davo loro una speranza anche perché mio padre era analfabeta e mia madre non capiva niente di leggi e di vita carceraria. Gli avvocati alle mie spalle promettevano la luna alla mia famiglia dissanguandoli e facendoli indebitare con le banche.
Ma io l’ho saputo solo dopo la loro morte altrimenti non lo avrei permesso.
Dopo 25 anni di carcere non ho più punti di riferimento. Ho chiesto permessi ma mi è stato sempre messo davanti il 4bis sebbene il magistrato di sorveglianza di Firenze ha stabilito che io abbia già scontato interamente il reato ostativo (16 anni) mi chiedono sempre il 58 ter. Lo stato italiano ha deciso che io debba morire in carcere, non sono pazzo ma vorrei esserlo. Non sono un irresponsabile e non mi sento un mafioso. Ho chiesto tempo fa di essere condannato a morte con l’eutanasia perché è meglio morire una sola volta che non essere condannato a morire così, un po’ alla volta tutti i giorni. Il risultato è stato di essere chiamato da educatori e psicologi.
Ecco come vivo tutti i giorni. Confido molto nello sforzo che fate e vi stimo molto ma la vostra è una realtà di conoscenza e non avete colpa per questo, la mia è una realtà quotidiana che vivo sulla mia pelle e lo stato italiano , così come i governanti, i burocrati e i magistrati non vogliono capire che così facendo non creano reinserimento per la società ma creano l’esatto opposto.
Sfido chiunque a pensare di rispettare ancora le leggi e capire il senso della pena quando si ha la certezza di dover morire in carcere! Non ho mai avuto paura della morte e, non avendo più speranza, non vedo l’ora di affrontarla almeno sono sicuro che sarò libero per sempre, anche dai miei peccati.
Un abbraccio a tutti
Alessando B. Carcere Parma
lettera inviata dall’ Associazione Yairaiha Onlus

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